martedì 29 settembre 2009

Carlo BRIGNOLO GORLA Portavoce Ufficiale di DESTRAFUTURO



I sei promotori della iniziativa di partecipazione politica DESTRAFUTURO hanno nominato il Dott. CARLO BRIGNOLO GORLA come Portavoce Ufficiale del gruppo e l'Ing. MICHELE PUCCINELLI quale Coordinatore. La sede provvisoria di DESTRAFUTURO è in VIA STRAMBIO 9 a Milano, in Zona Città Studi. Contatti: destrafuturo@gmail.com

Il Comitato promotore:

Carlo Brignolo Gorla (Portavoce)
Antonio De Simone
Roberto Jonghi Lavarini
Flavio Nucci
Michele Puccinelli (Coordinatore)
Dario Vermi

Aderiscono alla iniziativa:

Franco Calderoni
Gianpaolo Calligarich
Mario Capponi
Lorenzo Castello
Alessandro Comneno d'Otranto
Giuseppe Costi
Prof. Fernando Crociani Baglioni
Prof. Antonio La Bollita
Franco Maestrelli
Prof. Giuseppe Manzoni di Chiosca
Francesco Marotta
Ademaro Massa
Gen. Ettore Poggi Pollini
Paolo Roccatagliata
Prof. Angelo Ruggero
Sergio Spinelli

lunedì 28 settembre 2009

L'applausometro della Festa del PDL

L'applausometro della Festa del PDL

Gli applausi, in democrazia, sono sempre indicativi del consenso reale del quale godono partiti ed esponenti politici. Dalla prima Festa nazionale della Libertà di Milano, organizzata dall'attivissimo Ignazio La Russa, sono giunti segnali precisi, forti ed inequivocabili, dei quali, i vertici del Popolo della Libertà dovranno forzatamente tenere conto.

Questi sono i risultati, peraltro sottolineati da tutti i giornali, dell'applausometro, fenomenale strumento di partecipazione e democrazia diretta, che misura lo stato d'animo, "il cuore e la pancia" della base militante e degli elettori del PDL:

1) Ovazione per il Presidente SILVIO BERLUSCONI, per il direttore de Il Giornale, VITTORIO FELTRI e per il Deputato GIANFRANCO PAGLIA (Paracadutista M.O.V.M.) che ha onorato i nostri Militari Caduti.
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2) Moltissimi applausi per il Ministro GIULIO TREMONTI, il Presidente-Governatore della Regione Lombardia, ROBERTO FORMIGONI, per UMBERTO BOSSI e i fedeli alleati della Lega nord.
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3) Applausi per i Ministri ANGELINO ALFANO, RENATO BRUNETTA, MARIA STELLA GELMINI ed IGNAZIO LA RUSSA, e per l'ex Sindaco di Milano, GABRIELE ALBERTINI.
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4) Pochi applausi per LETIZIA MORATTI e GUIDO PODESTA', rispettivamente Sindaco e Presidente della Provincia di Milano, per il Sindaco di Roma, GIANNI ALEMANNO (non contiamo il tifo organizzato dai suoi sostenitori), per il Ministro SANDRO BONDI e per l'On. DENIS VERDINI.
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5) Pochissimi applausi, diversi fischi e qualche contestazione al Presidente della Camera, GIANFRANCO FINI, al capo della "minoranza finiana" On. ITALO BOCCHINO ed all'On. DANIELE CAPEZZONE, per le loro proposte sinistre e radicaleggianti, del tutto estranee ai sentimenti ed alle idee della stragrande maggioranza del "popolo della libertà".
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Questo è realmente il "polso della situazione" che Ignazio La Russa e tutti i vertici della ex AN, devono prendere in seria considerazione, difendendo i valori tradizionali della destra, anche per non perdere una buona fetta di elettorato deluso!

Milano, 28 settembre 2009
Roberto Jonghi Lavarini

sabato 26 settembre 2009

Il futuro della destra italiana nel Popolo della Libertà: Valori, Idee, Cultura e Politica!


Il primo documento politico che sancisce la nascita del comitato DESTRAFUTURO:



“PORTEREMO CON NOI, NEL NUOVO PARTITO CHE ANDIAMO A COSTRUIRE, IL PDL, TUTTI I NOSTRI VALORI, NESSUNO ESCLUSO”


