lunedì 28 dicembre 2009

martedì 22 dicembre 2009

Auguri - Santo Natale 2009


Milano, 22 dicembre 2009


Auguro a Voi ed ai Vostri cari un sereno Santo Natale, in Famiglia e nel solco della nostra Tradizione cristiana ed europea, invitandoVi a festeggiare la nascita di Gesù Bambino (Re Sole solstiziale) in maniera sobria e riflessiva, con lo sguardo ed il cuore rivolti a coloro, purtroppo tanti, che stanno "peggio di noi", sopratutto in questo periodo di crisi economica e sociale. Torniamo ad essere Comunità ed a pensare al nostro prossimo (etimologicamente a colui che ci è più vicino), cioè agli Italiani bisognosi, soli e malati (sopratutto anziani), esprimendo loro la nostra concreta vicinanza e solidarietà cristiana, patriottica e cameratesca. Il 2010 dovrà essere l'anno della riscossa, culturale e sociale, prima che politica, della vera Destra (popolare ed identitaria), in Lombardia ed in tutta Italia, ed io Vi confermo il mio personale impegno in questa comune Battaglia Ideale di Valori e di Civiltà, chiamandoVi simbolicamente "all'armi". A Voi ed ai Vostri cari auguro un felice Anno Nuovo, ricco di soddisfazioni personali e di benessere spirituale, fisico ed anche economico. Dio benedica noi, le nostre famiglie e la nostra amata Italia.


Roberto Jonghi Lavarini

mercoledì 16 dicembre 2009

Menomale che Silvio c'è...




MARAMALDO


Con una mano lo abbraccia e con un'altra lo pugnala alla schiena con una critica tanto pesante quanto elementare ed inutile (da gran cerimoniere lo definisce Feltri ) Fini impartisce la sua lezioncina al governo di cui Berlusconi è il premier, governo voluto dalla maggioranza eletta dai "cittadini' e di cui anche lui è espressione. Se non si riconosce più in detta maggioranza ha un'onesta e semplice possibilità: DIMETTERSI. Così finiremo di vergognarci per averlo tenuto presidente A.N. per tanto tempo


PUM

PDL-LEGA: una forza invincibile!


"Vogliamo rafforzare l'alleanza politica fra il POPOLO DELLA LIBERTA' di SILVIO BERLUSCONI e la LEGA NORD di UMBERTO BOSSI che, insieme, sono una forza invincibile, almeno nel nord Italia" ha dichiarato ROBERTO JONGHI LAVARINI, Presidente del Comitato DESTRA PER MILANO (LiberaMente nel PDL), incontrando l'amico On. MARIO BORGHEZIO, Europarlamentare e vulcanico esponente leghista. "Insieme abbiamo già avviato l'edizione della nuova rivista mensile IL BORGHESE DEL NORD, già in edicola, ma abbiamo in cantiere diverse iniziative culturali trasversali, tese a riscoprire l'anima popolare ed identitaria del centro-destra ed a radicarci, sempre di più sul territorio e fra la gente" ha dichiarato ancora JONGHI che ha ringraziato BORGHEZIO definendolo "storico esponente della destra tradizionale, uomo di profonda cultura e straordinaria umanità". "Ora più che mai, dobbiamo serrare i ranghi e marciare uniti, la maggioranza degli Italiani è con noi" ha concluso ROBERTO JONGHI, noto esponente della destra radicale, ora militante nel PDL. (a cura di Silvia Comneno d'Otranto)

DESTRAFUTURO con BERLUSCONI


Incontro con gli onorevoli Fidanza e Frassinetti


martedì 15 dicembre 2009

BERLUSCONI ringrazia DESTRAFUTURO



Caro Roberto,

Grazie di cuore ai tantissimi che mi hanno mandato messaggi di vicinanza e di affetto.

Ripeto a tutti di stare sereni e sicuri. L’amore vince sempre sull’invidia e sull’odio.

Silvio Berlusconi

Milano, 15 dicembre 2009


DESTRAFUTURO: la destra che dialoga!


