lunedì 28 dicembre 2009

martedì 22 dicembre 2009

Auguri - Santo Natale 2009


Milano, 22 dicembre 2009


Auguro a Voi ed ai Vostri cari un sereno Santo Natale, in Famiglia e nel solco della nostra Tradizione cristiana ed europea, invitandoVi a festeggiare la nascita di Gesù Bambino (Re Sole solstiziale) in maniera sobria e riflessiva, con lo sguardo ed il cuore rivolti a coloro, purtroppo tanti, che stanno "peggio di noi", sopratutto in questo periodo di crisi economica e sociale. Torniamo ad essere Comunità ed a pensare al nostro prossimo (etimologicamente a colui che ci è più vicino), cioè agli Italiani bisognosi, soli e malati (sopratutto anziani), esprimendo loro la nostra concreta vicinanza e solidarietà cristiana, patriottica e cameratesca. Il 2010 dovrà essere l'anno della riscossa, culturale e sociale, prima che politica, della vera Destra (popolare ed identitaria), in Lombardia ed in tutta Italia, ed io Vi confermo il mio personale impegno in questa comune Battaglia Ideale di Valori e di Civiltà, chiamandoVi simbolicamente "all'armi". A Voi ed ai Vostri cari auguro un felice Anno Nuovo, ricco di soddisfazioni personali e di benessere spirituale, fisico ed anche economico. Dio benedica noi, le nostre famiglie e la nostra amata Italia.


Roberto Jonghi Lavarini

mercoledì 16 dicembre 2009

Menomale che Silvio c'è...




MARAMALDO


Con una mano lo abbraccia e con un'altra lo pugnala alla schiena con una critica tanto pesante quanto elementare ed inutile (da gran cerimoniere lo definisce Feltri ) Fini impartisce la sua lezioncina al governo di cui Berlusconi è il premier, governo voluto dalla maggioranza eletta dai "cittadini' e di cui anche lui è espressione. Se non si riconosce più in detta maggioranza ha un'onesta e semplice possibilità: DIMETTERSI. Così finiremo di vergognarci per averlo tenuto presidente A.N. per tanto tempo


PUM

PDL-LEGA: una forza invincibile!


"Vogliamo rafforzare l'alleanza politica fra il POPOLO DELLA LIBERTA' di SILVIO BERLUSCONI e la LEGA NORD di UMBERTO BOSSI che, insieme, sono una forza invincibile, almeno nel nord Italia" ha dichiarato ROBERTO JONGHI LAVARINI, Presidente del Comitato DESTRA PER MILANO (LiberaMente nel PDL), incontrando l'amico On. MARIO BORGHEZIO, Europarlamentare e vulcanico esponente leghista. "Insieme abbiamo già avviato l'edizione della nuova rivista mensile IL BORGHESE DEL NORD, già in edicola, ma abbiamo in cantiere diverse iniziative culturali trasversali, tese a riscoprire l'anima popolare ed identitaria del centro-destra ed a radicarci, sempre di più sul territorio e fra la gente" ha dichiarato ancora JONGHI che ha ringraziato BORGHEZIO definendolo "storico esponente della destra tradizionale, uomo di profonda cultura e straordinaria umanità". "Ora più che mai, dobbiamo serrare i ranghi e marciare uniti, la maggioranza degli Italiani è con noi" ha concluso ROBERTO JONGHI, noto esponente della destra radicale, ora militante nel PDL. (a cura di Silvia Comneno d'Otranto)

DESTRAFUTURO con BERLUSCONI


Incontro con gli onorevoli Fidanza e Frassinetti


martedì 15 dicembre 2009

BERLUSCONI ringrazia DESTRAFUTURO



Caro Roberto,

Grazie di cuore ai tantissimi che mi hanno mandato messaggi di vicinanza e di affetto.

Ripeto a tutti di stare sereni e sicuri. L’amore vince sempre sull’invidia e sull’odio.

Silvio Berlusconi

Milano, 15 dicembre 2009


DESTRAFUTURO: la destra che dialoga!


"La nostra Identità di Europei e di Cristiani è così profonda e radicata che non temiamo ma anzi cerchiamo il dialogo ed il confronto con tutti, nel pieno rispetto reciproco" così ha dichiarato Roberto Jonghi Lavarini, esponente di DESTRAFUTURO incontrando, a Milano, lo Sceicco Abd al Wahid Pallavicini, famoso Maestro Sufi, carismatico Presidente del COREIS (Comunità Religiosa Islamica) e uomo di grande cultura tradizionale.

lunedì 14 dicembre 2009

Politica e internet: opportunità e pericoli!

