martedì 22 giugno 2010

Giustizialismo in salsa moralista

Quando si considera in pieno il fenomeno giustizialista, non bisogna certo dimenticare l’appendice moralista, subordinata alle logiche contrarie al principio stesso di giustizialismo italico, “Dipietrista”, politicamente contraddittorio. Si discute di probabili rimborsi elettorali ricevuti dall’Italia Dei Valori . I “moralisti sempre” gridano alla truffa, i discepoli di Di Pietro invocano l’archiviazione del caso, i terzi traggono benefici dalla propria materia grigia. Per meglio dire,non confondere un’opinione al richiamo della bilancia della giustizia: quella vera non ha bisogno di “profeti e paladini” alla don Chisciotte. Si e' innocenti fino a prova contraria, anche quando a predicare bene e' qualcuno che razzola male, senza indugi, senza colpevolizzazioni, senza distinzioni. Non confondiamo la necessita' di chiarezza a un voler a tutti i costi replicare ai "paladini della mediocrità”. E’ proprio questo il dunque. L’alibi probatorio, l’eterno squilibrio di chi prima giudica e poi realmente, quasi nulla fosse, estrinseca e replica l’uomo o contesti da lui prima giudicati. Le risorse sono altre, così come la trasparenza in circostanze simili ma differenti, lontane anni luce dall’arrivo al traguardo di una giustizia non indotta, benché forse un domani non travisata a proprio uso e consumo. Il partito di Di Pietro da sempre ha abituato noi tutti , al colpevole per antonomasia, per forza, per detto e per diritto. Rimuovere dalla mente di alcuni, la logica indotta, e’ una perenne scommessa forse persa in partenza. Attaccare il “ Re dei giustizialisti”, puo’ erroneamente divenire un’arma contro se stessi. E’ cio’ che cercano, quello che occorre loro per uscire da un “limbo” composto di non contenuti , scherno e criterio di comunicazione anti-politica. Destrafuturo si distingue dalla tendenza involutiva di molti. “Non “spariamo sulla Croce Rossa” anche se al dire il vero non e’ cio’ che appare, anche se consapevoli di un ruolo che non gli compete, non condividiamo il “gioco” delle parti. Noi insistiamo: l’onanismo prolificante in merito al caso sopra citato, appare a noi come un ronzio fastidioso, la ricerca a tutti i costi dell’irreale e gia’ mai dell’autentica verità, corpo e anima di coloro campano da sempre a pane e “loro verita’. “

F. F. Marotta

PICCOLE SCHEGGE NON ESTRANEE

Di notte o durante il giorno, quando hai un pò di tempo e la mente non è assorbita da mille e più cose, possono emergere idee ed obiettivi da perseguire e da realizzare insieme a tutti gli uomini e le donne di buona volontà: LA GRANDE EUROPA che nessuno mai più tenterà di dividere...

C'è tempo per ogni cosa e forse questo è il momento per riprendere il cammino insieme a tutti gli uomini di DESTRA che intendono portare avanti quei valori e principi a noi tanto cari, con consapevolezza, guardando non solo all'Italia, ma anche all'Europa.

Grandi Uomini di Destra, hanno immaginato e previsto, che non c'è Europa senza La DESTRA. Quanto sta avvenendo, non è un "cambiar pelle" ma, semplicemente, una questione fisiologica dei Tempi che con gli accadimenti di ogni epoca, ci porta ad oggi nel più grande Partito d' Italia (PDL) ed in prospettiva futura, nel più Grande Partito d' Europa (PPE).

La vita è disseminata di frammenti di idee e progetti e lo scopo di tutti noi, deve essere quello di raccoglierle e proporle alla Comunità alla quale apparteniamo e desideriamo, per Amor Patrio, dare il nostro piccolo contributo.

Nessuno si senta escluso da questo grande progetto comune nel quale ognuno può riconoscersi con i propri compiti e meriti.

Marco Federico

lunedì 7 giugno 2010

Propaganda Futura: prima parte (Enrico Verga)

Una citazione doverosa:

"Un buon governo puo' essere venduto alla comunità come un qualunque prodotto.
Questo è cosi’ vero che spesso mi chiedo se i dirigenti politici cui spetterà la responsabilità di garantire il prestigio e l’efficacia dei loro partiti, non inizieranno a formare quadri che sarebbero anche dei propagandisti.

I politici sono restii a usare i metodi correntemente utilizzati nel mondo degli affari forse perchè hanno immediato accesso ai mezzi di comunicazione da cui dipende il loro potere.

Un dirigente crea situazioni nuove, non si adegua a un processo di riproduzione meccanica degli stereotipi.

Immaginiamo che faccia campagna per la riduzione delle tariffe doganali.

Scegliera’ certamente la tecnica moderna della radio per esporre le sue idee, ma tutto lascia temere che opterà per il vecchio metodo dell’approccio psicologico, già desueto all’epoca di Andrew Jackson e che l’impresa ha largamente abbandonato.

“Votate per me e per la riduzione delle tariffe doganali, perchè quanto piu’ sono elevate, tanto piu’ caro pagherete cio’ che comprate” lancerà attraverso l’etere.

E’ vero che ha l’immenso vantaggio di potersi rivolgere direttamente a cinquanta milioni di ascoltatori, ma la sua tattica è fuori moda: cercare di argomentare con il pubblico, si affida da solo alla forza dell’inerzia. Se invece avremo un politico che sa fare abile uso della propaganda, egli utilizzerà sempre la radio, ma come strumento di una strategia elaborata.

