La politica dei contenuti e quella della comunicazione
L’Italia è sempre più
Ma non è di ciò che voglio ragionare. Ragioniamo di Politia e di Realities.
Politica: L’Arte di governare le società. E quindi dovrebbe essere tutto un dibattere su quale forma di governo, quali iniziative, quali provvedimenti. Con il voto gli elettori individuano i grandi obiettivi, ovviamente; per poi vedere se gli addetti ai lavori con le leggi emanate (e anche abrogate, perché politica significa anche “pulire”) detti obiettivi li raggiungono. Quindi dovremmo sentire i candidati che ci parlano di crisi e come pensano di aiutarci a superarla; d’inquinamento e come pensano di gestirlo; di mobilità e come pensano di migliorarla. Nello specifico di cosa vul dire “in pratica” federalismo. Insomma, il bilancio dell’amministrazione precedente e le strategie per la successiva.
Si tratterebbe di affrontare i contenuti ma la domanda è: Sono in grado i politici di parlare dei contenuti. Ovviamente si. Potrebbe esistere una classe dirigente di persone preparate, tecnicamente competenti ed ingrado di provvedere. Ma….Eh, ma ci hanno inculcato che politica è:” L’Arte di comunicare” . Ecco quindi il fiorire di talk-shows “politicizzati” i cui partecipanti devon far ascolto, gli ospiti devono garantire share, gli stessi giornalisti, politicizzati, devono fare ascolto…e il popolo…..televota. Nel senso etimologico del termine, cioè: Vota quello che in televisione compare di più o fa più audience. Solo perché interrompe gli altri con una certa continuità, insulta il prossimo, sbeffeggia l’avversario.
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