Una delle prime funzioni di internet fu lo scambio di informazioni tra scienziati e centri militari. Ai tempi si chiamava Arpanet ed era la spina dorsale del sistema di comunicazioni americano. Nel tempo questo sistema si è evoluto fino a divenire cio' che oggi conosciamo. Negli ultimi anni i Social Network sono divenuti una valido strumento per riconnettersi con vecchi amici persi di vista, intrecciare relazioni lavorative e, perche' no, fare politica. Tuttavia, dopo gli sconvolgenti fatti di violenza di oggi, una cosa mi colpisce: a poco meno di un ora dall'attacco ai danni del Primo ministro Silvio Berlusconi, su un famoso Social Network utilizzato da milioni di italiani è apparso un "gruppo di sostegno" a nome dell'aggressore del Primo ministro. Questo fatto dovrebbe insegnarci qualcosa di importante. La rete è un opportunità per lo scambio di idee, nessuno può limitare il libero scambio di informazioni in rete a meno che si scelga uno stato di polizia.Ma come è possibile che, a seguito di un fatto cosi' grave, un Social Network abbia visto nascere un gruppo di sostegno che sosteneva apertamente l'atto di violenza teste' descritto? Gia' da tempo le grandi aziende hanno istituito gruppi di studio e osservatori per monitorare il loro marchio, e la relativa opinione tra il pubblico della rete.Sarebbe opportuno che, a seguito dei fatti di oggi, si costituisse un osservatorio, composto da esperti di comunicazione, al fine di valutare le opinioni in rete e comprendere le problematiche e i disagi sociali di singoli o gruppi della popolazione italiana, che possono generare situazioni e "gruppi di sostegno" che inneggiano alla violenza.La comprensione dei disagi dei cittadini è fondamentale al fine di prevedere ed evitare situazioni come quella di oggi e, dato che la democrazia si esprime liberamente in rete, comprendere gli stati d'animo dei cittadini in rete è quanto mai fondamentale.

Enrico Verga - Destrafuturo

domenica 13 dicembre 2009

Solidarietà al Presidente Berlusconi!


Milano, la granda manifestazione popolare del PDL in Piazza Duomo è stata, prima disturbata da un gruppo di facinorosi provocatori comunisti, e poi rovinata da un vigliacco che ha aggredito il Presidente Silvio BERLUSCONI, spaccandogli il labbro. Questa è la "democrazia" antifascista della sinistra comunista e giacobina: odio, bugie e violenza!


sabato 12 dicembre 2009

PDL MILANO


Roberto Jonghi Lavarini con gli amici Manfredi Palmeri (Presidente del Consiglio Comunale di Milano, a sx) e Marco Osnato (Presidente della Commissione Trasporti e Viabilità del Comune di Milano e vice-Coordinatore cittadino del Popolo della Libertà, a dx), nella sede del PDL di Corso Vittorio Emanuele. La nuova classe dirigente del centro-destra, la futura classe dirigente dell'Italia, con in mano la rivista mensile Il Borghese del Nord, si prepara ad accogliere, domani in Piazza Duomo, il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.

venerdì 11 dicembre 2009

DESTRAFUTURO con SILVIO BERLUSCONI (2)



Ipocrisia non è garanzia

L'invettiva sui giudici sarà un po' aspra, ma la ragione è di Berlusconi.


da il Foglio

Silvio Berlusconi ha detto chiaro e tondo (secondo i suoi autorevoli critici troppo chiaro e troppo tondo) che in Italia la sovranità sta passando dal Parlamento, sede della rappresentanza nazionale, al "partito dei giudici" che si avvalgono dell'appoggio della Corte costituzionale, trasformatasi da organo di garanzia in organo politico.Gianfranco Fini ha obiettato che se è vero che secondo la Carta "la sovranità appartiene al popolo" questo "la esercita nelle forme e nei limiti" previsti dalla Costituzione. Giorgio Napolitano si è rammaricato e ha difeso la Consulta con parole amareggiate. Il punto, in linea di fatto se non di diritto, è che la sovranità popolare non è stata limitata, ma manomessa e capovolta da quando la Prima Repubblica è stata decapitata per via giudiziaria, da quando un pronunciamento della procura milanese in perfetto stile sudamericano ha imposto la sua volontà su quella del Parlamento, da quando l'uso di un avviso di garanzia per un reato del quale poi Berlusconi è stato giudicato innocente ha provocato il ribaltamento della maggioranza politica scelta dagli elettori. Organi di garanzia che agiscono sempre nello stesso senso, che anziché garantire l'esercizio della sovranità popolare la stravolgono e la capovolgono sistematicamente, hanno se non una natura, sicuramente una funzione politica. La "leale collaborazione- di cui parla il capo dello stato sarebbe una bellissima soluzione, che però è stata metodicamente negata. Questi sono i fatti, anche se essi si sono sempre ammantati di opacità varie e formali.Proporsi di cambiare questo stato di cose attraverso modifiche costituzionali tese a restaurare la sovranità popolare e la centralità del Parlamento è perfettamente lecito. Il problema, caso mai, consiste nella strategia da adottare per ottenere il risultato. Da questo punto di vista, si può dubitare che la via migliore sia quella dell'invettiva e dell'accusa, anche se si deve constatare che tutti i tentativi precedenti di ottenere qualche risultato attraverso vie più diplomatiche sono stati bloccati. Affrontare il problema in modo esplicito fino alla irriverenza, naturalmente, comporta seri rischi e mette sotto pressione la stessa maggioranza, ha però il pregio di stabilire un criterio non ipocrita di verità e di rinviare in forme legittime al giudizio del popolo. E' la Costituzione stessa a prevedere un giudizio popolare sulle riforme istituzionali, e questo non è populismo.


