venerdì 5 marzo 2010


La politica dei contenuti e quella della comunicazione




L’Italia è sempre più la Repubblica fondata sui Realities…..il Grande Fratello, l’Isola dei Famosi (e non famosi)…..L’elezioni, ora in onda le Regionali 2010, cui manca solo un televoto. Oddio, se si pensasse ad informatizzare la procedura non sarebbe poi male, nel 2010: Gran risparmio di quattrini, tempo ecc ecc. Ma al Governo, chi si occupa di innovazione? Brunetta! Bene, facciamogli fare il sindaco a Venezia.


Ma non è di ciò che voglio ragionare. Ragioniamo di Politia e di Realities.


Politica: L’Arte di governare le società. E quindi dovrebbe essere tutto un dibattere su quale forma di governo, quali iniziative, quali provvedimenti. Con il voto gli elettori individuano i grandi obiettivi, ovviamente; per poi vedere se gli addetti ai lavori con le leggi emanate (e anche abrogate, perché politica significa anche “pulire”) detti obiettivi li raggiungono. Quindi dovremmo sentire i candidati che ci parlano di crisi e come pensano di aiutarci a superarla; d’inquinamento e come pensano di gestirlo; di mobilità e come pensano di migliorarla. Nello specifico di cosa vul dire “in pratica” federalismo. Insomma, il bilancio dell’amministrazione precedente e le strategie per la successiva.


Si tratterebbe di affrontare i contenuti ma la domanda è: Sono in grado i politici di parlare dei contenuti. Ovviamente si. Potrebbe esistere una classe dirigente di persone preparate, tecnicamente competenti ed ingrado di provvedere. Ma….Eh, ma ci hanno inculcato che politica è:” L’Arte di comunicare” . Ecco quindi il fiorire di talk-shows “politicizzati” i cui partecipanti devon far ascolto, gli ospiti devono garantire share, gli stessi giornalisti, politicizzati, devono fare ascolto…e il popolo…..televota. Nel senso etimologico del termine, cioè: Vota quello che in televisione compare di più o fa più audience. Solo perché interrompe gli altri con una certa continuità, insulta il prossimo, sbeffeggia l’avversario.


Utilizziamo il ridicolo black out della RAI per fermarci, per riflettere sui contenuti. Magari dopo aver visto un bel film, letto un libro, ascoltato musica. Sempre di Arti si tratta.


Carlo Brignolo Gorla

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