Questa affermazione, insieme all’urgenza indotta dalle circostanze, ha fatto si che l’auspicata unificazione nel “Popolo della Libertà”, sia avvenuta in modo quasi notarile, con poco spazio al dibattito, essendo fra l’altro esclusi emendamenti o modifiche alla mozione congressuale. Peraltro anche alle consultazioni di quest’anno (europee e amministrative) si è giunti senza una piattaforma politica che tenesse conto delle tradizioni e la specificità della Destra politica italiana.Occorre colmare tale “vuoto” ideale, che limita e confina i nostri valori nel Partito unitario e che, probabilmente, ha contribuito ad una affermazione elettorale inferiore alle sue potenzialità. Lavoreremo per riaffermare nel nuovo soggetto politico, il PdL, i valori e principi irrinunciabili della Destra italiana, quali emersi e affinati in tanti anni di battaglia politica, pena il ripetersi di situazioni di sofferenza, astensione e rifiuto da parte della militanza e dell’elettorato che proviene dalla Destra, che ha vissuto nella Destra e che si sente di Destra. Contribuiremo,oltre che con l’idee, anche con una proposta di qualificata presenza della Destra nella classe dirigente del nuovo Partito quale riferimento indispensabile di valori, di esperienze, di capacità, di militanza.Anche se l’attuale situazione politica non sembra preoccupante, la sconfitta della sinistra non è certo definitiva, specie se al nostro interno ci si mostra disponibili a condividere con questa opinioni e ipotesi in vista di inaccettabili accordi di potere o, peggio, per meschino opportunismo. A titolo esemplificativo, anche se non esaustivo, ricordiamo quelli che sono i nostri valori di riferimento e inalienabili:- l’affermazione del diritto naturale insito nell’uomo dalla nascita alla morte naturale- l’affermazione dell’idea nazionale con la corretta rivisitazione della storia italiana degli ultimi 150 anni- la difesa dell’identità del nostro popolo senza facili concessioni di cittadinanza e diritto di voto- la tutela dell’istituto della famiglia anche con incentivazioni alla procreazione e lasciando allo stesso piena libertà di educazione scolasticaNell’intento di rafforzare il nostro Partito proponendo alcune azioni da dibattere e concordare all’interno dello stesso e non fuori e tanto meno contro, suggeriamo:- il coinvolgimento degli iscritti alla formazione dei costituendi organi statutari, o al rafforzamento degli stessi quando già costituiti, anche con l’indicazione di candidature e incarichi- capillare proselitismo anche con la valorizzazione di tutti i Circoli attivi all’atto dello scioglimento dei partiti fondatori del PdL, meglio se affiancati da nuove forme associative quali previste all’art. 24 e 50 dello statuto del Popolo della Libertà. Ricordiamo che questi strumenti sono la necessaria cinghia di trasmissione fra gli iscritti e i dirigenti del Partito- maggiore disponibilità alle istanze popolari e degli elettori da parte degli eletti, per conservare il consenso dell’elettorato. La presenza fra la gente è stata una dei pilastri portanti di A.N., che ha permesso la sua sopravvivenza e quindi il radicamento anche in momenti difficili. I partiti che la hanno attualmente praticata sono stati abbondantemente premiati nelle ultime consultazioni elettoraliSono questi alcuni spunti che poniamo all’attenzione di iscritti al PdL e amici che, con la voglia di Destra, desiderano riproporre i propri valori all’interno del nuovo Partito, rivendicando spazio, progettualità e visibilità.Vogliamo portare con noi nel nuovo partito che andiamo a costruire, il PdL, tutti i nostri valori nessuno escluso!


Milano, 26 giugno 2009


Il Comitato Promotore, formato dai primi sei firmatari del documento:
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Carlo Brignolo
Antonio De Simone
Roberto Jonghi Lavarini
Flavio Nucci
Michele Puccinelli
Dario Vermi
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(Tale documento politico è stato ufficialmente consegnato al Ministro della Difesa, On. Ignazio La Russa, in quanto attuale Coordinatore Nazionale del Popolo della Libertà e, prima, di AN).
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Hanno ufficialmente aderito alla iniziativa:
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Lorenzo Castello
Alessandro Comneno d'Otranto
Giuseppe Costi
Prof. Fernando Crociani Baglioni
Prof. Antonio La Bollita
Prof. Giuseppe Manzoni di Chiosca
Francesco Marotta
Ademaro Massa
Paolo Roccatagliata
Prof. Angelo Ruggero
Sergio Spinelli

giovedì 24 settembre 2009

Articolo de La Voce: "Nasce DESTRAFUTURO"

Articolo tratto da: www.voceditalia.it 25 settembre 2009

Neonata corrente politico-culturale di destra all'interno del Popolo della Liberta'


Milano: Destrafuturo, nasce un nuovo gruppo politico"Porteremo con noi nel nuovo partito che andiamo a costruire, il Pdl, tutti i nostri valori. Nessuno escluso"


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Milano - Un centinaio di militanti, fra dirigenti ed amministratori locali della ex Alleanza Nazionale, trai quali Presidenti di Circolo, Consiglieri Comunali della Provincia, Consiglieri di Zona di Milano, oltre a storici esponenti della destra milanese hanno dato vita a Milano a Destrafuturo, corrente politico-culturale di destra all'interno del Popolo della Libertà.


Il Comitato Promotore del gruppo, coordinato dall'Ing. Michele Puccinelli, racchiude alcuni nomi di spicco come quello di Dario Vermi, già Vice Presidente della Provincia di Milano con Ombretta Colli, Flavio Nucci, già Consigliere Provinciale di Milano e Roberto Jonghi Lavarini, già Presidente della Terza Circoscrizione di Milano.


"Nessun passatismo ma la semplice affermazione di idee e valori tradizionali della destra italiana - affermano gli esponenti del neonato gruppo politico - Vogliamo dare il nostro contributo alla crescita, culturale prima che politica, del PDL." hanno dichiarato congiuntamente i membri del comitato promotore che su Fini preferiscono, diplomaticamente, non esprimersi: "Sosteniamo il Governo del Presidente Silvio Berlusconi e ci sentiamo vicini al Ministro della Difesa, Ignazio La Russa ed al Sottosegretario agli Esteri, Alfredo Mantica che ben rappresentano la destra lombarda". Destrafuturo sarà presente alla Festa della Libertà di Milano.


"Destrafuturo - come riportato sul volantino che verrà distribuito in tale occasione - nasce per arricchire e al tempo stesso tracciare insieme, nel PdL, il cammino della tradizione autentica. I nostri valori, emersi e affinati in tanti anni di battaglia politica, anche in condizioni difficili, sono quelli espressi nelle mozioni finali: del Congresso di Fiuggi, in quello di Bologna, nella Conferenza Programmatica di Verona e in quella di Napoli. Il loro abbandono, o addirittura il loro capovolgimento, crea situazioni di sofferenza e astensione dall’impegno politico da parte della militanza e allontanamento dell’elettorato che proviene dalla Destra, o che si sente di Destra"."Vogliamo dare voce - si legge - all’anima che ha sempre caratterizzato la Destra tradizionale, anche nel grande partito di maggioranza scelto dal popolo italiano, e confrontare le nostre opinioni, per dare opportunità e mezzi paritari a chi ha voglia e capacità di fare e non di subire".