L’alfiere della riduzione delle tariffe doganali non si limiterà a spiegare che il loro livello elevato aumenta i prezzi dei prodotti, ma creerà situazioni che possono conferire a questa affermazione la forza dell’evidenza.

A tale scopo può decidere di allestire contemporaneamente in venti città un esposizione che illustri in modo chiaro i costi maggiorati a causa delle tariffe doganali in vigore.

Farà in modo che queste esposizioni siano inaugurate solennemente da uomini e donne importanti che, pur non partecipando alla vita politica, hanno delle buone ragioni per sostenere la proposta.

Appoggiandosi su quei gruppi i cui interessi sono particolarmente minacciati dal crescente costo della vita, incoraggera’ dietro le quinte un movimento per la riduzione delle tariffe.

Porterà la questione sulla scena pubblica, ad esempio esortando le personalità piu’ in vista a boicottare gli abiti di lana e svolgere le loro alte funzioni indossando vestiti di cotone, fino a quando i diritti doganali sulla lana saranno ridotti.

Facendosi portavoce delle assistenti sociali spiegherà che il prezzo elevato delle lane danneggia la salute dei piu’ poveri durante l’inverno.

Cosi’, qualunque iniziativa abbia preso, riuscirà ad attirare l’attenzione sul problema prima di rivolgersi direttamente al pubblico.

Quando parlerà alla radio non sarà necessario che ribadisca i suoi argomenti a milioni di persone che sicuramente avranno altri motivi di preoccupazione e potrebbero irritarsi per un’ulteriore sollecitazione. Il suo discorso risponderà invece alle domande che essi si pongono spontaneamente, esprimerà le attese e le emozioni di un pubblico già in parte guadagnato alla sua causa”

Edward Bernays 1928

domenica 16 maggio 2010

Lo stato incoraggi le famiglie, riconoscendo il ruolo delle Mamme



Oggi l’Italia, tra i paesi europei, è agli ultimi posti sia per tasso di natalità che per politiche efficaci in favore della famiglia.



Per far un paragone: Se un’azienda non esegue manutenzione alle proprie atrezzature, prima o poi andrà al collasso, fallirà. La stessa cosa vale per la famiglia e, conseguentemente, per la società.



Lo stato, o meglio la politica, sta penalizzando la famiglia e conseguentemente lo svilupo demografico. Certamente l’evoluzione del ruolo della donna, all’interno della società e quindi anche all’interno del nucleo familiare, non aiuta. D’accordo l’emancipazione femminile, che significa contare di più nella società e quindi dovrebbe anche significare maggior attenzione ai problemi della famiglia. Non sono d’accordo invece sull’eccessiva “spinta” carrierista delle donne.



E’ incontestabile che l’orologio biologico femminile fa scattare in ogni donna, come giusto che sia, la voglia di maternità. Questa però non può esser ridotta alla sola volontà di concepire e poi “esibire” la prole nei week end. Troppo spesso, oggi giorno, al desiderio di maternità non s’accompagna l’egual desiderio di prendersi cura, di allevare, di acudire la propria prole che, nella realtà dei fatti, vien acudita da persone terze, spesso straniere. I bambini, già a 2 anni, vengono depositati in asili/nido per parecchie ore al giorno.



Fatti naturalmente salvi i casi di forza maggiore, se ci si fermasse a riflettere sui costi di tutto ciò arriveremmo probabilmente al risultato che è tutto un giro a valore aggiunto uguale a zero. Mi spiego: Una donna lavora, percepisce uno stipendio minimo/medio e, a sua volta, deve mantenere una colf (non in nero, ovviamente) e pagare un asilo/nido…Beh ecco, tutto quello che guadagna, o una buona parte, lo deve poi girare a copertura dei costi. Il rimanente va per costi di trasferimento casa-ufficio ecc ecc.



Penso quindi ad una politica che intervenga proprio li, con aiuti tangibili al nucleo familiare; fors’anche proprio solo e soltanto in favore della donna in quanto madre, valorizzando la donna per il proprio ruolo naturale: Acudire la prole proprio nei primi anni, i più delicati. Forse, spero, aiuterebbe anche le donne moderne, emancipate, giustamente attive, a valorizzare se stesse ed il proprio ruolo facendo capire loro che, anche nel 2010, quella dell’educazione dei figli è o potrebbe essere la carriera di maggior successo e di più soddisfazione.



Sta ai politici capire che se si predispongono strumenti efficaci di sostegno, ne trarrà beneficio la donna che si riapproprierà della gioia di avere bambini, allevarli, proiettarli nella società per il giusto ricambio generazionale. Anche da questo si misura la ricchezza del paese.




Antonio De Simone



mercoledì 28 aprile 2010

Gianfranco Fini? Mi ha distrutto il Circolo

Il mio Circolo Ambientale era uno dei più grandi e attivi di Milano, circa 150 aderenti al circolo ed altrettanti tesserati (paganti) AN. Il famoso, almeno in Milano, Circolo Gabriele D’Annunzio.

Tra gli iscritti si annoveravano affermati medici, affermati avvocati, tantissimi imprenditori e stimati impiegati e professionisti ed erano quasi tutti provenienti da un ceto medio alto milanese.

Allora avevamo un partito, dei valori, una guida e soprattutto dei militanti. Poi, dal primo viaggio in Terra Santa di Gianfranco Fini, il suo continuo predicare al multiculturalismo, la cittadinanza agli extracomunitari e conseguente voto, all’insegnamento del Corano nelle scuole, alle coppie di fatto, ai temi etici, alla laicità alla RU486 e per ultimo al riconoscimento della coppia dello stesso sesso, non si è capito più niente.