"La nostra Identità di Europei e di Cristiani è così profonda e radicata che non temiamo ma anzi cerchiamo il dialogo ed il confronto con tutti, nel pieno rispetto reciproco" così ha dichiarato Roberto Jonghi Lavarini, esponente di DESTRAFUTURO incontrando, a Milano, lo Sceicco Abd al Wahid Pallavicini, famoso Maestro Sufi, carismatico Presidente del COREIS (Comunità Religiosa Islamica) e uomo di grande cultura tradizionale.

lunedì 14 dicembre 2009

Politica e internet: opportunità e pericoli!

Una delle prime funzioni di internet fu lo scambio di informazioni tra scienziati e centri militari. Ai tempi si chiamava Arpanet ed era la spina dorsale del sistema di comunicazioni americano. Nel tempo questo sistema si è evoluto fino a divenire cio' che oggi conosciamo. Negli ultimi anni i Social Network sono divenuti una valido strumento per riconnettersi con vecchi amici persi di vista, intrecciare relazioni lavorative e, perche' no, fare politica. Tuttavia, dopo gli sconvolgenti fatti di violenza di oggi, una cosa mi colpisce: a poco meno di un ora dall'attacco ai danni del Primo ministro Silvio Berlusconi, su un famoso Social Network utilizzato da milioni di italiani è apparso un "gruppo di sostegno" a nome dell'aggressore del Primo ministro. Questo fatto dovrebbe insegnarci qualcosa di importante. La rete è un opportunità per lo scambio di idee, nessuno può limitare il libero scambio di informazioni in rete a meno che si scelga uno stato di polizia.Ma come è possibile che, a seguito di un fatto cosi' grave, un Social Network abbia visto nascere un gruppo di sostegno che sosteneva apertamente l'atto di violenza teste' descritto? Gia' da tempo le grandi aziende hanno istituito gruppi di studio e osservatori per monitorare il loro marchio, e la relativa opinione tra il pubblico della rete.Sarebbe opportuno che, a seguito dei fatti di oggi, si costituisse un osservatorio, composto da esperti di comunicazione, al fine di valutare le opinioni in rete e comprendere le problematiche e i disagi sociali di singoli o gruppi della popolazione italiana, che possono generare situazioni e "gruppi di sostegno" che inneggiano alla violenza.La comprensione dei disagi dei cittadini è fondamentale al fine di prevedere ed evitare situazioni come quella di oggi e, dato che la democrazia si esprime liberamente in rete, comprendere gli stati d'animo dei cittadini in rete è quanto mai fondamentale.

Enrico Verga - Destrafuturo

domenica 13 dicembre 2009

Solidarietà al Presidente Berlusconi!


Milano, la granda manifestazione popolare del PDL in Piazza Duomo è stata, prima disturbata da un gruppo di facinorosi provocatori comunisti, e poi rovinata da un vigliacco che ha aggredito il Presidente Silvio BERLUSCONI, spaccandogli il labbro. Questa è la "democrazia" antifascista della sinistra comunista e giacobina: odio, bugie e violenza!


sabato 12 dicembre 2009

PDL MILANO


Roberto Jonghi Lavarini con gli amici Manfredi Palmeri (Presidente del Consiglio Comunale di Milano, a sx) e Marco Osnato (Presidente della Commissione Trasporti e Viabilità del Comune di Milano e vice-Coordinatore cittadino del Popolo della Libertà, a dx), nella sede del PDL di Corso Vittorio Emanuele. La nuova classe dirigente del centro-destra, la futura classe dirigente dell'Italia, con in mano la rivista mensile Il Borghese del Nord, si prepara ad accogliere, domani in Piazza Duomo, il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.

venerdì 11 dicembre 2009

DESTRAFUTURO con SILVIO BERLUSCONI (2)



Ipocrisia non è garanzia

L'invettiva sui giudici sarà un po' aspra, ma la ragione è di Berlusconi.