11 dicembre 2009

DESTRAFUTURO con SILVIO BERLUSCONI


Berlusconi cerca il voto anticipato

Decisivo il pantano politico degli ultimi tre mesi. Parlerà domenica a Milano. Respinta la richiesta di chiarimento di Fini.


di Andrea Camaiora da il Clandestino

«Permettetemi di parlare un secondo del mio Paese». Silvio Berlusconi coglie l'occasione del suo intervento davanti alla platea del congresso del Ppe a Bonn per ripercorrere i temi prediletti: i giudici che si sono sostituiti al Parlamento, la sinistra allo sbando, la maggioranza coesa e il premier «super forte e con le palle». Non una breve digressione, ma un nuovo duro attacco alla magistratura, alla Consulta e al presidente della Repubblica. E l'annuncio di voler mettere mano alla Carta costituzionale. Parole che hanno scatenato la reazione non solo dell'opposizione, ma anche del presidente della Camera Fini che ha immediatamente commentato: «Berlusconi chiarisca il suo pensiero». Durissimo il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che in una nota ufficiale parla di «violento attacco contro fondamentali istituzioni di garanzia». Il presidente del Consiglio, tuttavia, non ha alcuna voglia di smussare gli angoli e, contrariamente al suo carattere, decide di farsi “convesso” e risponde alla prima e alla terza carica dello Stato che «Non c'è niente da chiarire. Sono stanco delle ipocrisie, tutto qua».Perché Berlusconi è andato al congresso dei popolari europei e, invece di lavorare di cesello su Casini, come auspicava anche ieri dalle colonne del nostro giornale Gianfranco Rotondi, ha di nuovo mandato all’aria il tavolo? Eppure, dopo le chiacchiere fuori onda di Fini e il lavoro faticoso delle colombe del Pdl, sembrava si fosse trovata un accordo tra il presidente della Camera e il presidente del Consiglio sui temi, delicatissimi, del cosiddetto legittimo impedimento e del processo breve. Per giunta il voto compatto del gruppo Pdl e della maggioranza in difesa del sottosegretario Cosentino dovrebbero aver contribuito a rasserenare gli animi tra berluscones e finiani.Scartando l’ipotesi che Berlusconi sia matto, resta da pensare soltanto che egli abbia assunto una scelta ampiamente premeditata. A gennaio saranno trascorsi due mesi dall’accordo, durato lo spazio di una notte, tra Berlusconi e Fini in materia di giustizia e poco meno di tre dalla sentenza della Consulta che ha disintegrato il lodo Alfano. E da tre mesi il governo è impantanato. Berlusconi odia il pantano: la sua idea di azione politica e di governo è tutta dinamica, figuriamoci se riesce a sopportare un’inattività così prolungata. La settimana scorsa, infatti, al termine dell’inaugurazione dell’alta velocità Milano-Torino, Berlusconi era parso alquanto giù di morale e si era rianimato solo dopo l’incontro con i giovani della “Gladio azzurra” di Mario Valducci. Fonti vicinissime al premier accreditano dunque l’idea che con questa mossa, il presidente del Consiglio cerchi il voto anticipato. «Ci deve aver ripensato» dice un deputato meridionale della maggioranza, che spiega: «Berlusconi deve aver ricordato Mike Buongiorno e il celebre “Rischiatutto”. In fondo – prosegue – quale finestra migliore delle elezioni regionali? Votando in election day, il leader del Pdl punterà a fare cappotto e contenere anche la Lega Nord che, con lui in campo direttamente, non potrà dilagare in Lombardia e Veneto». Uno scenario avvalorato dal fatto che domenica, nella piazza del duomo di Milano, è prevista alle 17.00, un’ora decisamente predellinesca, una manifestazione di pre adesione al Pdl cui parteciperà Berlusconi in persona. I telefoni della sede azzurra di viale Monza bollono da ore per assicurare una massiccia presenza. Che il Cavaliere si prepari davvero ad un predellino2? Se fosse così, lo starebbe facendo calendario alla mano: dopo aver incassato Cosentino, la Finanziaria e il bagno di folla milanese, il premier incontrerà l’ufficio di presidenza del partito. Lo stesso ufficio di presidenza che aveva approvato all’unanimità il suo piano di azione alcune settimane fa. Difficile che il suo partito gli neghi il pieno sostegno.

11 dicembre 2009

PDL MILANO






IL BORGHESE DEL NORD


Milano, venerdì 11 dicembre 2009

La presentazione ufficiale della nuova edizione mensile della storica rivista della destra italiana, si terrà lunedì prossimo, 14 dicembre, alle ore 17.30, presso la Sala Stampa del Consiglio della Regione LOMBARDIA, in Via Fabio Filzi 22 a Milano. Interverranno il Direttore ROBERTO TIMELLI, l'editore-promotore FRANCO POLVER, l'eurodeputato leghista MARIO BORGHEZIO, rappresentanti del mondo della cultura e della imprenditoria, associazioni professionali e di categoria, esponenti del Governo ed amministratori locali, dirigenti del Popolo della Libertà e della Lega Nord. Siete tutti invitati, calorosamente a partecipare: assisterete non solo alla partenza di una nuova iniziativa editoriale ma all'inizio di una avvincente sfida politica e culturale, assolutamente trasversale ma, finalmente, orgogliosamente di destra!