Il mio Circolo cominciò a sfaldarsi. Gli aderenti, delusi e arrabbiati, diventano leghisti.

Noi, paladini della famiglia (cellula fondante di una società), della lotta all’immigrazione clandestina (erano i tempi della Bossi- Fini come orgogliosamente la chiamavamo), campagne elettorali all’insegna della giustizia, della certezza della pena…..tutte cose che i MIEI ex tesserati militanti, ora leghisti, mi rinfacciavano restituendo le tessere .

Adirato a mia volta, cominciai a scrivere alla Federazione Provinciale e Cittadina persino in via della Scrofa a Roma, sostenendo che la base si stava sfaldando, di intervenire in aiuto dei Circoli, di tornare a riprendersi il territorio…di non ripetere l’errore dell’ Elefantino. Tutte lettere morte, le mie.

E venne il giorno del “predellino”. Il messaggio dell’On. Fini alla base fu: “Ognuno per sè, Dio per tutti”. E si sedette sulla sua poltrona facendo “braccino” alla base AN, cominciando a frequentare i professori dei salotti romani e pensando di aver fatto la mossa del cavallo: Scacco al Re (Berlusconi) senza la conta dei voti.

Oggi vuol fare dei gruppi autonomi….Autonomi da chi? Con chi? ( vds trasmissione di ieri 17\04\2010, condotta dal giornalista PARAGONE su Rai 2)

MILANO, 28\04\2010-

IL PRESIDENTE DEL CIRCOLO

GABRIELE D’ANNUNZIO ITALIA 2000

FONDATORE DI DESTRAFUTURO

DE SIMONE CAVALIERE ANTONIO

mercoledì 21 aprile 2010

Chiarezza sull'Immigrazione, intervista di Flavio Nucci


DOMANDA: Conoscendo la tua attenzione verso l'andamento demografico, e specialmente alla "crisi" che lo caratterizza, crisi che colpisce specialmente l'Italia, qual'è l'atteggiamento che la destra dovrebbe assumere?


RISPOSTA: La crisi si manifesta con una ormai costante eccedenza dei decessi sulle nascite. Si è ben lontani dal tasso di "invarianza" che è di 2,1 figli per coppia mentre il tasso effettivo è ora di 1,4.


D: Come gioca in questa situazione la popolazione immigrata?


R: I dati demografici si riferiscono per lo più alla popolazione residente, non a quella di nazionalità Italiana; estrapolando le nascite da coppie italiane, il tasso scende ulteriormente a 1,2 figli per coppia.


D: Non sarebbe allora opportuno incoraggiare l'immigrazione?


R: Gli immigrati regolari sono già quasi 4 milioni, gli irregolari sono valutati in almeno un altro milione. Qualcuno sostiene che i contributi versati dagli immigrati possono colmare i vuoti del bilancio previdenziale nazionale. Questo è errato, perché quasi tutti gli immigrati rientrano nel sistema contributivo, cioè le loro pensioni saranno commisurate solo ai contributi versati e non alla retribuzione degli ultimi anni (Legge Dini '96). Ne consegue che i contributi saranno disponibili solo per chi li ha effettivamente versati


D. tenuto conto di questi dati, come va giudicata la proposta dei "finiani" di abbreviare i termini per ottenere la cittadinanza e anche di attribuire la stessa secondo il luogo di nascita e non secondo la nazionalità dei genitori com'è attualmente?


R. Il termine vigente di 10 anni per la concessione della cittadinanza (solo a richiesta e con altre condizioni) appare congruo; tuttavia se ne può discutere. Quello che assolutamente va combattuto è l'insano proposito di passare dallo "jus sanguinis" allo "jus soli". Questo creerebbe una forte spinta per l'immigrazione di coppie che, non appena concepito il figlio, vedrebbero lo stesso automaticamente cittadino italiano, con la possibilità di ricongiungimento per i genitori e per i nonni. Peraltro figli di coppie italiane che si trovassero all'estero per motivi di lavoro assumerebbero la cittadinanza del luogo di residenza e, qualora si trattasse di paese islamico, rischierebbero di trovarsi nello "STATUS" DI APOLIDI.


D. Esiste qualche esempio di situazioni simili?


R. Nel nostro tempo vi è il caso della Francia, che, passata allo "jus soli" in seguito agli accordi di Evian con l'Algeria, si trova ora soggetta a rivolte etniche, dovute alla estraneità dei nord-africani nei confronti della Nazione che li ospita.


Ma il riferimento più calzante e quello del passaggio allo "jus soli" dell'Impero romano ad opera dell'Imperatore Caracalla (212 DC), allo scopo di ripopolare la leva militare, compromessa da una già presente crisi demografica. Gli storici hanno visto in questo passaggio in mani straniere della dirigenza civile e militare una delle principali cause di decadenza dell'Impero romano, perché gli imperatori finirono per essere eletti dai Pretoriani del palazzo o da legioni di stanza nelle province e non dal Senato come avrebbe dovuto ancora essere.


D. Che fare dunque?


R. Tenere duro sull'attuale legislazione, a costo di isolare i più facinorosi, che ipotizzano di creare una nuova maggioranza con la sinistra.


Altrimenti la Lega, attentissima a questa tematica, continuerà a sottrarci consensi; soprattutto dobbiamo impedire una conquista - con mezzi pacifici - della nostra Nazione ad opera delle etnie più disparate, specialmente quelle di religione islamica, che hanno un tasso di natalità più che doppio rispetto a quello degli Italiani.


