E’ sempre bello vedere la gente dimostrare, pacificamente, nelle piazze.
Manifestare liberamente e pacificamente le proprie opinioni politiche, anche e soprattutto in dissenso con il partito o i partiti al governo, è la piu’ alta manifestazione della libertà di cui ogni nazione democratica deve essere fiera.
Tuttavia, questa manifestazione del popolo Viola, fa pensare.
Ufficialmente, almeno la prima volta, il movimento Viola voleva-doveva essere apartitico: un movimento nato dalla rete, il cui unico scopo era protestare contro il governo e il partito al potere.
Sarebbe opportuno ricordare che per portare in piazza 50000, 100000, 1000000 di persone; o semplicemente 4 gatti serve coordinamento, serve logistica, serve una visione di insieme.
Servono strumenti per la propaganda, bandiere, mezzi di trasporto, in poche parole servono SOLDI.
Tanti soldi, perche’ la gente, per portarla in piazza, la devi convincere; per quanto sia bello pensare che con un paio di gruppi di discussione sui classici social network si possono muovere folle immani la realtà e’ un altra.
Se qualcuno ti paga il biglietto dell’autobus o del treno, ti regala una bandiera ( che anche se prodotta in Cina, 10 centesimi sarà pur costata), ti organizza per la strada, dicendoti cosa gridare.
Se qualcuno crea un palco con luci, impianti di amplificazione, se qualcuno chiama, invita cantanti ( che ovviamente parteciperanno gratuitamente alla manifestazione per la CAUSA), se qualcuno fa tutte queste cose, viene da domandarsi DOVE LI PRENDE I SOLDI.
Allora, dovremmo far presente ai giornalisti, che intervistano i maggiori rappresentanti del movimento, che le bandiere che sventolano alle spalle degli intervistati, inquadrate con mal celata attenzione dalle telecamere, non son poi tutte cosi’ Viola.
C’è un intero arcobaleno di bandiere: la miglior sfilata di gonfaloni, bandiere e stendardi di tutti i partiti da far invidia, per fogge e colori, al palio di Siena.
Allora diciamolo apertamente, questo popolo Viola costa, chi lo sta pagando?
Enrico Verga
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