Roberto Jonghi Lavarini (membro del comitato promotore)
robertojonghi@gmail.com - 346.7893810

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mercoledì 9 dicembre 2009

Milano: Convegno sulla Sicurezza


Convegno SICUREZZA A MILANO pensieri, azioni e strategie
Evento organizzato dal Gruppo Consiliare PdL della Provincia di Milano
Data evento: 16/12/2009 alle ore 21:00
Presso il seguente indirizzo:Indirizzo: Corso Monforte 35Città: Milano
Per contatti:02/77402328pdl@provincia.milano.it

Tesseramento PDL a Milano



Consegna della tessera PdL n° 1 al Presidente Silvio Berlusconi


Domenica 13 dicembre 2009 alle ore 17.30, alle spalle del Duomo di Milano, si terrà la cerimonia di consegna della tessera n° 1 del Popolo della Libertà al Presidente Silvio Berlusconi.


Vi segnaliamo inoltre anche i seguenti appuntamenti:-


“Porte aperte al PdL”: venerdì 11 dicembre 2009 dalle ore 17.30 alle ore 21.00, presso la sede di viale Monza 137, i cittadini potranno incontrare gli esponenti politici delle Istituzioni milanesi ed effettuare l’iscrizione;-


“Giornate del tesseramento”: sabato 12 e domenica 13 dicembre 2009 dalle ore 10.00 alle ore 18.00 saranno presenti sul territorio di Milano i gazebo (elenco in allegato) presso i quali sarà possibile iscriversi al PdL.


Cordiali saluti,


On. Luigi Casero – Coordinatore Città di Milano

Marco Osnato – Vicecoordinatore Vicario Coordinamento Città di Milano

Milano: Convegno di Geopolitica


Noi riteniamo che gli attacchi al nostro Presidente Berlusconi siano sostenuti, se non ispirati, da centri di poteri di oltre frontiera. Nel corso del convegno parleremo di come la caduta del muro di Berlino e la crisi finanziaria del mondialismo stiano modificando radicalmente gli equilibri di potere stabiliti nel 1945 a Yalta.

Luciano Buonocore
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Dario Vermi al Piccolo Teatro di Milano



DARIO VERMI, ex vice-Presidente della Provincia di Milano e promotore di DESTRAFUTURO, è stato nominato membro del Consiglio di Amministrazione del PICCOLO TEATRO di Milano, dal Presidente della Provincia, On. Guido Podestà.

All'amico Dario, milanese doc ed uomo di profonda cultura, facciamo i nostri complimenti ed auguri!


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Importante Convegno storico-culturale a Milano



Riceviamo e volentieri pubblichiamo l'invito del

Prof. Giuseppe Manzoni di Chiosca:


TESTIMONI DELLA STORIA – EUROPA 2000

Eroismo, storia e letteratura
EUGENIO CORTI: UN GRANDE SCRITTORE LOMBARDO
Dalla Campagna di Russia ai giorni nostri


GIOVEDI’ 10 DICEMBRE 2009 – Sala Conferenze di PALAZZO REALE - MILANO

MATTINA (ore 10 – 12,30)

- Stefano Di Martino, vicepresidente del Consiglio Comunale di Milano e presidente del Convegno: introduzione e direzione lavori
- Luciano Garibaldi, direttore de I TESTIMONI DELLA STORIA e coordinatore del Convegno: introduzione sui «Testimoni della Storia» e breve descrizione del programma della giornata
- Eugenio Corti: proiezione del filmato con il suo saluto e le sue risposte alle domande dell’intervistatore
- Michele Mardegan, consigliere comunale PDL: «Perché chiesi e ottenni l’Ambrogino d’Oro per Eugenio Corti»
- Paola Scaglione: «Perché decisi di scrivere un libro su Eugenio Corti»
- Francesco Righetti, presidente dell’ACIEC: «L’attività e gli scopi dell’Associazione Culturale Internazionale “Eugenio Corti”»
- Rossana Mondoni, insegnante di Lettere e vicedirettore de I TESTIMONI DELLA STORIA:«Il livello letterario dell’opera di Eugenio Corti»
- Nelson Cenci, delegato dell’Associazione Alpini di Milano: «Il sacrificio degli Alpini lombardi in Russia»

POMERIGGIO (ore 15 – 18)

- Sergio Pivetta, autore di “Una guerra da signori”: «Storia del CSIR e dell’ARMIR»
- Giancarlo Cioffi, presidente della sezione di Milano “Savoia Cavalleria” dell’A.N.A.C.: «La cavalleria nella Campagna di Russia nel ricordo di un testimone»
- Luciano Garibaldi: «La ritirata del Don»
- Ugo Finetti, scrittore e storico:«Memoria e oblio del comunismo in Italia a 20 anni dalla caduta del Muro di Berlino».
- Krzysztof Strzalka, Console generale di Polonia a Milano, scrittore e storico: «La tragedia di Katyn è più che mai attuale»
- Renzo Martinelli, regista: «Da Katyn a Porzus»
- Alberto Leoni, scrittore e storico: «Le Medaglie d’Oro italiane e in particolare lombarde sul fronte russo»
- Cesare Cavalleri, direttore dell’ARES: «Come fu che scoprii il grande talento letterario di Eugenio Corti. Breve storia dei suoi libri».