Intervista di Carlo Brignolo Gorla, protavoce Destrafuturo

martedì 20 aprile 2010

Il ritardo di Gianfranco Fini

NOTA PER RESPONSABILI A.N. A CAVALLO DELLA FUSIONE CON F.I. 2008

I sottoscritti presidenti di Circoli A.N. della Federazione di Milano sono stati sollecitati nelle ultime riunioni della Federazione a richiedere il rinnovo del tesseramento 2008 ai rispettivi iscritti 2007 e se possibile a nuovi iscritti.

Abbiamo già fatto presente, nelle sedi opportune, alla difficoltà di convincere i nostri iscritti a tale rinnovo stante il non chiaro percorso di A.N. per il prossimo futuro.

L’indicazione della necessità di essere il più numerosi possibile ad un ipotetico futuro Congresso del Partito ( quale? ) non risulta sufficiente, anche perché non risponde a frequenti domande che ci vengono rivolte quali:

- A.N. convergerà o si fonderà in un’entità partitica nuova insieme a F.I.

- oppure rappresenterà una componente di questa ipotizzata entità partitica

- quali sono gli elementi/ideali/ipotesi fondanti e caratteristici di questa nuova entità

- quali punti caratteristici dell’attuale statuto e carta dei valori A.N. saranno mantenuti in tale entità partitica

A queste ed altre richieste risulta molto complesso e difficile rispondere anche perché all’oscuro del dibattito e delle ipotesi che sicuramente sono oggetto di analisi da parte della direzione di A.N..

Lamentiamo un collegamento serio ed efficace fra eletti ed elettori che sia più incisivo delle consuete riunioni dove i soliti noti ricercano in futili passerelle applausi tanto inutili quanto inconcludenti.

E’ pleonastico sottolineare che nella dialettica eletti/elettori se quest’ultimi mostrano perplessità è perché gli eletti non riescono a spiegarsi, cosa che può comportare le dimissioni dei secondi dal ruolo di elettori.

Certamente poi il risultato elettorale ci deve far riflettere e non illuderci che, una manovra “di politica furba” del vertice possa sostituirne una onesta e partecipativa di Circolo. Già da tempo ci siamo spesi per la valorizzazione dei Circoli che garantiscono quel contatto capillare con militanti e nuovi elettori di cui la Lega sembra essere ormai, nel paese, l'unica interprete. Con i risultati che si merita. Nei mesi passati la nostra attenzione di partito si concentrò sul passaggio dallo stato di “Ectoplasma” a quello della spartizione delle poltrone, senza affrontare i temi classici: Sicurezza, Immigrazione, Droga, Famiglia ecc ecc. E anche qui la Lega fa politica, non gestione di Casta!

E’ opportuno anche riflettere sulla presente composizione della dirigenza del Partito, a livello Nazionale ma soprattutto a livello locale, passato forse troppo velocemente da forza di opposizione a quella di governo e con posizione primarie nello stesso, senza l’opportuna formazione e selezione di competenze, esperienze e professionalità.

Rimane pertanto da ripensare quali certezze, quale coinvolgimento e quali obiettivi presentare sia nei confronti degli iscritti, ma anche verso noi stessi presidenti di Circolo. Essendo inutile e forse controproducente un tirare a campare vivacchiando su risultati, posizioni e premi raggiunti, quando degli stessi non viene fatto buon uso almeno nei riguardi della comunità umana del Partito

NOTA A CURA DEL COMANDANTE

PRESIDENTE DEL CIRCOLO

GABRIELE D’ANNUNZIO ITALIA 2000

DE SIMONE CAVALIERE ANTONIO

2008, scritta alla Federazione AN Milanese.

Cultura e Politica - visti da ‘Destrafuturo’

Domenica 18, nel quadro delle manifestazioni per ricordare MARZIO TREMAGLIA, a

dieci anni dalla scomparsa, si è tenuto a Palazzo Isimbardi – a cura dell’Assessorato alla Cultura della Provincia di Milano una giornata di studi sul tema ’Cultura & Politica’.

Organizzato e condotto con la consueta abilità da Luca Gallesi, amico a collaboratore anche durante gli anni di assessorato in Lombardia di Tremaglia, il convegno si è svolto con un percorso di appassionate, lucide e sovente graffianti relazioni di studiosi di area e non, come testimoniano i nomi di:C.Cavalleri, G.de Turris, Giorgio Galli, L.Garibaldi, G.Parlato, G.Mazzotta, P.Petraroia, C.Risè, Stenio Solinas, M.Veneziani, S.Zecchi.

A fianco e a complemento gli interventi dei ‘politici’, il Presidente On.le Guido Podestà

che ha firmato anche l’invito alla manifestazione e l’On.le Massimo Corsaro – già collega in Regione di Marzio che ne ha tracciato un profilo umano, amicale, professionale e meta- politico, commovente quanto di assoluta precisione.

In apertura e chiusura gli interventi dell’Assessore alla Cultura Ing.Umberto N.Maerna

con una ribadita dichiarazione d’intenti circa itinerari e percorsi del suo mandato che ambiscono collocarsi nella – difficile quanto politicamente scorretta - strada tracciata da Marzio negli anni 1995-2000 del suo stupefacente lavoro in Regione Lombardia.

Pacato, calibrato, ricco di contenuti il saluto del figlio maggiore di Marzio - Andrea – intervenuto a nome della ‘Fondazione Marzio Tremaglia’ che sembra sin d’ora smentire

la norma per la quale, difficilmente, i figli eguagliano certi padri; fisicamente e intellettualmente sin d’ora già in virtuosa competizione con tanto Papà.