FARE OCCIDENTE


Fare Occidente è un’associazione che si riconosce nei valori della cultura occidentale ed europea e si propone per l’incontro fecondo tra competenze, interessi, culture e professionalità. Ciò in adesione ai principi democratici ed alle regole delle istituzioni rappresentative, e con l’intento esplicito di rappresentare le tradizioni e le istanze della cultura occidentale.
L’associazione nasce orientata all’idea del fare e dell’approfondimento scientifico con l’intento di raggiungere l’obiettivo che a tutti noi sta particolarmente a cuore: essere comunità, comunità umana prima che politica. Il realismo che sarà presente in ogni iniziativa della nostra associazione non potrà e non dovrà confondersi con lo sterile associazionismo italiano.
E anche per questo abbiamo scelto, ed individuato, come nostro simbolo, la corda annodata e l’occidente, che ancorano alla nostra tradizione. Il nodo, infatti, è segno del legame forte che unisce chi si riconosce nei valori, nei principi e nelle idee della cultura occidentale e del popolo italiano in particolare, ma anche antico simbolo che ci impegna a conservare memoria degli impegni assunti. Il tricolore di cui è costituito il laccio annodato è segno che non richiede commento, mentre il carattere romanico prescelto è richiamo alle tradizioni del nostro passato.
Fare Occidente è Associazione che profitterà dei moderni strumenti di comunicazione offerti dalla rete, o da quelli più tradizionali della carta stampata, ma che prediligerà i momenti di incontro, siano essi di studio o di aggregazione, perché crede nel valore della persona e della solidarietà. Tutto questo, nella pacifica convivenza di popoli, Stati, etnie, razze e confessioni religiose, ma con particolare attenzione al popolo italiano, al suo Stato ed alla sua confessione religiosa.
Fare Occidente
per essere attivi, consapevoli, propositivi, occidentali, italiani, di destra.

Milano: Festa della Libertà e della identità nazionale.

LA RUSSA: La Festa della Libertà sarà all'insegna dell'identità nazionale

23 settembre 2009 ore 18:48

Sara’ dedicata all’identita’ nazionale la festa nazionale del Pdl, in programma al Lido di Milano da giovedi’ 24, a domenica 27 settembre. E’ stato questo il tasto piu’ battuto da uno dei tre coordinatori nazionale del Pdl, Ignazio La Russa, che vede proprio nell’identita’ nazionale "il filo conduttore" della 4 giorni milanese. "Noi del Pdl rappresentiamo l’unita’ nazionale e con la festa nazionale del Pdl vogliamo sottolineare questa nostra identita’.L’unita’ e l’indentita’ nazionale sono nella nostra cultura, e non e’ un caso che il Pdl sia nato dall’unione dei due partiti che si chiamavano ’Alleanza Nazionale’ e ’Forza Italia’. Siamo pero’ convinti che l’unita’ nazionale vada declinata tenendo conto delle specificita’ locali, tutti tasselli di un bellissimo mosaico che si chiama Italia. La specificita’ del Pdl e’ quella di essere un partito nazionale che parte dalla valorizzazione del territorio".In quest’ottica la 4 giorni del Pdl sara’ aperta dal ricordo dei militari italiani caduti nell’attentato di Kabul. "Sara’ un momento solenne", ha assicurato La Russa. Ma il tema dell’identita’ nazionale fara’ inevitabilmente scivolare il dibattito sul delicato terreno di immigrazione e integrazione. Una questione cruciale, sulla quale "possiamo di piu"’, ha garantito il Ministro della Difesa ribadendo le linee guida dell’azione avviata dal governo: "Severita’ e solidarieta’. Severita’ verso chi viene in Italia contravvenendo alle regole e solidarieta’ nell’accoglienza dei regolari".

In ricordo di Giorgio ALMIRANTE e Pino ROMUALDI


Il Senatore Alfredo Mantica, Sottosegretario agli Esteri del Governo Berlusconi e Dirigente del Popolo della Libertà (già di AN e del MSI) ricorda le figure di Giorgio Almirante e Pino Romualdi, storici esponenti della destra italiana.

http://www.youtube.com/watch?v=IP5681dGmvw&feature=player_embedded#t=207

La DESTRA secondo Giuseppe PREZZOLINI

CONSERVATORISMO VALORI
Il vero conservatore ha rispetto piuttosto per il tempo che per lo spazio, e tiene conto della qualità piuttosto che della quantità. Non disprezza le cognizioni, ma sa che non hanno valore senza i principi. Sa andare all’indietro perchè, per andare avanti, bisogna qualche volta arretrare per prender meglio la spinta.

VALORI TRADIZIONE
Il vero conservatore è persuaso di essere, se non l’uomo di domani, certamente l’uomo del dopodomani, che sarà riconosciuto quando i suoi avversari democratici avranno fatto fallimento. Il vero conservatore si sente rinnovatore delle leggi eterne dimenticate stupidamente, nascoste ipocriticamente, trascurate imponentemente, violate quotidianamente.

PROGRESSISMO
Il conservatore non è contrario alle novità perchè nuove; ma non scambia l’ignoranza degli innovatori per novità.