da il Foglio

Silvio Berlusconi ha detto chiaro e tondo (secondo i suoi autorevoli critici troppo chiaro e troppo tondo) che in Italia la sovranità sta passando dal Parlamento, sede della rappresentanza nazionale, al "partito dei giudici" che si avvalgono dell'appoggio della Corte costituzionale, trasformatasi da organo di garanzia in organo politico.Gianfranco Fini ha obiettato che se è vero che secondo la Carta "la sovranità appartiene al popolo" questo "la esercita nelle forme e nei limiti" previsti dalla Costituzione. Giorgio Napolitano si è rammaricato e ha difeso la Consulta con parole amareggiate. Il punto, in linea di fatto se non di diritto, è che la sovranità popolare non è stata limitata, ma manomessa e capovolta da quando la Prima Repubblica è stata decapitata per via giudiziaria, da quando un pronunciamento della procura milanese in perfetto stile sudamericano ha imposto la sua volontà su quella del Parlamento, da quando l'uso di un avviso di garanzia per un reato del quale poi Berlusconi è stato giudicato innocente ha provocato il ribaltamento della maggioranza politica scelta dagli elettori. Organi di garanzia che agiscono sempre nello stesso senso, che anziché garantire l'esercizio della sovranità popolare la stravolgono e la capovolgono sistematicamente, hanno se non una natura, sicuramente una funzione politica. La "leale collaborazione- di cui parla il capo dello stato sarebbe una bellissima soluzione, che però è stata metodicamente negata. Questi sono i fatti, anche se essi si sono sempre ammantati di opacità varie e formali.Proporsi di cambiare questo stato di cose attraverso modifiche costituzionali tese a restaurare la sovranità popolare e la centralità del Parlamento è perfettamente lecito. Il problema, caso mai, consiste nella strategia da adottare per ottenere il risultato. Da questo punto di vista, si può dubitare che la via migliore sia quella dell'invettiva e dell'accusa, anche se si deve constatare che tutti i tentativi precedenti di ottenere qualche risultato attraverso vie più diplomatiche sono stati bloccati. Affrontare il problema in modo esplicito fino alla irriverenza, naturalmente, comporta seri rischi e mette sotto pressione la stessa maggioranza, ha però il pregio di stabilire un criterio non ipocrita di verità e di rinviare in forme legittime al giudizio del popolo. E' la Costituzione stessa a prevedere un giudizio popolare sulle riforme istituzionali, e questo non è populismo.


11 dicembre 2009

DESTRAFUTURO con SILVIO BERLUSCONI


Berlusconi cerca il voto anticipato

Decisivo il pantano politico degli ultimi tre mesi. Parlerà domenica a Milano. Respinta la richiesta di chiarimento di Fini.