Una giornata carica di passione politica, di analisi non viziate dal conformismo commemorativo sempre in agguato in tali occasioni, ricche non solo di giustificate critiche e dei richiami dovuti per quanto la Destra ha mancato di fare - contraddicendo il lascito e l’esempio di Marzio Tremaglia – in questi anni, ma di suggestioni e sollecitazioni al presente che autorevolmente cancellano le tentazioni al nostalgismo.

Conclusione obbligata: l’unica cosa che Marzio ci chiede – dieci anni dopo, oggi più che mai – è non di ricordarlo con le parole ma di emularlo nei comportamenti.

Dario Vermi

Milano, 19.04.2010

venerdì 16 aprile 2010

FINI SEMPRE FINI

Al momento di uscire nel nostro blog con la nota che comunque riportiamo a margine, ci ha raggiunto la notizia della burrascosa conclusione dell’incontro Berlusconi-Fini da noi del resto prevista, date le premesse, e da molti di noi auspicata.


Destrafuturo pensa che il distacco di Fini dal PdL possa costituire elemento di chiarezza nell’indirizzo del partito e negli obiettivi dello stesso.


Attribuiamo a Fini il mancato successo della componente di Destra, quella proveniente da A.N., se paragonata invece all’indubbio successo del PdL e del centrodestra.


A noi, che non ci sentiamo legati a nessuna poltrona da difendere ma solo alle nostre radici, ai nostri ideali, alla nostra dignità, in una parola al nostro credo, e quindi siamo liberi di dire cosa pensiamo, è sempre stato incomprensibile il percorso e principalmente l’obiettivo di Fini, se non nelle valutazioni elencate nella nota di cui sotto.


Crediamo comunque che le prese di posizioni di Fini siano state causa e motivo di:


  • astensione per quelli che hanno valutato le sue prese di posizione indirizzate a cancellare se non ribaltare il sentire della Destra

  • preferenza verso la Lega che, affinando il suo operare, ha convinto di avere opinioni chiare generalmente a difesa e a tutela del sentire di Destra

  • penalizzare i nostri candidati nella scelta di nominativi nell’ambito del PdL che hanno sembrato dare maggiore assicurazione nel rispettare le promesse elettorali

In conseguenza reputiamo che sia auspicabile una conclusione definitiva, anche se traumatica, alla discrepanza di opinioni e di obiettivi emersa nell’incontro Berlusconi-Fini , e anche in sintonia con il pensiero di Machiavelli ricordiamo che una guerra ( confronto politico ) non dichiarata non è una guerra cancellata, ma solo rimandata a tutto beneficio del nemico ( avversario politico ).


Da ultimo vogliamo concludere affermando che nella situazione attuale, e prevedibile per il prossimo futuro, il nostro supporto e i nostri voti andranno a chi reputiamo non abbia tradito le premesse e le promesse e cioè a Berlusconi.

Michele Puccineli

co-fondatore Destrafuturo




NOTA SUI SISTEMI ELETTORALI ATTUALMENTE IN DISCUSSIONE



E’ noto che sistemi elettorali a doppio turno penalizzano la destra, sia perché più insofferente a frequenti consultazioni, sia perché non vuole perdere troppi svaghi festivi.


E questo è male


Il doppio turno disaffeziona al voto e fa’aumentare l’astensionismo.


E questo è male


Il doppio turno incrementa i costi delle consultazioni elettorali.


E questo è male


Non si capisce pertanto la recente uscita di Fini sull’elezione diretta del Capo dello Stato se non dovuta a…..


- crisi di astinenza nell’apparire nei media con qualche esternazione provocatoria


(probabile)


- dare una mano alla sinistra in modo da aumentare il suo peso parlamentare (possibile)


- cercare di disturbare l’azione di governo, in particolare di Berlusconi (sicuro)


In ogni caso a noi di Destra non piace e sempre più ci sentiamo convinti che la collocazione politica di Fini debba essere all’esterno del PdL.


E questo è bene



lunedì 5 aprile 2010

DESTRAFUTURO IL 21 MARZO A ROMA




Da Milano siamo partiti in pullman, lungo il tragitto abbiamo trovato altri pullman di tutte le città d’Italia. Il corteo pacifico ha sfilato per le vie di Roma con un “serpente” di 5 km fino a San Giovanni; con allegria, senza procvocare nessuno. Poi una folla immensa s’è ritrovata nella piazza dove, verso le 17.30, Berlusconi ha tenuto banco per circa 75 minuti; presentando i candidati. Ore 18.35 si concludeva il tutto e tutti rientravano verso i pullman per far ritorno a casa.
Ermes Sperati, Capodelegazione Destrafuturo alla
manifestazione Piazza S. Giovanni. Roma.

venerdì 2 aprile 2010

Intervista con il Cav. A. De Simone, co-fondatore Destrafuturo


Domanda: Dopo la presentazione ufficiale di Destrafuturo, con la cena del 6 Marzo, quali riscontri dai politici?


Risposta: Già la presenza di Massimo Corsaro (vice coordinatore regionale PDL) e Carlo Fidanza (Parlamentare Europeo) indica che il progetto Destrafuturo era conosciuto ed è incoraggiato dalle più alte personalità del PDL. I riscontri politici successivi sono stati entusiasmanti soprattutto a livello di persone comuni, elettori. Sono quest'ultimi i nostri referenti. Vogliamo riavvicinare il popolo, di destra, alla politica attiva.
  • Qual'è stata la linea di Destrafuturo per le Regionali?
Abbiamo preferito tenere un profilo basso, non esponendoci apertamente a favore di alcuna candidatura.Non siamo noi a dover inseguire. Vogliamo vedere, tra i politici del PDL, chi ci seguirà. Ovviamente l'amico Romano La Russa (già assessore all'industria nella precedente legislatura regionale) ha voluto "debuttare" in campagna elettorale alla nostra cena di primavera. Ne siamo stati felici perchè Romano La Russa è l'unico "ex AN" eletto con più di 9.000 preferenze. Certamente abbiamo contribuito.