REALISMO
Il vero conservatore è per natura contro l’astrattismo, per il provato contro il teorizzato, per il permanente contro il transuente.

REALISMO PATRIOTTISMO SACRALITà
Gli elementi naturali della società sono per il vero conservatore la proprietà privata, la famiglia, la patria e la religione.

REALISMO SAGGEZZA
Il vero conservatore esalta il senso della responsabilità contro la leggerezza, l’improvvisazione, la negligenza, la procrastinazione, l’insolente sovvertimento e l’utopia. Il vero conservatore deve agire, ma con coscienza; pensare, ma con rispetto del passato; prevedere, ma senza dimenticare.

UTOPIA REALISMO
Il vero conservatore reputa utopici i programmi universali come abolire la povertà, l’analfabetismo, la fame in tutti i paesi del mondo; e propone programmi parziali, limitati a un dato paese, a un dato periodo di tempo per ottenere frutti sensibili.

PROGRESSISMO
Il vero conservatore considera l’idea di progresso come un errore logico, perchè non si sa se si progredisce se non si sa in quale direzione si va e dove ci si vuole fermare; è come un errore sperimentale, perchè non sempre ciò che viene dopo è migliore di quello che lo ha preceduto.

SOCIALISMO PESSIMISMO ANTROPOLOGICO
Il vero conservatore non ritiene che la povertà e l’insuccesso non siano dovuti sempre alle condizioni sociali o all’ignoranza degli individui; sa che dipendono da condizioni generali della vita, da scarsa capacità o da volontà di lavorare, da povertà d’immaginazione, da inferiorità o da accidenti fisici o fisiologici; ai quali si deve provvedere con la carità privata o pubblica, e, tanto meglio, quanto più diretta locale, e meno burocratica che possa essere; non già con modificazioni delle strutture sociali.

CONSERVATORISMO GOVERNO STATO
Per un vero conservatore il più importante scopo di ogni comunità è quello di mantenere intatte le proprie caratteristiche di usi, di costumi, di lingua e, quando è il caso, di razza e di religione; a questo scopo segue quello di assicurare al maggior numero il benessere necessario allo sviluppo di tutte le qualità potenziali dei singoli.

CONSERVATORISMO
Il vero conservatore sa che la distruzione o alterazione di una istituzione può provocare in altre istituzioni l’indebolimento dell’equilibrio generale di una società.

UOMO GOVERNO ISTRUZIONE MERITO
Separare i migliori elementi dai peggiori è per il vero conservatore il sistema più adatto allo sviluppo sociale, mentre il mescolare dei tardi con i pronti, dei sani con gli ammalati, degli intelligenti con gli stupidi, degli attivi con i passivi è il sistema più adatto a ritardarlo.

REALISMO UGUAGLIANZA COSTITUZIONE
Il vero conservatore è realistico; parte dal principio che gli uomini non sono uguali. Ogni costituzione che parta da principi differenti porta inevitabilmente con se enormi scompensi colmati soltanto da ipocrisie.

EGUAGLIANZA COSTITUZIONE
Gli uomini sono diseguali per salute, per età, per sesso, per apparenza, per educazione, per ingegno, per forza, per coraggio, per bontà, per onestà e per molte altre condizioni dovute alla ereditarietà ed alla fortuna. Ogni legislazione o costituzione che non tenga conto di questo è da considerarsi non soltanto vana ma dannosa.

CONSERVATORISMO PATRIOTTISMO
Il vero conservatore riconosce come legge naturale che ogni società lotta per conservare se stessa e, naturalmente, preferisce il proprio puzzo all’odore degli altri.

AUTORITà VALORI
Il vero conservatore sa che la maggiore fonte di rispetto sociale è l’autorità, che l’esempio vale più dei discorsi; e quindi cercherà di essere un campione, insieme con la propria famiglia, delle virtù che fanno generalmente guadagnare l’autorità: ossia il compimento dei propri doveri, l’onestà personale, la capacità di giudizio non partigiano, il mantenimento della parola data, la specchiatezza dei costumi, la coerenza dell’azione con il pensiero, la modestia nella vita sociale.

LIBERTà DIRITTI
Il vero conservatore sa che la libertà individuale è una grande fonte di scoperte, di invenzioni, di spinte; ma anche di oppressioni, di mutilazioni, di distruzioni dei più deboli. Nessuna regola esiste che misuri il momento in cui una libertà diventa nociva; ma è certo per il conservatore che la libertà personale non può essere un diritto, bensì è una concessione che lo Stato può negare, ritirare o moderare.

STORIA
Il vero conservatore sa che la storia non si ripete mai esattamente, e che nessuno impara dai suoi insegnamenti più di quello che è capace per natura di apprendere. Però sa che ci sono modelli di accadimenti che per natura possono suggerire attenzioni, precauzioni e soluzioni per evitare danni, decadenze, disastri: sempre che l’insegnamento non sia una formula e i provvedimenti non vengano misurati con la bilancia senza cifre di giudizio.

RICCHEZZA ISTRUZIONE
Il vero conservatore sa che la ricchezza non sostituisce la capacità, nè la povertà costituisce un merito; e che la migliore atmosfera sociale è quella nella quale i più attivi, i più onesti, i più colti, i più capaci, occupano i posti di comando. Il privare i pochi abili del poter sfruttare le opportunità che incontrano o inventano è una tirannia uguale al rendere schiavi i più per beneficio di pochi.

ISTRUZIONE IDENTITà
Il vero conservatore ritiene che in generale sia un bene che un popolo sia istruito, ma che non sempre l’istruzione favorisca la sua felicità e contribuisca a mantenere la sua identità.