di Andrea Camaiora da il Clandestino

«Permettetemi di parlare un secondo del mio Paese». Silvio Berlusconi coglie l'occasione del suo intervento davanti alla platea del congresso del Ppe a Bonn per ripercorrere i temi prediletti: i giudici che si sono sostituiti al Parlamento, la sinistra allo sbando, la maggioranza coesa e il premier «super forte e con le palle». Non una breve digressione, ma un nuovo duro attacco alla magistratura, alla Consulta e al presidente della Repubblica. E l'annuncio di voler mettere mano alla Carta costituzionale. Parole che hanno scatenato la reazione non solo dell'opposizione, ma anche del presidente della Camera Fini che ha immediatamente commentato: «Berlusconi chiarisca il suo pensiero». Durissimo il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che in una nota ufficiale parla di «violento attacco contro fondamentali istituzioni di garanzia». Il presidente del Consiglio, tuttavia, non ha alcuna voglia di smussare gli angoli e, contrariamente al suo carattere, decide di farsi “convesso” e risponde alla prima e alla terza carica dello Stato che «Non c'è niente da chiarire. Sono stanco delle ipocrisie, tutto qua».Perché Berlusconi è andato al congresso dei popolari europei e, invece di lavorare di cesello su Casini, come auspicava anche ieri dalle colonne del nostro giornale Gianfranco Rotondi, ha di nuovo mandato all’aria il tavolo? Eppure, dopo le chiacchiere fuori onda di Fini e il lavoro faticoso delle colombe del Pdl, sembrava si fosse trovata un accordo tra il presidente della Camera e il presidente del Consiglio sui temi, delicatissimi, del cosiddetto legittimo impedimento e del processo breve. Per giunta il voto compatto del gruppo Pdl e della maggioranza in difesa del sottosegretario Cosentino dovrebbero aver contribuito a rasserenare gli animi tra berluscones e finiani.Scartando l’ipotesi che Berlusconi sia matto, resta da pensare soltanto che egli abbia assunto una scelta ampiamente premeditata. A gennaio saranno trascorsi due mesi dall’accordo, durato lo spazio di una notte, tra Berlusconi e Fini in materia di giustizia e poco meno di tre dalla sentenza della Consulta che ha disintegrato il lodo Alfano. E da tre mesi il governo è impantanato. Berlusconi odia il pantano: la sua idea di azione politica e di governo è tutta dinamica, figuriamoci se riesce a sopportare un’inattività così prolungata. La settimana scorsa, infatti, al termine dell’inaugurazione dell’alta velocità Milano-Torino, Berlusconi era parso alquanto giù di morale e si era rianimato solo dopo l’incontro con i giovani della “Gladio azzurra” di Mario Valducci. Fonti vicinissime al premier accreditano dunque l’idea che con questa mossa, il presidente del Consiglio cerchi il voto anticipato. «Ci deve aver ripensato» dice un deputato meridionale della maggioranza, che spiega: «Berlusconi deve aver ricordato Mike Buongiorno e il celebre “Rischiatutto”. In fondo – prosegue – quale finestra migliore delle elezioni regionali? Votando in election day, il leader del Pdl punterà a fare cappotto e contenere anche la Lega Nord che, con lui in campo direttamente, non potrà dilagare in Lombardia e Veneto». Uno scenario avvalorato dal fatto che domenica, nella piazza del duomo di Milano, è prevista alle 17.00, un’ora decisamente predellinesca, una manifestazione di pre adesione al Pdl cui parteciperà Berlusconi in persona. I telefoni della sede azzurra di viale Monza bollono da ore per assicurare una massiccia presenza. Che il Cavaliere si prepari davvero ad un predellino2? Se fosse così, lo starebbe facendo calendario alla mano: dopo aver incassato Cosentino, la Finanziaria e il bagno di folla milanese, il premier incontrerà l’ufficio di presidenza del partito. Lo stesso ufficio di presidenza che aveva approvato all’unanimità il suo piano di azione alcune settimane fa. Difficile che il suo partito gli neghi il pieno sostegno.

11 dicembre 2009

PDL MILANO






IL BORGHESE DEL NORD


Milano, venerdì 11 dicembre 2009

La presentazione ufficiale della nuova edizione mensile della storica rivista della destra italiana, si terrà lunedì prossimo, 14 dicembre, alle ore 17.30, presso la Sala Stampa del Consiglio della Regione LOMBARDIA, in Via Fabio Filzi 22 a Milano. Interverranno il Direttore ROBERTO TIMELLI, l'editore-promotore FRANCO POLVER, l'eurodeputato leghista MARIO BORGHEZIO, rappresentanti del mondo della cultura e della imprenditoria, associazioni professionali e di categoria, esponenti del Governo ed amministratori locali, dirigenti del Popolo della Libertà e della Lega Nord. Siete tutti invitati, calorosamente a partecipare: assisterete non solo alla partenza di una nuova iniziativa editoriale ma all'inizio di una avvincente sfida politica e culturale, assolutamente trasversale ma, finalmente, orgogliosamente di destra!