  • Un commento dopo elezioni?
Coma ha detto Carlo Fidanza sul Corriere della Sera recentemente, all'interno del PDL manca chi porta avanti i valori della Destra. Noi lo avevamo già capito a Settembre 2009. Io e gli altri "senior" di Destrafuturo, mi riferisco a Michele Puccinelli, Dario Vermi e Flavio Nucci, dovremo lavorare per far crescere Destrafuturo all'interno del PDL. Ai nostri giovani e agli amici che vorranno aggregarsi chiederemo di andar a riprendere l'elettorato di destra, disperso nella Lega.
  • Quali sono ora i programmi e i prossimi appuntamenti di Destrafuturo?
Dopo Pasqua si riunirà il direttivo. Le idee sono molte, il morale alto e la voglia di fare non manca: E' quella dei "vecchi tempi". Presto pubblicheremo sul blog, e divulgheremo, le iniziative e gli appuntamenti.
  • Tra un anno si voterà per il Comune di Milano; Moratti o un volto nuovo?
Il Sindaco Moratti ci pare ormai abbia fatto. Più di così non può dare. Le rendiamo merito ma per il futuro vediamo un personaggio più energico, brillante, capace di far tornare Milano simbolo del rinnovamento culturale, politico ed economico. Dovessi indicare uno slogan: "La Lombardia e Milano, di nuovo locomotiva d'Italia".


Intervista del portavoce, Carlo Brignolo Gorla al Cav. A De Simone, co-fondatore Destrafuturo.

giovedì 1 aprile 2010

“DESTRAFUTURO” e il primo dopo-elezioni milanese e lombardo del “Popolo della Libertà”

Cari Amici,


circa dieci mesi fa ci siamo ritrovati e riuniti consapevoli e - oggi possiamo, anzi, dobbiamo dirlo –


facili profeti di un disagio riferibile al fatto che, con tutta evidenza, all’interno del neonato Popolo della Libertà si andava scolorando – sino a dissolversi – la tradizione, i valori, il retaggio della Destra politica italiana così come era andata evolvendosi dal crescere e costituirsi dell’Italia come Nazione finalmente unita.



La fondazione del nuovo soggetto politico scontava, fatalmente, l’accelerazione imposta dal ‘discorso del predellino’ in una piazza milanese per tutti noi così carica di significati.



Lasciava, tuttavia, anche pericolosamente irrisolti e senza risposte problemi ed interrogativi che avrebbe dovuto essere i reali argomenti ed ineludibili soggetti di un troppe volte rimandato Congresso di Alleanza Nazionale, volto necessariamente a definire e declinare le identità di una Destra degli Anni 2000.


Pensare che i nodi irrisolti in A.N. e da A.N. potessero trovare risoluzione nel contenitore più ampio del nuovo partito nel quale – da tempo – si erano ritrovate componenti e protagonisti che si riconoscevano nella tradizione vuoi democratico cristiana, vuoi socialista, vuoi liberale e libertaria era certamente non realistico prima che impossibile.


L’assicurazione – che abbiamo fatta nostra e cui non intendiamo, oggi più che mai, rinunciare – dataci da Ignazio La Russa secondo la quale “Porteremo nel nuovo Partito politico che andiamo a fondare tutti i nostri valori, nessuno escluso” resta quindi il viatico per tutti gli uomini che nel P.d.L. vogliono continuare a lavorare e costruire da Destra il futuro degli Italiani.


I risultati che segnano il rinnovo del Consiglio Regionale della Lombardia scontano certamente, facendoceli pagare a caro prezzo, situazioni penose e vergognose che hanno visto “brillare” per inadeguatezza umana, comportamentale, morale e politica nostri ex rappresentanti in Regione, in Comune, in Parlamento e, per derivazione familista, in Provincia e forse oltre.


Pensare – come di certo hanno fatto molti nostri elettori – che la risposta possa essere, a seconda dell’irritazione e delle sensibilità – l’astensione piuttosto che il voto alla Lega o la preferenza a candidati di area ‘diversa’ all’interno del P.d.L. è probabilmente un errore politico ma resta un comportamento umanamente più che comprensibile.


Pensare altresì – come sembra fare nel suo commento il nostro Comandante De Simone – che tutto possa risolversi chiedendo le dimissioni o l’allontanamento del Presidente Fini, è certamente riduttivo e pericolosamente, in termini politici, elusivo.


Il risultato – in termini matematici di preferenze e di eletti – sconfortante, per usare un termine volutamente non adeguato.


Non adeguato – soprattutto – rispetto ai valori che abbiamo saputo esprimere per decenni – nelle rappresentanze parlamentari e negli Enti Locali ma - anche - a tutti i livelli di rappresentanza e militanza politica nel Partito.


La risposta a questo – vogliamo credere – difficile circostanza e momentaneo appannamento – può essere una sola, considerato che una lunga esperienza negli Enti locali oltre a notissimi eventi di carattere organizzativo recentissimi ci confermano nell’opinione che disponiamo ancora - purchè lo si voglia - di uomini e di intelligenza politica per ristabilire quanto prima rapporti di forza utili a tutti, al di là delle ’quote’ ufficiali o ufficiose.


Concordo in toto con De Simone quando invece scrive: La Destra del futuro va ricostruita con pazienza, tenacia, attività sul territorio,vicinanza e comunità con la società civile. C’è tanto lavoro. Ma lavorare stanca

e a certa destra, presuntuosa e salottiera, lavorare per la gente non piace.”