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Un convegno, di una giornata, in onore di Eugenio Corti

MILANO. Eugenio Corti, l’autore de «Il cavallo rosso» e di altri celebri romanzi, è uno degli scrittori lombardi più amati nel mondo. In suo onore si terrà, giovedì 10 dicembre, a Palazzo Reale, una giornata di studi volta a spiegare le ragioni del successo di questo grande autore brianzolo ottantottenne e, al tempo stesso, a rievocare il sacrificio di migliaia di combattenti lombardi durante la Seconda Guerra Mondiale. Nella circostanza, scrittori, letterati e storici sono stati mobilitati dall’Associazione «Testimoni della Storia», facente parte del Centro Ricerche, Studi e Iniziative «Europa 2000», che, con il patrocinio e la collaborazione della presidenza del Consiglio Comunale di Milano, ha organizzato l’evento che avrà per titolo: «Eroismo, storia e letteratura. EUGENIO CORTI: UN GRANDE SCRITTORE LOMBARDO. Dalla Campagna di Russia ai giorni nostri».

Prenderanno parte ai lavori – presieduti e diretti da Stefano Di Martino, vicepresidente del Consiglio Comunale di Milano - scrittrici e docenti come Paola Scaglione, biografa di Corti, e Rossana Mondoni, insegnante e scrittrice; storici come Ugo Finetti, Alberto Leoni, Luciano Garibaldi; testimoni della storia come Nelson Cenci, Sergio Pivetta e Giancarlo Cioffi, ex combattenti ed esponenti di Associazioni d’Arma (Alpini e Cavalleria); personalità della cultura come Krzysztof Strzalka, console generale di Polonia a Milano, scrittore e storico, Renzo Martinelli, regista, Francesco Righetti, presidente dell’Associazione culturale internazionale «Eugenio Corti», Cesare Cavalleri, direttore di «Studi Cattolici» e della Casa editrice ARES che nel 1983 pubblicò per la prima volta «Il cavallo rosso», giunto oggi alla 24.a edizione e tradotto in otto lingue, tra cui il giapponese. Un libro che rappresenta uno dei più clamorosi eventi letterari del secolo appena trascorso, con varie riduzioni per le scuole (Mursia e Mondadori): una emozionante cavalcata nella storia dal 1940 agli Anni Settanta, con epicentro in Lombardia, Russia e Germania. Non è certo l’unico libro, anche se sicuramente il più «sofferto» (Corti impiegò undici anni a scriverlo), del grande scrittore brianzolo del quale non si possono non citare romanzi come «Catone l’Antico» e saggi storici come «Processo e morte di Stalin», «I più non ritornano» o «Gli ultimi soldati del Re». Ma – ai fini del convegno del 10 dicembre – è sicuramente il valido punto di partenza che consentirà ai relatori-storici di rievocare le vicende del CSIR e dell’ARMIR, il sacrificio degli Alpini lombardi in Russia, la carica di Isbucenski, la tragica ritirata del Don, la tragedia dei prigionieri italiani in URSS assassinati nei Gulag.

giovedì 3 dicembre 2009

Più DESTRA nel PDL.

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Il Comitato Destra per Milano e la Libera Associazione Fare Occidente hanno deciso di collaborare per rafforzare la presenza, politica e culturale, della destra italiana all'interno del Popolo della Libertà, partendo da Milano e dalle prossime importanti elezioni regionali. Nella foto: Roberto Jonghi Lavarini con l'amico On. Romano La Russa, Assessore della Regione Lombardia (alla Industria, Piccola-Media Impresa e Cooperazione) e Coordinatore Provinciale del Popolo della Libertà di Milano. Romano La Russa si è detto assolutamente disponibile ad incontrare ed a collaborare anche con i promotori di DESTRAFUTURO.



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martedì 1 dicembre 2009

Provocazione culturale di Marcello Veneziani

domenica 29 novembre 2009

Provocazione politica e culturale di Marcello Veneziani

Dieci domande al gemello intellettuale di Fini

(provocazione culturale di Marcello Veneziani)

