Milano, 11 Febbraio 2003. La notizia colpisce. Un po’ perché Camilo Milko Pennisi lo si conosce, fin dai tempi dell’università; un po’ perché non ci si può credere che, a 18 anni da mani pulite, tutto torna; come un capo “vintage” di Mila Shon o Capucci.
Consigliere comunale da tempo, Presidente della Commissione urbanistica, amministratore delegato delle Stelline, altri incarichi…..quello che si diceva “uno a posto” in tutti i sensi.
C'era soddisfazione perché, conoscendolo, almeno una volta in tanti anni lo si è pure votato (magari proprio dopo tangentopoli, per cambiare aria). C'era un pizzico d’invidia, sana, perché tutto sommato aveva i suoi "posti" e il suo peso. C'è sgomento perché…..non ha imparato proprio nulla dai banchi della biblioteca della Statale, dove studiavamo giurisprudenza.
Il problema è che, al di là dei casini personali, il comportamento tira dietro di se tutto il PdL e, latu sensu, la politica lombarda e italiana, forse rischiando di compromettere l'esito dell'elezioni regionali.
Ora: Al di là della “fragranza” di reato che lo inchioda (l’aggettivo fragranza è voluto – ndr -) mi domando fino a quando dovremo andar a dormire, dopo una giornata di onesto lavoro, con queste notizie? Fino a quando parlare di politica significherà parlare di questo? Fino a quando il sistema non potrà rinnovarsi? Se pensate all’Italia come ad un’azienda, il cui management è ancora quello antecedente all’era del FAX ! ! ! Vengono i brividi. Però mi vengono pure i brividi se penso a M.T. Cicerone, che cominciava: “ Quousque tandem abutere, Catilina…”. Roma, Senato, 8 Novembre
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