Forse – caro De Simone – l’ultima frase – che è molto bella ed incisiva – è di troppo.


Anche e soprattutto perché – oltre a Milano che resta a mio avviso il centro di ogni progetto politico – occorre considerare tutto il quadro elettorale del Centro Destra e questo, a mio avviso, è certamente positivo pur con le molte, doverose sottolineature necessarie che meritano altra sede.


Ma di questo vorrei parlare e discutere con voi e – con Voi e molti altri mi auguro – lavorare. A me piace ancora.



Dario Vermi

mercoledì 31 marzo 2010

Bossi, ringrazia certi ex AN.

Ebbene si. Quel caffè che il Presidente della Camera non voleva più nemmeno bere con Umberto Bossi, ieri mattina il Senatùr se l’è preso. Lungo, con tanta schiuma...diciamo un bel cappuccino và. E ci aggiunge anche il "cornetto".

Perché quelle continue polemiche, quelle continue fughe non si sa dove, quei continui deragliamenti dalla destra di Fiuggi, di Verona e di sempre; quei valori e ideali che non ha voluto portare nel PDL hanno portato proprio questo: Voti alla Lega. Intendiamoci, meritati.

Così si spiega il successo del popolo leghista in quelle regioni che, storicamente, erano e sono di destra. La destra della tolleranza zero verso criminalità ed immigrazione clandestina; contro la corruzione e il malaffare; di gente che lavora e si aspetta che la politica (i politici) faccia altrettanto. Gente leale e di parola, quelli di destra; non fessi però.

Ora, che la frittata è fatta, sarebbe anche ora che il PDL prendesse dei provvedimenti; se il Presidente della Camera non avrà il coraggio di trarre LUI l'inevitabile conclusione: Dimissioni. Oppure, se è proprio attaccato alla poltrona, la smetta di pensare di rappresentare la destra, perché così non è. Lui l'ha sfasciata.

Ora, la Destra del futuro va ricostruita, con pazienza, tenacia, attività sul territorio, vicinanza e comunità con la società civile. C’è tanto lavoro. Ma lavorare stanca e a certa destra presuntuosa – salottiera, lavorare per la gente non piace.

Cav. A. De Simone

giovedì 25 marzo 2010

Ehi, Voi di Charta Minuta (Fare Futuro):…Ci fate o ci siete?


No perché se è la seconda, c’è veramente da preoccuparsi.

Confesso di esser arrivato solo ai primi due saggi (n.1 Gen-Feb 2010) dal titolo:

· Il pensiero che traccia il futuro, di A. Urso

· E’ ora di navigare in mare aperto, di F. Rossi

Confesso anche di essermi posto in poltrona scevro da ogni pregiudizio, pronto a criticarmi, più che criticare ma qui…si tratta di ragionare!

Allora: Crediamo davvero che per l’iniziativa “propagandistica” di un sindaco della cosiddetta Padania (ricordo all’economista Urso che esiste, in force, un tasso universalmente noto come Lombard e che a Londra esiste pure una Lombard street –ndr-) denominata “White Christmast” andasse contro gli immigrati? O non piuttosto contro i delinquenti, travestiti da immigrati?

L’On. Urso poi si concentra su:” Pensiero corto e stretto Vs Pensiero lungo e largo” e pare che in Farefuturo ce l’abbiano Lungo e Largo, ovviamente (ma Bossi, lo sa?). Ebbene, proprio l’esempio succitato di Lombar Street sta li a dimostrare, nella storia, che nessun Italiano e/o padano non sappia cosa accade oltre il proprio giardino; non sia interessato ai problemi del mondo che certamente influiscono su ciascuno di noi. Anche Madonna sa che “Italians do it better” e quindi ce lo abbiamo tutti Lungo e Largo: Voi della cosiddetta nuova destra, noi di Destra assieme a quelle migliaia di imprenditori che vanno per il mondo e assumono collaboratori dal mondo. Caro Onorevole.

Nuova destra si, perché a sentire il Dott. Rossi (Filippo), pare che ormai si debba navigare a vista, senza più valori né ideali. “Ricordare senza ricordare, ecco il metodo!” L’enunciato, Shakespeariano nella forma, ricorda nel contenuto le convergenze parallele (A.Moro, Firenze 1959). E poi Dott. Rossi: Google è un ottimo motore di ricerca, non una forma culturale, così come il web o internet stanno al telefono o alla radio. Finalmente Lei anche arriva ad ipotizzare che:”… il nuovo politico deve sparigliare la partita, senza essere catalogato, rimanendo inafferrabile” Occhio che a dir ste cose ci sarà, come c’è, qualche politico della nuova destra che La segue ma per la democrazia è un insulto. Sono gli elettori a dar mandato (e a toglierlo) a chi si occuperà della cosa pubblica. Governare è fare e render conto di ciò che s’è fatto.

Altro ci sarebbe da dire ma spero in un confronto, un dialogo senza schematismi, senza pregiudizi e senza recinti di idee, come piacerà all’On Urso. Concludo però con una nota di colore: In Farefuturo circola voce che la nuova destra “o è chic o non è”….Mr Rossi, Lord Brummel sosteneva che la vera eleganza, consiste nel passare inosservati….Prossima fashion week a Settembre, ora è Pasqua. Auguri.

Carlo Brignolo Gorla

martedì 23 marzo 2010

La storia si ripete



Nel 1965 il generale De Gaulle, eroe di guerra, venne rieletto dal popolo francese.