IL GIORNALE domenica, 22 novembre 2009

Il mistero di Gianfranco Fini è stato finalmente svelato. Tutti si chiedevano cosa gli fosse successo, perché avesse cambiato così radicalmente opinione; ma nessuno era in grado di spiegare il perché. Ora la spiegazione è arrivata dal libro “Il futuro della libertà” che è in libreria a firma Gianfranco Fini. Leggendo questo libro ci siamo accorti della verità. L’ex leader del Msi e di An ha un gemello omozigote che ha vissuto congelato fin dalla nascita in una cella frigorifera piena di libri. È stato condannato a leggere e studiare fino a diventare un intellettuale, a differenza del fratello parlante.Questo gemello surgelato, che chiameremo Gianfranco Findus, ha trascorso la sua vita glaciale tra i libri; suo fratello il politico era condannato (…) agli orali, perché parlava nelle piazze, nei parlamenti e nelle sezioni; lui, invece, era condannato agli scritti, perché era costretto a leggere e scrivere e nient’altro. Ora è uscito finalmente allo scoperto pubblicando a firma del gemello politico il libro in questione. Nessuno degli entusiasti recensori e sviolinatori ha avuto il coraggio di dirlo, masi capisce lontano un miglio che l’opera andata in libreria non è stata scritta dal presidente della Camera ma dal fratello nella camera ibernata, l’intellettuale congelato. Lo sveliamo per tutelare la sua fama di politico e non consentire a nessuno di insultarlo come intellettuale o di sostenere che scriva libri «indipendenti dal suo pensiero», per usare una sua stessa espressione rivolta ironicamente verso il direttore di questo Giornale. Preferiamo dire la verità per evitare facili ironie sulla sua inaspettata cultura che finora era riuscito così bene a mascherare; e per prevenire insinuazioni su corsi universitari per corrispondenza o su lauree filosofiche prese al Cepu.Nel libro del fratello surgelato e colto, autori che Fini il politico non ha mai citato, letto e conosciuto, vengono sciorinati con familiarità in un linguaggio che non è assolutamentequello usato dal presidente della Camera, dai tempi del Fronte della gioventù a oggi. Ci sono riflessioni filosofiche e teologiche, sottili considerazioni sul nichilismo e sulla sociologiatedesca, letture per addetti ai lavori, e una gragnuola inverosimile di citazioni, come non figurano nemmeno nei libri degli accademici più enciclopedici. E per modestia o per non caricare il povero fratello politico di oneri insostenibili, il professor Findus non ha pubblicato la bibliografia in fondo e nemmeno l’indice dei nomi. Al povero Bondi che chiedeva a Fini come mai non ha mai citato nel suo libro Berlusconi e non si è mai riferito al suo passato missino, la risposta è semplice: perché questo libro lo ha scritto suo fratello il professore che non conosceva né l’uno né l’altro vivendo nella cella frigorifera. Non c’è neanche un politico citato nel testo, ma solo filosofi, teologi, storici, sociologi, preferibilmente di sinistra, se non comunisti (Hobsbawm, Cassano, Schiavone, Caracciolo, Viesti, Galimberti, Ginsborg e lo stesso Marx). Ammazza come risalta la diversità da suo fratello, quanti riferimenti, allusioni anche velate ad altre opere, rimandi, citazioni implicite. A chi insiste nell’attribuire a Fini la responsabilità di questo libretto intellettuale a scopo pedagogico, propongo un test scagionatorio. Rivolgo le fatidiche dieci domande a Fini desunte dal libro a sua firma:1) Ci spiega la teoria della crescita in Joseph Stiglitz da lei citata a p. 154?2) Ci chiarisce se il suo riferimento alla libertà di o alla libertà da, discenda da Isaiah Berlin, da Friedrich von Hayeko da Ralf Dahrendorf (p. 151-3)?3) Cosa l’ha più colpita del testo filosofico Vita activa di Hannah Arendt, così copiosamente citato (130 e passim)?4) Pensa di poter applicare il concetto di società liquida di Zygmunt Bauman da lei citato a p. 125, anche alle società del familismo amorale descritto da Edward Banfield, da lei citato a p. 79?5) Quando cita Alain Besançon definendo il comunismo e il nazismo gemelli eterozigoti (p. 47), allude anche all’eterotelia espressa da Jules Monnerot?6) Perché preferisce il Nietzsche di Karl Löwith (p. 59) al Nietzsche di Martin Heidegger?7) Complimenti per i testi filosofici sul razzismo (Gobineau, Rosenberg, Hitler) ma perché cita a tale proposito pure il Mito di Arminio (p. 56-7)?8) Ama citare Christopher Lasch (p. 68 e passim): è alla sua Cultura del narcisismo che si ispira il suo capitolo dedicato appunto a Narciso?9) Ci spiega cosa ha voluto dire quando, dopo aver citato Karl Popper e Federico Moccia, invita i giovani a non rifugiarsi «in quella stratosfera di sogni» (p. 124); e da dove le è venuta quella metafora svolazzante sull’«l’Italia-farfalla che dovrà presto librarsi nell’aria» (p. 104)?10) Quali sono infine i testi di Peter Hahne (p. 75), di Maurice Duverger (144), Ernst Renan (131), Thomas Mann (57) e Arthur Koestler, le opere di Fourier, Owene Saint-Simon (53), diRoger Scruton (50), Robert Conquest (49) Ulrich Beck, (20) e Pierre Teilhard de Chardin (10) citate nel suo libro? E Lazar, e Furet e Glucksmann, e Stuart Mill e Weber… e mi fermo qui per non spaventare il lettore.Naturalmente chiedo di rispondermi in diretta, senza usare l’aiuto del pubblico da casa e del suo addetto stampa Aldo Di Lello, colto giornalista culturale che conosce quei testi. Sono certo che non risponderà e questo lo discolperà dall’infamia di essere un intellettuale. Fini è portatore sano del suo testo, potrà abiurarlo più facilmente di ogni altra abiura finora effettuata.Ma finite le domande a Fini chiedo alla stampa italiana che ha recensito ammirata il libro del professor Findus: ma per voi non conta niente la verità, l’autenticità, il pensiero, l’autore? Per carità, i ghost writer ci sono sempre stati, famoso tra tanti il saggio su Proudhon di Craxi scritto da Luciano Pellicani; ma qui siamo alla sostituzione di persona, il gemello professor Findus al posto di Fini il politico. Ad ambedue rivolgo l’invito a vedere il film Sotto falso nome e a rileggere Il doppio di Otto Rank. Mi auguro solo una cosa: ora che il professor Findus è stato sbrinato, non vorrei che Fini andasse al suo posto nella cella frigorifero. Nascere dalla fiamma e finire in ghiacciaia sarebbe troppo.