Roberto Jonghi Lavarini (membro del comitato promotore)
robertojonghi@gmail.com - 346.7893810

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mercoledì 9 dicembre 2009

Milano: Convegno sulla Sicurezza


Convegno SICUREZZA A MILANO pensieri, azioni e strategie
Evento organizzato dal Gruppo Consiliare PdL della Provincia di Milano
Data evento: 16/12/2009 alle ore 21:00
Presso il seguente indirizzo:Indirizzo: Corso Monforte 35Città: Milano
Per contatti:02/77402328pdl@provincia.milano.it

Tesseramento PDL a Milano



Consegna della tessera PdL n° 1 al Presidente Silvio Berlusconi


Domenica 13 dicembre 2009 alle ore 17.30, alle spalle del Duomo di Milano, si terrà la cerimonia di consegna della tessera n° 1 del Popolo della Libertà al Presidente Silvio Berlusconi.


Vi segnaliamo inoltre anche i seguenti appuntamenti:-


“Porte aperte al PdL”: venerdì 11 dicembre 2009 dalle ore 17.30 alle ore 21.00, presso la sede di viale Monza 137, i cittadini potranno incontrare gli esponenti politici delle Istituzioni milanesi ed effettuare l’iscrizione;-


“Giornate del tesseramento”: sabato 12 e domenica 13 dicembre 2009 dalle ore 10.00 alle ore 18.00 saranno presenti sul territorio di Milano i gazebo (elenco in allegato) presso i quali sarà possibile iscriversi al PdL.


Cordiali saluti,


On. Luigi Casero – Coordinatore Città di Milano

Marco Osnato – Vicecoordinatore Vicario Coordinamento Città di Milano

Milano: Convegno di Geopolitica


Noi riteniamo che gli attacchi al nostro Presidente Berlusconi siano sostenuti, se non ispirati, da centri di poteri di oltre frontiera. Nel corso del convegno parleremo di come la caduta del muro di Berlino e la crisi finanziaria del mondialismo stiano modificando radicalmente gli equilibri di potere stabiliti nel 1945 a Yalta.

Luciano Buonocore
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Dario Vermi al Piccolo Teatro di Milano



DARIO VERMI, ex vice-Presidente della Provincia di Milano e promotore di DESTRAFUTURO, è stato nominato membro del Consiglio di Amministrazione del PICCOLO TEATRO di Milano, dal Presidente della Provincia, On. Guido Podestà.

All'amico Dario, milanese doc ed uomo di profonda cultura, facciamo i nostri complimenti ed auguri!


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Importante Convegno storico-culturale a Milano



Riceviamo e volentieri pubblichiamo l'invito del

Prof. Giuseppe Manzoni di Chiosca:


TESTIMONI DELLA STORIA – EUROPA 2000

Eroismo, storia e letteratura
EUGENIO CORTI: UN GRANDE SCRITTORE LOMBARDO
Dalla Campagna di Russia ai giorni nostri


GIOVEDI’ 10 DICEMBRE 2009 – Sala Conferenze di PALAZZO REALE - MILANO

MATTINA (ore 10 – 12,30)

- Stefano Di Martino, vicepresidente del Consiglio Comunale di Milano e presidente del Convegno: introduzione e direzione lavori
- Luciano Garibaldi, direttore de I TESTIMONI DELLA STORIA e coordinatore del Convegno: introduzione sui «Testimoni della Storia» e breve descrizione del programma della giornata
- Eugenio Corti: proiezione del filmato con il suo saluto e le sue risposte alle domande dell’intervistatore
- Michele Mardegan, consigliere comunale PDL: «Perché chiesi e ottenni l’Ambrogino d’Oro per Eugenio Corti»
- Paola Scaglione: «Perché decisi di scrivere un libro su Eugenio Corti»
- Francesco Righetti, presidente dell’ACIEC: «L’attività e gli scopi dell’Associazione Culturale Internazionale “Eugenio Corti”»
- Rossana Mondoni, insegnante di Lettere e vicedirettore de I TESTIMONI DELLA STORIA:«Il livello letterario dell’opera di Eugenio Corti»
- Nelson Cenci, delegato dell’Associazione Alpini di Milano: «Il sacrificio degli Alpini lombardi in Russia»