Tre anni dopo, una “spontanea” rivolta studentesca - il Maggio ‘68 - sarà lo strumento usato dalla larga coalizione interna e internazionale per far cadere De Gaulle.


Il Maggio del 68, fu, in qualche modo, la prima rivoluzione colorata.


Il popolo Viola di oggi, ovviamente auto organizzatosi grazie alla rete senza NESSUNA ( ?) ingerenza da parte di partiti o coalizioni non al governo, è una pallida imitazione degli eventi del 68.


L’agitazione comincia nelle università ai primi di maggio, guidata dal franco-tedesco Cohn Bendit, e prende subito una piega insurrezionale: barricate, auto incendiate, scontro con la polizia. Il 13 maggio, i sindacati, per non essere da meno degli studenti, scendono in piazza e dichiarano lo sciopero generale. Le rivendicazioni sindacali vengono accolte dal governo, ma vengono respinte: palesemente, i sindacati non vogliono aumenti salariali, ma la rivoluzione.


Dopo alcuni giorni di assenza da Parigi, De Gaulle torna, scioglie l’Assemblea, e lancia un appello al popolo, alla maggioranza silenziosa dei francesi, nella quale continua a credere.
Dopo pochi giorni si mobilitano “comitati di difesa delle repubblica”: partono milioni di telefonate per svegliare la gente pro-De Gaulle di casa in casa. Nonostante lo sciopero generale anche dei trasporti, il 30 maggio 1968 oltre un milione di francesi si radunano nei Champs-Elisée: una folla immensa che acclama il generale, e mostra alla piazza, alla provincia e all’estero che il capo dello Stato ha dietro a sè il Paese, che affronta tutti i poteri, legali o meno, coalizzati per piegare la repubblica.



Sabato 20 marzo 2010 la storia si è ripetuta. In piazza a Roma erano presenti quei cittadini silenziosi, quelli che non scioperano, quelli che anche con la crisi tirano avanti, sudano, sbuffano ma sono ottimisti. Quelli che se eleggono un candidato vogliono che tale candidato governi in loro rappresentanza, in modo democratico e legale.


Sabato 20 marzo 2010 in piazza a Roma non c’era qualche tipo di popolo “Viola” gentilmente “supportato” da partiti “troppo coraggiosi” per dichiarare apertamente la loro, democratica, volonta’ di protestare contro il governo eletto.


Sabato 20 marzo 2010 cittadini e deputati, senatori e normali consiglieri di circoscrizione votanti e votati era in piazza, a gridare fieri e sicuri la loro volontà a non cedere a pochi ( secondo la questura meno di 50.000 unità) cittadini Violacei.



Sarebbe ora che l’opposizione, democraticamente eletta e non capace di raggiungere la maggioranza bastante per governare, si occupasse di trovare un suo piano elettorale, invece che gridare allegramente in piazza contro l’attuale governo.



EV

venerdì 19 marzo 2010

Silvio, sulle giovani candidature hai ragione ma….


La7 TV. Ottoemezzo del 18 Marzo 2010. Lilli Gruber (che brutta non è) con una politologa rampante (piacente) con una anziana socialista (ai suoi tempi piaciuta, suppongo) con la giovane “Listina” (velina passata alla politica – ndr -) candidata in Calabria, certamente bella. Ciò sta a dimostrare che anche la bella presenza ha contato, conta e conterà nei curricula.


Ma la questione è: La selezione in politica. Bene ma come si fa la selezione? Chi la fa? E’ democratico prevedere una selezione laddove il diritto all’elettorato, attivo e/o passivo, è previsto dalla Costituzione?



Lasciamo le domande a chi, leggendo, magari vorrà rispondere. Io rifletto:


  • Ronald Regan da Hollywood alla White House, da qualche parte avrà cominciato per poi esser l’uomo più potente del mondo.

  • Lilli Gruber dal TG1 a Strasburgo. Ci fosse un’altrettanto intelligente e preparata fanciulla, magari già partecipante alla prima puntata del Grande Fratello, che volesse imitarne la carriera dovremmo scrivere: “Maria Rossi del GF1”. Simpatica l’assonanza eh?

  • Gianni Rivera da Milanello….Si ok, per noi Boys interisti era la “escort rossonera” ma li c’entrava il tifo. Per gli elettori DC e poi DS fu sottosegretario in un governo della Repubblica.

Allora facciamo a capirci, perché se vogliamo un cambio generazionale dobbiamo fare i conti con la generazione italia (absit injuria verbo) che arriva anche dal Grande Fratello, dalla mondo della TV, dal mondo dello Sport perché ciascun cittadino Italiano, Supermario Balotelli incluso, gode dei diritti di cui sopra. E non è detto che costoro facciano peggio di chi, ormai da anni, è inchiodato alle poltrone e mò rivendica il diritto/dovere di selezionare. In base a quale criterio poi?


Faccio autocritica: Si, Silvio, anche un’igenista orale ha pari dignità di partecipare alla gestione della res pubblica; preferibilmente però partendo dal basso e non dal “Listino”.


Quindi si, Silvio sui giovani ha ragione ma….Ad esempio il CDA di Expò 2015: Presidente Diana Bracco, classe 1941 (la Signora scuserà l’indelicatezza); Lucio Stanca, classe 1941; Angelo Provasoli, classe 1942; Carlo Secchi, classe 1944; Paolo Alli, classe 1950. Quanti anni avranno nel 2015? Certo il loro contributo sarà prezioso ma…Che bel messaggio al mondo sarebbe un CDA di trenta/quarantenni per un evento come l’Expò !!!


Che ne pensi, Silvio?



Carlo Brignolo Gorla