Marcello Veneziani (da “Il Giornale” - 21 novembre 2009)

sabato 28 novembre 2009


Quella strana voglia di sentirsi vittime


Sono stato oggi, perché invitato, agli Stati Generali degli Immigrati; iniziativa lodevole. Seconda edizione in “Autoconvocazione”. Sede importante: Il Teatro Dal Verme, Milano, Lombardia.

Sebbene invitato, arrivo di soppiatto e mi accomodo in ultima fila, il posto migliore per riflettere senza doveri di rappresentanza. Devo dire che il teatro, ben ricostruito, si presta.

L’inizio sorprende: Si parla di investire, o meglio re-investire in Africa, di cooperazione internazionale, di sviluppare i paesi di provenienza, che gli immigrati devon essere “veicoli” di sviluppo e promozione. Sia locale (territorio italiano) che nei paesi d’origine….Ma…dove sono? Vuoi vedere che finalmente qualcosa cambia? Siamo sulla strada giusta. Non tanto per la soluzione al flusso migratorio, quello c’è e ci sarà sempre, ma per un cambio generazionale, nel modo di vedere le cose. Infatti in teatro ci son un sacco di giovani…..

Ma il bel gioco, dura poco. Si sà. S’avvicendano sul palco interventi “politici” che incitano alla riaffermazione dei diritti, negati, degli immigrati ( ma se son in regola e non turbano l’ordine pubblico, chi glieli nega); poi 3 sindacalisti (CGL /CISL), anche loro contro le discriminazioni sul lavoro: Ma si son accorti che siamo in crisi occupazionale e il lavoro (in genere) scarseggia in Europa? Mentre c’è da fare, e parecchio, in Africa, China, India ecc ecc. Parla l’On. Bonino….vabbeh, no comment.

Sorvolo, anche per par condicio, sulla contestazione ad Attilio Fontana, sindaco di Varese latore, tutto sommato, di un messaggio di concretezza lombarda. Non colto.

Ora, quello che mi ha sempre sorpreso, viaggiando e conoscendo il mondo e soprattutto i PVS, è il complesso del razzismo. Pare ci sia una recondita voglia ancestrale di discriminazione raziale. Ma in Italia le leggi ci sono e ci sono per tutti. La Costituzione esiste, ed esiste per tutti; si tratta di conoscerla e condividerla. Quando si delinque, è il comportamento che rileva, non la razza. Anche il reato di clandestinità, On. Bonino, sanziona il comportamento di chi, scientemente, s’imbarca senza visto e per di più delinque, anche nel paese di partenza, per metter assieme quei 5, 6 a volte anche 10.000 euro da pagare ai “traghettatori”. Vogliamo intervenire alla fonte del problema?

Voto agli immigrati? Leggasi la Costituzione Italiana! Per inciso sono 40.000 all’anno i nuovi cittadini italiani, immigrati (dato fornito durante i lavori odierni) che, con il loro voto o chiedendo di essere votati, possono contribuire ai cambiamenti necessari. Ovviamente gli immigrati pagano le tasse e partecipano al PIL per il 10%, ci mancherebbe altro.

Insomma: O si ha voglia (la necessità politica?) di sentirsi minoranza, discriminati, ai margini…..oppure ci si da da fare. L’Italia, e la Lombardia in particolare, ha sempre accolto tutti.
Anzi, se mi si permettono le citazioni: “Milàn l’è un gran Milàn” e, integrale, “Chi volta il cù a Milàn, volta il cù al pan”. E ancora, Lucio Dalla :”Milano….ti fa una domanda in tedesco e ti risponde in siciliano ….”

Ore 14.00. Terminano i lavori, si riaccendono le luci in sala e….Surprise Surprise: I giovani sono quelli delle scuole, italiane; la maggioranza dei presenti in sala, italiani. Gli immigrati? Solo alcuni dei relatori. Testimoni comunque di storie di accoglienza e successo personale. Chi nelle organizzazioni sindacali, chi nel terziario, chi nell’imprenditoria e chi da intellettuale.
Quod bonum, faustum, felix fortunatumque sit.
C. B. G. – Destrafuturo -

venerdì 27 novembre 2009


FINI SUFFRAGIA REDDE


In preparazione delle elezioni politiche 2008, fu ritenuto necessario fissare le idee e il programma con cui A.N. si sarebbe presentata al voto.
Fini scelse la formula di “Conferenza Programmatica” - già sperimentata da A.N. a Verona e Napoli - da svolgersi a Milano in data 14/16 Febbraio 2008 il cui documento base, proposto e inviato ai dirigenti del Partito, si intitolava: A.N. UNA ALLEANZA PER L’ITALIA, ECCO LA SFIDA DEL FUTURO.
Scorrendo tale documento troviamo, per quanto relativo ai problemi etici :