POMERIGGIO (ore 15 – 18)

- Sergio Pivetta, autore di “Una guerra da signori”: «Storia del CSIR e dell’ARMIR»
- Giancarlo Cioffi, presidente della sezione di Milano “Savoia Cavalleria” dell’A.N.A.C.: «La cavalleria nella Campagna di Russia nel ricordo di un testimone»
- Luciano Garibaldi: «La ritirata del Don»
- Ugo Finetti, scrittore e storico:«Memoria e oblio del comunismo in Italia a 20 anni dalla caduta del Muro di Berlino».
- Krzysztof Strzalka, Console generale di Polonia a Milano, scrittore e storico: «La tragedia di Katyn è più che mai attuale»
- Renzo Martinelli, regista: «Da Katyn a Porzus»
- Alberto Leoni, scrittore e storico: «Le Medaglie d’Oro italiane e in particolare lombarde sul fronte russo»
- Cesare Cavalleri, direttore dell’ARES: «Come fu che scoprii il grande talento letterario di Eugenio Corti. Breve storia dei suoi libri».

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Un convegno, di una giornata, in onore di Eugenio Corti

MILANO. Eugenio Corti, l’autore de «Il cavallo rosso» e di altri celebri romanzi, è uno degli scrittori lombardi più amati nel mondo. In suo onore si terrà, giovedì 10 dicembre, a Palazzo Reale, una giornata di studi volta a spiegare le ragioni del successo di questo grande autore brianzolo ottantottenne e, al tempo stesso, a rievocare il sacrificio di migliaia di combattenti lombardi durante la Seconda Guerra Mondiale. Nella circostanza, scrittori, letterati e storici sono stati mobilitati dall’Associazione «Testimoni della Storia», facente parte del Centro Ricerche, Studi e Iniziative «Europa 2000», che, con il patrocinio e la collaborazione della presidenza del Consiglio Comunale di Milano, ha organizzato l’evento che avrà per titolo: «Eroismo, storia e letteratura. EUGENIO CORTI: UN GRANDE SCRITTORE LOMBARDO. Dalla Campagna di Russia ai giorni nostri».

Prenderanno parte ai lavori – presieduti e diretti da Stefano Di Martino, vicepresidente del Consiglio Comunale di Milano - scrittrici e docenti come Paola Scaglione, biografa di Corti, e Rossana Mondoni, insegnante e scrittrice; storici come Ugo Finetti, Alberto Leoni, Luciano Garibaldi; testimoni della storia come Nelson Cenci, Sergio Pivetta e Giancarlo Cioffi, ex combattenti ed esponenti di Associazioni d’Arma (Alpini e Cavalleria); personalità della cultura come Krzysztof Strzalka, console generale di Polonia a Milano, scrittore e storico, Renzo Martinelli, regista, Francesco Righetti, presidente dell’Associazione culturale internazionale «Eugenio Corti», Cesare Cavalleri, direttore di «Studi Cattolici» e della Casa editrice ARES che nel 1983 pubblicò per la prima volta «Il cavallo rosso», giunto oggi alla 24.a edizione e tradotto in otto lingue, tra cui il giapponese. Un libro che rappresenta uno dei più clamorosi eventi letterari del secolo appena trascorso, con varie riduzioni per le scuole (Mursia e Mondadori): una emozionante cavalcata nella storia dal 1940 agli Anni Settanta, con epicentro in Lombardia, Russia e Germania. Non è certo l’unico libro, anche se sicuramente il più «sofferto» (Corti impiegò undici anni a scriverlo), del grande scrittore brianzolo del quale non si possono non citare romanzi come «Catone l’Antico» e saggi storici come «Processo e morte di Stalin», «I più non ritornano» o «Gli ultimi soldati del Re». Ma – ai fini del convegno del 10 dicembre – è sicuramente il valido punto di partenza che consentirà ai relatori-storici di rievocare le vicende del CSIR e dell’ARMIR, il sacrificio degli Alpini lombardi in Russia, la carica di Isbucenski, la tragica ritirata del Don, la tragedia dei prigionieri italiani in URSS assassinati nei Gulag.

giovedì 3 dicembre 2009

Più DESTRA nel PDL.