PESSIMISMO ANTROPOLOGICO UOMO
Il vero conservatore è piuttosto pessimista per natura; non crede che gli uomini nascano buoni e siano fatti cattivi dalla società, bensì che quel poco di buono che ci si può aspettare dagli uomini è il risultato lento di secoli di lotta e di compressione della società per ottenere da esseri naturalmente aggressivi uno sforzo di collaborazione. Il vero conservatore sa che la devozione alla patria, il senso del dovere, il rispetto umano sono virtù di pochi.

DEMOCRAZIA DISPOTISMO
Il vero conservatore considera con sospetto tanto il dominio dei dittatori quanto quello delle folle.

DEMOCRAZIA
Il vero conservatore è convinto che la democrazia sia la forma di governo più facilmente corrompibile, e che specialmente quella parlamentare offra l’occasione e la tentazione ai deputati di approfittare del denaro pubblico, sia direttamente per loro e per le loro famiglie, sia indirettamente per comperare con favori dannosi al pubblico interesse alcune schiere di elettori, o nella propria città o in una determinata classe.

PROGRESSISMO
Il vero conservatore non reputa che per essere moderni occorra scrivere in modo da non essere intesi,; che per protestare contro le ingiustizie sociali si debbano portare i capelli lunghi e la biancheria sporca; che per provare l’uguaglianza dei sessi si invertano i sessi; che per mostrare l’apertura della mente si adottino i costumi di altri popoli; che per confermare la propria religione si accetti la religione degli altri.

LIBERTà DIRITTI
La libertà individuale è per il vero conservatore una fonte preziosa di vita in uno stato, ma va considerata piuttosto una concessione che un diritto.

DIRITTI
Il vero conservatore sa che per ogni regola generale ci sono delle eccezioni e ne terrà conto nella formulazione delle proibizioni.

CAPITALISMO POLITICA
Il vero conservatore spingerà la società a comprendere che i conflitti dei lavoratori con i capitalisti debbono esser risolti da un giudice senza il ricorso al barbaro e dispendioso sistema dello sciopero.

PESSIMISMO ANTROPOLOGICO SCETTICISMO
Il vero conservatore ritiene che gli uomini non siano buoni per natura, cioè capaci di superare l’egoismo personale e familiare necessario per vivere; e che, lasciati a se stessi, senza la necessità che li spinge a guadagnare, senza la minaccia della punizione che li tiene lontani dalla violazione delle leggi, senza gli incentivi dell’orgoglio e della vanità che li spingono a partecipare attivamente alla vita sociale, essi si darebbero nella maggior parte dei casi all’infingardaggine, poi alla baldoria e, finalmente, alla dissipazione dei beni ereditati.

GUERRA REALISMO UTOPIA
Per un vero conservatore le divergenze tra Stati non possono esser tutte risolte con accordi dipendenti da ragioni e discussioni; e nessun tribunale internazionale esiste che abbia la forza per imporre l’esecuzione dei propri giudizi. Cosicchè, per quanto sarebbe augurabile una soluzione pacifica dei conflitti, bisogna rassegnarsi alla possibilità delle guerre. In tal caso il vero conservatore accetta il parere di coloro che da secoli hanno riconosciuto la preparazione militare e le alleanze protettive come i migliori mezzi per render meno frequenti, perchè più difficili, le minacce e le aggressioni armate.

CONSERVATORISMO
Il vero conservatore accetta la necessita' dei cambiamenti politici, poiche' la storia e' cambiamento continuo; ma vuole che il cambiamento avvenga con prudenza, con successivi e tempestivi gradi.

CONSERVATORISMO REALISMO EGUAGLIANZA COSTITUZIONE
Il vero conservatore è realistico; parte dal principio che gli uomini “non sono uguali”. Ogni costituzione che parta da principi differenti porta inevitabilmente con sé enormi scompensi colmati soltanto da ipocrisie.

mercoledì 23 settembre 2009

"Tutti i nostri Valori, nessuno escluso"


“PORTEREMO CON NOI NEL NUOVO PARTITO CHE ANDIAMO A COSTRUIRE, IL PdL, TUTTI I NOSTRI VALORI. NESSUNO ESCLUSO. “

In un momento di grande tensione politica e – sovente – di personale smarrimento che molti dei militanti dell’ex Alleanza Nazionale attraversano, questa è stata l’assicurazione ed il viatico che a suo tempo hanno consentito l’accettazione di una svolta difficile da accettare quale la fusione di AN e FI.

Destrafuturo nasce per arricchire e al tempo stesso tracciare insieme, nel PdL, il cammino della tradizione autentica. I nostri valori, emersi e affinati in tanti anni di battaglia politica, anche in condizioni difficili, sono quelli espressi nelle mozioni finali: del Congresso di Fiuggi, in quello di Bologna, nella Conferenza Programmatica di Verona e in quella di Napoli.

Il loro abbandono, o addirittura il loro capovolgimento, crea situazioni di sofferenza e astensione dall’impegno politico da parte della militanza e allontanamento dell’elettorato che proviene dalla Destra, o che si sente di Destra. Alcune affermazioni e dichiarazioni, particolarmente quando provenienti dal mondo che era di AN, hanno generato preoccupazione e sconcerto, non solo all’interno del PdL, ma anche nella maggioranza parlamentare, da tutti noi votata, e quindi per il Governo espressione della stessa.

