domenica 16 maggio 2010

Lo stato incoraggi le famiglie, riconoscendo il ruolo delle Mamme



Oggi l’Italia, tra i paesi europei, è agli ultimi posti sia per tasso di natalità che per politiche efficaci in favore della famiglia.



Per far un paragone: Se un’azienda non esegue manutenzione alle proprie atrezzature, prima o poi andrà al collasso, fallirà. La stessa cosa vale per la famiglia e, conseguentemente, per la società.



Lo stato, o meglio la politica, sta penalizzando la famiglia e conseguentemente lo svilupo demografico. Certamente l’evoluzione del ruolo della donna, all’interno della società e quindi anche all’interno del nucleo familiare, non aiuta. D’accordo l’emancipazione femminile, che significa contare di più nella società e quindi dovrebbe anche significare maggior attenzione ai problemi della famiglia. Non sono d’accordo invece sull’eccessiva “spinta” carrierista delle donne.



E’ incontestabile che l’orologio biologico femminile fa scattare in ogni donna, come giusto che sia, la voglia di maternità. Questa però non può esser ridotta alla sola volontà di concepire e poi “esibire” la prole nei week end. Troppo spesso, oggi giorno, al desiderio di maternità non s’accompagna l’egual desiderio di prendersi cura, di allevare, di acudire la propria prole che, nella realtà dei fatti, vien acudita da persone terze, spesso straniere. I bambini, già a 2 anni, vengono depositati in asili/nido per parecchie ore al giorno.



Fatti naturalmente salvi i casi di forza maggiore, se ci si fermasse a riflettere sui costi di tutto ciò arriveremmo probabilmente al risultato che è tutto un giro a valore aggiunto uguale a zero. Mi spiego: Una donna lavora, percepisce uno stipendio minimo/medio e, a sua volta, deve mantenere una colf (non in nero, ovviamente) e pagare un asilo/nido…Beh ecco, tutto quello che guadagna, o una buona parte, lo deve poi girare a copertura dei costi. Il rimanente va per costi di trasferimento casa-ufficio ecc ecc.



Penso quindi ad una politica che intervenga proprio li, con aiuti tangibili al nucleo familiare; fors’anche proprio solo e soltanto in favore della donna in quanto madre, valorizzando la donna per il proprio ruolo naturale: Acudire la prole proprio nei primi anni, i più delicati. Forse, spero, aiuterebbe anche le donne moderne, emancipate, giustamente attive, a valorizzare se stesse ed il proprio ruolo facendo capire loro che, anche nel 2010, quella dell’educazione dei figli è o potrebbe essere la carriera di maggior successo e di più soddisfazione.



Sta ai politici capire che se si predispongono strumenti efficaci di sostegno, ne trarrà beneficio la donna che si riapproprierà della gioia di avere bambini, allevarli, proiettarli nella società per il giusto ricambio generazionale. Anche da questo si misura la ricchezza del paese.




Antonio De Simone