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Il Comitato Destra per Milano e la Libera Associazione Fare Occidente hanno deciso di collaborare per rafforzare la presenza, politica e culturale, della destra italiana all'interno del Popolo della Libertà, partendo da Milano e dalle prossime importanti elezioni regionali. Nella foto: Roberto Jonghi Lavarini con l'amico On. Romano La Russa, Assessore della Regione Lombardia (alla Industria, Piccola-Media Impresa e Cooperazione) e Coordinatore Provinciale del Popolo della Libertà di Milano. Romano La Russa si è detto assolutamente disponibile ad incontrare ed a collaborare anche con i promotori di DESTRAFUTURO.



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martedì 1 dicembre 2009

Provocazione culturale di Marcello Veneziani

domenica 29 novembre 2009

Provocazione politica e culturale di Marcello Veneziani

Dieci domande al gemello intellettuale di Fini

(provocazione culturale di Marcello Veneziani)

IL GIORNALE domenica, 22 novembre 2009

Il mistero di Gianfranco Fini è stato finalmente svelato. Tutti si chiedevano cosa gli fosse successo, perché avesse cambiato così radicalmente opinione; ma nessuno era in grado di spiegare il perché. Ora la spiegazione è arrivata dal libro “Il futuro della libertà” che è in libreria a firma Gianfranco Fini. Leggendo questo libro ci siamo accorti della verità. L’ex leader del Msi e di An ha un gemello omozigote che ha vissuto congelato fin dalla nascita in una cella frigorifera piena di libri. È stato condannato a leggere e studiare fino a diventare un intellettuale, a differenza del fratello parlante.Questo gemello surgelato, che chiameremo Gianfranco Findus, ha trascorso la sua vita glaciale tra i libri; suo fratello il politico era condannato (…) agli orali, perché parlava nelle piazze, nei parlamenti e nelle sezioni; lui, invece, era condannato agli scritti, perché era costretto a leggere e scrivere e nient’altro. Ora è uscito finalmente allo scoperto pubblicando a firma del gemello politico il libro in questione. Nessuno degli entusiasti recensori e sviolinatori ha avuto il coraggio di dirlo, masi capisce lontano un miglio che l’opera andata in libreria non è stata scritta dal presidente della Camera ma dal fratello nella camera ibernata, l’intellettuale congelato. Lo sveliamo per tutelare la sua fama di politico e non consentire a nessuno di insultarlo come intellettuale o di sostenere che scriva libri «indipendenti dal suo pensiero», per usare una sua stessa espressione rivolta ironicamente verso il direttore di questo Giornale. Preferiamo dire la verità per evitare facili ironie sulla sua inaspettata cultura che finora era riuscito così bene a mascherare; e per prevenire insinuazioni su corsi universitari per corrispondenza o su lauree filosofiche prese al Cepu.Nel libro del fratello surgelato e colto, autori che Fini il politico non ha mai citato, letto e conosciuto, vengono sciorinati con familiarità in un linguaggio che non è assolutamentequello usato dal presidente della Camera, dai tempi del Fronte della gioventù a oggi. Ci sono riflessioni filosofiche e teologiche, sottili considerazioni sul nichilismo e sulla sociologiatedesca, letture per addetti ai lavori, e una gragnuola inverosimile di citazioni, come non figurano nemmeno nei libri degli accademici più enciclopedici. E per modestia o per non caricare il povero fratello politico di oneri insostenibili, il professor Findus non ha pubblicato la bibliografia in fondo e nemmeno l’indice dei nomi. Al povero Bondi che chiedeva a Fini come mai non ha mai citato nel suo libro Berlusconi e non si è mai riferito al suo passato