Se alcuni dei nostri attuali valori sono da riesaminare e aggiornare discutiamone in sede politica, quali sezioni, circoli, associazioni, militanti, e le relative conclusioni siano condizionanti per tutti, qualsiasi livello occupino, nessuno escluso. L’evolversi del pensiero può portare alcuni a non riconoscersi più nelle linee politiche definite e concordate; nuovi momenti di discussione potranno fare emergere nuove tesi e opinioni presentate e illustrate come proposte da iscritti, indipendentemente dalle posizioni occupate all’interno del Partito, e non subite perché affermate da cariche apicali.

Legittimo per chiunque cambiare parere e opinione, ma non è lecito mantenere posizioni ottenute con premesse e promesse successivamente non rispettate. Vogliamo dare voce all’anima che ha sempre caratterizzato la Destra tradizionale, anche nel grande partito di maggioranza scelto dal popolo italiano, e confrontare le nostre opinioni, per dare opportunità e mezzi paritari a chi ha voglia e capacità di fare e non di subire.

Il Comitato Promotore di Destrafuturo

Carlo Brignolo
Antonio De Simone
Roberto Jonghi Lavarini
Francesco Marotta
Flavio Nucci
Michele Puccinelli
Dario Vermi

Informazioni ed adesioni: destrafuturo@gmail.com

"Gianfranco Fini al bivio: ora scelga" (di Marcello Veneziani)

sabato 12 settembre 2009

Gianfranco Fini al bivio: ora scelga (di Marcello Veneziani)

di Marcello VenezianiNon c`è Gubbio, il Pdl è un partito monarchico. C`è un solo grande leader e poi basta. Ha il consenso della stragrande maggioranza del suo popolo e dei suoi parlamentari, compresi quelli che provengono da Alleanza Nazionale e dal vecchio Msi. Che si sono stretti intorno a lui e hanno detto chiaramente a Fini: se vuoi continuare il tuo percorso fallo per conto tuo, mettiti in proprio, non puoi trascinare il popolo, il partito, gli elettori e i loro rappresentanti in questa avventura personale. Un`avventura che guarda caso gode del consenso di chi si oppone al governo Berlusconi, a cominciare dalla stampa che lavora perla sua caduta.Certo, non ci piace affatto un Pdl caserma, sarebbe bello vedere vera dialettica e intelligente dissenso sulle cose, ma interno al quadro di riferimento del centro-destra e non esterno; ed un dissenso non spocchioso e acido, un dissenso non mirato a indebolire il governo in carica, ma puntato a costruire, a indicare altre priorità, altri stili di vita, altre opzioni, compatibili con l`area di provenienza.Qui siamo invece al capovolgimento delle linee guida dei partito, alla condivisione di molti obbiettivi politici dell`op posizione, all`insofferenza politica e personale, quasi al fastidio verso la leadership. Fini come Bersani sposa il nuovo esorcismo contro Berlusconi: è cominciato il suo declino, ecco la parola magica. Umanamente è comprensibile che Fini si senta schiacciato dalla personalità debordante del premier; sempre vice, sempre dietro di lui; ma bisogna anche accettare la realtà, i divari e i risultati, aver pazienza, saper conquistare la propria base elettorale sul piano dell`agire e non ottenere gradimenti pelosi dall`opposizione.Perché la differenza vera tra Berlusconi e Fini, al di là di tutto, è sul fare. Sul dire magari Fini è più misurato, anche quando dice il contrario di quel che diceva poco tempo fa, lo dice con misura, perfino con garbo. Berlusconi invece è esagerato. Però Berlusconi fa, Fini no. Berlusconi agisce, costruisce, inventa, vince le campagne elettorali, sconfigge le armate nemiche, sopravvive a giudici, escort, stampa, foto, intercettazioni, malattie e inghippi coniugali, pugnalate amiche, assalti di ogni tipo. Fini invece agisce godendo del favore esterno, anche se ora fa la vittima. E in solitudine rispetto al suo popolo, a quel popolo che lo ha eletto e mandato in alto e a cui ha voltato le spalle. Fini viene dalla destra e va verso il nulla. Berlusconi viene dal nulla ma ha creato una realtà altrimenti impossibile nel nostro Paese: un governo, un partito di maggioranza, una leadership.Fini è algido, Berlusconi è sanguigno. Berlusconi ha fondato dal nulla Forza Italia, e poi il Polo e la Casa della libertà, ha messo insieme cani e gatti, leghisti e nazionalisti, cattolici e laici, e infine con un colpo plateale, ha fondato il Popolo della libertà. Ha vinto tre elezioni e ha rischiato di vincere una quarta; mentre almeno in due su quattro competizioni elettorali Fini e Casini gli remavano contro o quantomeno non credevano al successo elettorale, Fini si iscrisse a un partito, il Msi, fu portato agli allori da Almirante; poi Tatarella e un gruppo di pensanti, inventò Alleanza Nazionale e a cose fatte lo chiamò alla guida; infine Berlusconi lo portò prima nel Polo e poi al governo. Uno ha fatto, l`altro si è accodato. Uno ha inventato, l`altro ha saputo presentarsi in tv. Uno è leader, l`altro è speaker. Uno governa e ha costruito molto in vita sua, da imprenditore prima che da politico; l`altro ha solo parlato, ma non ha governato neanche un piccolo comune, né ha altre esperienze professionali fuori della politica. E poi Berlusconi non ha negato il suo passato, le sue amicizie, incluso quella di Craxi. Fini da quindici anni nega le idee, le parole e gli amici del giorno prima: i neofascisti, i lepenisti, poi i conservatori, poi i cattolici, poi gli alleati, leghisti inclusi.Da lui accusati di sostenere una legge razzista che reca il suo nome accanto a quello di Bossi. Berlusconi sbaglia quando è incauto nella sua vita privata, quando non distingue tra ricreazione e politica, quando riceve negli stessi luoghi statisti e zoccole, e non usa precauzioni nel filtrare la gente che gli entra in casa.Dovrebbe liberarsi di tanti cortigiani, essere più selettivo, spendersi meno. Dovrebbe governare le sue ossessioni, la sua esuberanza, anche verbale. Ma fa tutto alla luce del sole, fa tutte le cose in grande, anche gli errori. Stendiamo un velo pietoso sulla vita privata d`altri leader; ma se dovessimo accettare il teorema che un leader politico va giudicato nella sua affidabilità anche dalle scelte private, verrebbero fuori paragoni non proprio esaltanti. Ma per noi il privato è il privato, e la sua incidenza sul pubblico non sarà inesistente ma nìarginale, merita rispetto, non può diventare l`argomento per privare il Paese del governo più lungo e più coeso della sua storia.Berlusconi fa e strafà, parla e straparla, moderato nel fare, smoderato nel dire. Ma è il leader che ha conquistato sul campo la guida del Paese, che è in testa ai consensi popolari, che governa con passione efficace e ci mette l`anima nel suo lavoro. E lavora tanto, dovete riconoscerlo. Certo, esagera.Per esempio esagera quando dice di essere il migliore presidente del Consiglio della storia d`Italia; io ne ricordo cinque o sei che hanno davvero grandeggiato nella nostra storia, ed almeno un paio nella storia della nostra Repubblica (dico De Gasperi e Craxi, perlomeno). Però è vero che Berlusconi ha governato più a lungo nel nostro Paese e già questo è significativo.E senza avere un grande partito e una grande tradizione alle spalle, come fu la Democrazia Cristiana; lui ha fatto da sé. Volete negare che fosse solo per questo, Berlusconi è entrato nella storia, mentre altri a malapena galleggiano nella cronaca politica? Fini oggi ha due possibilità: una è quella di mettersi in proprio e continuare il suo ruolo di solista, senza più giocare questo ruolo ambiguo, super partes ma di parte. L`altra, di rivedere la sua strategia, riportare il suo dissenso dentro la realtà del suo popolo, dei suoi elettori, della loro sensibilità, criticando ma non giocando allo sfascio. La prossima mossa tocca a Fini. Berlusconi dovrebbe solo aprire le braccia, in segno di accoglienza o di rassegnazione.

Fonte: http://www.ilgiornale.it/

"Ecco perchè Fini non può dire qualcosa di destra" (di Pietrangelo Buttafuoco)

giovedì 10 settembre 2009

Ecco perché Fini non può dire qualcosa di destra (di Pietrangelo Buttafuoco)

di Pietrangelo ButtafuocoE se la vera destra fosse quella lì, caro Direttore, quella rivendicata dal Secolo d’Italia che si erge a difesa di Gianfranco Fini? Chiediamocelo. Senza spirito di polemica. Perché quello che sta dicendo il presidente della Camera dei Deputati, in punto d’argomento, può anche essere condivisibile. La destra è per sua natura laica, ghibellina, pragmatica. Condivisibile dunque. La destra è un progetto di comunità spirituale prima ancora che di massa. La destra ha un solo riferimento sociale: la modernità, l’epoca contemporanea al proprio tempo dove mette in cantiere il proprio patrimonio spirituale. E la destra è senza dubbio quella descritta da Flavia Perina e da Luciano Lanna nel loro giornale. Solo che non è attendibile. Perlomeno con la faccia di Fini. Perché la destra non può essere ridotta alla biografia aggiustata di un uomo solo.La vera destra, appunto, è quella raccontata dai redattori del Secolo. È quella che con tutti i padri nobili del conservatorismo, del polemismo borghese e antiborghese, del pragmatismo nazionale e cosmopolita dei Giuseppe Prezzolini fa il Novecento. La vera destra è certamente quella evocata nella testimonianza di Michele Serra, giustamente identificata nella patria reazionaria dei galantuomini. Ed è quella che dalla stagione prefascista accompagna l’Italia nell’alveo culturale di una memoria: la civiltà universale di Roma. Certo che la vera destra è quella spiegata dal Secolo d’Italia. Solo che questa chimera della destra non è credibile in bocca a Gianfranco Fini. Altrimenti non si capisce come mai nel mettere in elenco i momenti migliori del Msi, Pino Romualdi e Beppe Niccolai per esempio, omaggiati dal giornale di via della Scrofa, si eviti di spiegare un unico dettaglio: come mai Gianfranco Fini era sempre contro e fuori questi momenti migliori. Nel Msi lui è stato il capo di un’area retriva e nostalgica. Era contro anche quel Pino Rauti che, con la sua teoria dello sfondamento a sinistra, con la sua lungimiranza di calabrese sognatore, potrebbe essere il vero precursore del Fini di oggi se solo si volesse essere maliziosi ma noi, caro direttore, vogliamo la serenità di giudizio.Basterebbe, infatti, riascoltare attraverso l’archivio di Radio Radicale i tanti congressi di quel partito per ritrovare l’avanguardia e la lucida capacità d’analisi di quei capi missini contro il balbettio perbenista dei gerarchi finiani; basterebbe rileggere la produzione intellettuale di ciò che era la Nuova Destra di Marco Tarchi per avere cognizione del livello di un mondo, così effervescente e curioso del dibattito culturale, da essere messo alla porta senza tanti complimenti dal finismo. Ovviamente gli strumenti intellettuali tra il fondatore di Ordine Nuovo e Fini sono diversi, non vogliamo certo maramaldeggiare facendogli degli esami, ma non si capisce proprio questo punto: perché dovrebbe essere lui l’erede di un mondo che lottò sempre? Lui che si lascia alle spalle la specchiata italianità di un Roberto Menia per sposare gli applausi del conformismo di sinistra? Se ci fosse corrispondenza tra ciò che dice, tra ciò che il Secolo gli fa dire, con ciò che pensa, come minimo dovrebbe chiamare Tomaso Staiti di Cuddia, erede e sintesi della storia dei Romualdi e dei Niccolai, e pregarlo di rientrare non senza avergli chiesto scusa. Se fosse vero che la destra di Fini è quella che Il Secolo gli cuce addosso dovrebbe innanzitutto convertirsi a quel Msi degli eretici cui fece guerra in nome del nostalgismo, e solo per spirito di bottega, e dovrebbe farlo anche in coerenza al suo essere oggi un antifascista.Se il quotidiano di ciò che fu il Msi, ieri An, oggi componente finiana del PdL, sente la necessità di proteggere il proprio leader corredando la perorazione con ben sette pagine si capisce che il livello di tensione è alto. L’eredità del berlusconismo è posta troppo alta. Lo difendiamo anche noi, caro direttore, dagli attacchi dei detrattori, di tutti quelli che gli danno addosso vestendolo quale traditore, badogliano, pupo di pezza della sinistra, ultima vestale del politicamente corretto qual è ormai il presidente della Camera. Ma quello che lui dice, corrisponde a ciò pensa?