missino, la risposta è semplice: perché questo libro lo ha scritto suo fratello il professore che non conosceva né l’uno né l’altro vivendo nella cella frigorifera. Non c’è neanche un politico citato nel testo, ma solo filosofi, teologi, storici, sociologi, preferibilmente di sinistra, se non comunisti (Hobsbawm, Cassano, Schiavone, Caracciolo, Viesti, Galimberti, Ginsborg e lo stesso Marx). Ammazza come risalta la diversità da suo fratello, quanti riferimenti, allusioni anche velate ad altre opere, rimandi, citazioni implicite. A chi insiste nell’attribuire a Fini la responsabilità di questo libretto intellettuale a scopo pedagogico, propongo un test scagionatorio. Rivolgo le fatidiche dieci domande a Fini desunte dal libro a sua firma:1) Ci spiega la teoria della crescita in Joseph Stiglitz da lei citata a p. 154?2) Ci chiarisce se il suo riferimento alla libertà di o alla libertà da, discenda da Isaiah Berlin, da Friedrich von Hayeko da Ralf Dahrendorf (p. 151-3)?3) Cosa l’ha più colpita del testo filosofico Vita activa di Hannah Arendt, così copiosamente citato (130 e passim)?4) Pensa di poter applicare il concetto di società liquida di Zygmunt Bauman da lei citato a p. 125, anche alle società del familismo amorale descritto da Edward Banfield, da lei citato a p. 79?5) Quando cita Alain Besançon definendo il comunismo e il nazismo gemelli eterozigoti (p. 47), allude anche all’eterotelia espressa da Jules Monnerot?6) Perché preferisce il Nietzsche di Karl Löwith (p. 59) al Nietzsche di Martin Heidegger?7) Complimenti per i testi filosofici sul razzismo (Gobineau, Rosenberg, Hitler) ma perché cita a tale proposito pure il Mito di Arminio (p. 56-7)?8) Ama citare Christopher Lasch (p. 68 e passim): è alla sua Cultura del narcisismo che si ispira il suo capitolo dedicato appunto a Narciso?9) Ci spiega cosa ha voluto dire quando, dopo aver citato Karl Popper e Federico Moccia, invita i giovani a non rifugiarsi «in quella stratosfera di sogni» (p. 124); e da dove le è venuta quella metafora svolazzante sull’«l’Italia-farfalla che dovrà presto librarsi nell’aria» (p. 104)?10) Quali sono infine i testi di Peter Hahne (p. 75), di Maurice Duverger (144), Ernst Renan (131), Thomas Mann (57) e Arthur Koestler, le opere di Fourier, Owene Saint-Simon (53), diRoger Scruton (50), Robert Conquest (49) Ulrich Beck, (20) e Pierre Teilhard de Chardin (10) citate nel suo libro? E Lazar, e Furet e Glucksmann, e Stuart Mill e Weber… e mi fermo qui per non spaventare il lettore.Naturalmente chiedo di rispondermi in diretta, senza usare l’aiuto del pubblico da casa e del suo addetto stampa Aldo Di Lello, colto giornalista culturale che conosce quei testi. Sono certo che non risponderà e questo lo discolperà dall’infamia di essere un intellettuale. Fini è portatore sano del suo testo, potrà abiurarlo più facilmente di ogni altra abiura finora effettuata.Ma finite le domande a Fini chiedo alla stampa italiana che ha recensito ammirata il libro del professor Findus: ma per voi non conta niente la verità, l’autenticità, il pensiero, l’autore? Per carità, i ghost writer ci sono sempre stati, famoso tra tanti il saggio su Proudhon di Craxi scritto da Luciano Pellicani; ma qui siamo alla sostituzione di persona, il gemello professor Findus al posto di Fini il politico. Ad ambedue rivolgo l’invito a vedere il film Sotto falso nome e a rileggere Il doppio di Otto Rank. Mi auguro solo una cosa: ora che il professor Findus è stato sbrinato, non vorrei che Fini andasse al suo posto nella cella frigorifero. Nascere dalla fiamma e finire in ghiacciaia sarebbe troppo.

Marcello Veneziani (da “Il Giornale” - 21 novembre 2009)