Fonte: http://www.libero-news.it/webeditorials/view/2497

lunedì 21 settembre 2009

Festa della Libertà a Milano

GIOVEDÌ 24 - 17.00

AperturaRoberto Formigoni , Guido Podestà, Massimo Corsaro, Laura Ravetto, Romano La Russa, Luigi Casero, Alessandro Colucci, Umberto Maerna, Viviana Beccalossi.17.30 Assemblea dei Consiglieri di zona di MilanoCon R. De Corato, M. Palmeri, A. Mascaretti.18.00 L’Identità Nazionale: essere italiani oggiSandro Bondi, Ernesto Galli della Loggia, Giuseppe Caldarola, Roberto Formigoni.Introduce: Ignazio La Russa20.30 Cena con i Consiglieri e Assessori Provinciali e dei Comuni capoluogo intervistati dalla stampa milanese21.00 Grande ritorno insieme dei Gatti di Vicolo MiracoliJerry Calà, Umberto Smaila, Franco Oppini, Nini Salerno

VENERDÌ 25 - 11.00

Assemblea dei Consiglieri Regionali e di tutti gli eletti PDL della lombardia. G. Collino, M. Valducci, G. Podestà, M. Corsaro.Il governo Berlusconi mantiene gli impegni: Incontro con i Ministri 16,30 M. Carfagna, G. Meloni, R. Maroni, A. Alfano, R. Fitto.Modera: Mario Giordano17.30 A. Matteoli, R. Brunetta, R. Calderoli, M.V. Brambilla, C. ScajolaModera: Maurizio Belpietro18.45 Il Presidente del Senato Renato Schifani intervistato da Augusto Minzolini20.30 Cena di Gala con Renato Schifani e consegna dei premi «Le Eccellenze d’Italia»Introduce: Denis VerdiniSegue al termine Concerto con Rosalia MisseriVoce della Tosca nel musical di Lucio Dalla

SABATO 26 - 10.30

La scuola d’ItaliaAssemblea e dibattito con M.S. Gelmini e R. Fitto. Modera: A. SallustiL’Europa 20 anni dopo la caduta del Muro di Berlino 12.30 Pranzo con tutti i Deputati Europei.15,00 A. Tajani, M. Mauro, D. Sassoli, A. Ronchi, A. Mantica, R. Angelilli.Modera: M. Caprara16.00 L’Italia oltre la crisi: competere e partecipareEmma Marcegaglia, Raffaele Bonanni e il Presidente della Camera Gianfranco Fini.18.00 L’Italia vista dal ParlamentoM. Gasparri, F. Cicchitto, M. Lupi, G. Quagliariello, I. Bocchino. Modera: David Parenzo20.00 Cena con i Parlamentari e gli Assessori Regionali LombardiIntervistati da: Roberto Poletti21.00 I Cantori Italiani di Bruno ConteViaggio nella Canzone Italiana da Modugno e Battisti fino ad oggi Segue Cabaret con Gianfranco D’Angelo

DOMENICA 27 - 9.30

Santa Messa all’aperto.10.30 Assemblea dei seniores del PDL con Servello e Pianetta.10.30 Ferruccio Fazio e L. Bresciani con la Associazione Ippocrate. «Influenza A»: una psicosi da evitare. Modera: S. Arrigoni12.30 Incontro con Giulio Tremonti14.30 Dibattito: Le donne del PDL con B. Saltamartini, B. Lorenzin.15.30 Pagine di storia e di cultura italianaLetture di Giorgio Albertazzi 16.00 I Sindaci d’Italia orgoglio d’EuropaLetizia Moratti, Gianni Alemanno, Beppe Scopelliti, Diego Cammarata. Modera: Mario Orfeo17.00 Il PDL: il partito degli italianiD. Verdini, S. Bondi, I. La Russa con G. Rotondi, L. Ravetto, M. Martinelli, D. Capezzone, A. Fontana, A. Balboni 18.00 Silvio Berlusconi 20.00 Grande Festa di ChiusuraOXXXA Band - Cabaret de La Corte dei Miracoli Lotteria e pizza gratis per tutti

La DESTRA del FUTURO