- rifiutare quanto presentato come disegno di legge dall’allora Governo Prodi, di combattere l’accanimento terapeutico che nell’ottica di larga parte della sinistra, mira a introdurre l’eutanasia
- l’ultima cosa che ha bisogno l’Italia è una ulteriore penalizzazione della famiglia che invece sempre l’allora Governo Prodi, si apprestava a fare con l’iniziativa legislativa dei cosiddetti dico ovvero unioni di fatto
- che l’ultimo pedaggio ideologico da pagare al Governo Prodi era l’inserimento nell’ordinamento italiano delle norme cosiddette anti-omofobia
Per tutti questi motivi era necessario lanciare una grande battaglia perla difesa del diritto alla vita e della dignità della persona tramite:
- a) mobilitare i nostri rappresentanti nelle Regioni e negli enti territoriali perché sia assicurata la presa in carico del paziente da patologie gravi e l’affiancamento della sua famiglia
- b) sostenere in ogni sede iniziative in favore della famiglia e a contrastare forme giuridiche, quali pacs-dico-cus, che puntano non già al riconoscimento dei diritti individuali dei componenti delle coppie di fatto, ma a istituire modelli alternativi di matrimonio
- c) contrastare nel Parlamento e fra la gente le norme cosiddette anti-omofobia, in realtà gravemente lesive della libertà di espressione del pensiero.

Per quanto relativo a sicurezza e immigrazione dopo la premessa: "... i fatti di cronaca degli ultimi tempi – e prima di tutto la composizione della popolazione carceraria – dimostrano come la non integrazione, l’ingresso indiscriminato di persone che non hanno un lavoro e mezzi per sostenersi, causino giocoforza l’aumento esponenziale di fattispecie delittuose" veniva richiesto, con tutti i mezzi a disposizione:

- norme più severe contro l’immigrazione clandestina e contro il nomadismo incontrollato aggiungendo noi non solo difendiamo la Fini-Bossi, ma chiediamo ai cittadini sostegno per modificarla per quanto riguarda l’espulsione dei clandestini in termini ancora più severi e restrittivi
- chiedere l’inserimento dell’esame della lingua italiana, oltre che il giuramento sulla Costituzione, ai fini del conseguimento della cittadinanza da parte di chi ne ha i requisiti di legge
Questi, e quelli dei Congressi di Fiuggi e di Bologna e delle Conferenze programmatiche A.N. di Verona e Napoli sono i principi ed il programma che abbiamo accettati e votati e che il Governo, voluto e votato da noi, deve fare.
Noi abbiamo seguito e appoggiato il Fini 2008 ( e precedente ) non appoggiamo e seguiamo il Fini 2009.
Le esternazioni di Fini ultima edizione, i sui distinguo, i bastoni fra le ruote che mette all’azione del Governo non sono quello che abbiamo voluto con i nostri voti, ma seguono un disegno preciso il cui unico scopo è sostituire il premier votato da noi, cioè Berlusconi.
Legittimo cambiare parere e opinione, ma non è lecito mantenere posizioni ottenute con premesse e promesse successivamente non rispettate.
Abbiamo seguito e votato Fini per quelle premesse e promesse. Ha preso i nostri voti per queste. Non le ha mantenute. Deve renderci i nostri voti.

FINI SUFFRAGIA REDDE


Destrafuturo - PUM -

giovedì 26 novembre 2009

DESTRAFUTURO con SILVIO BERLUSCONI

BERLUSCONI - Azzardato ma contrattacca

Agenzia ANSA
Venerdì 27 Novembre 2009 08:44

Berlusconi prepara l'espulsione di Fini e sfida il soviet dei magistrati

“Siamo in guerra civile”, ha detto il presidente del consiglio nel corso dell'ufficio di presidenza del Pdl in corso a Palazzo Grazioli, secondo quanto riferito da alcuni presenti. Da parte di alcuni magistrati, ha proseguito Berlusconi, c'è il tentativo di buttare giù il governo e la maggioranza eletta democraticamente dai cittadini. Il cavaliere ha citato i processi che lo vedono coinvolto a Milano, le indiscrezioni su presunte nuove azioni della magistratura, ma anche i casi di Nicola Cosentino e da ultimo di Renato Schifani. A proposito del sottosegretario all'economia, il premier si è addentrato nelle accuse mosse dai magistrati napoletani ed in particolare su una circostanza ha parlato di fatto paradossale. L'Ufficio di Presidenza del Popolo della Libertà, al termine di una riunione nel corso della quale sono stati presi in esame tutti gli aspetti dell'attuale momento politico, ha poi approvato il seguente documento: “Anche il corso dell'attuale legislatura è stato turbato dall'azione di una parte tanto esigua quanto dannosa della magistratura, dimentica del proprio ruolo di imparzialità. Si tratta di una questione che è giunta ormai ad intaccare la natura stessa della democrazia, che si fonda cioè su un corretto e giusto equilibrio fra i diversi poteri e ordini dello Stato. Questo equilibrio, che le diverse tradizioni politiche che contribuirono a scrivere la nostra Carta Costituzionale avevano cercato di garantire e di preservare, è completamente saltato, soprattutto dopo le vicende giudiziarie che hanno travolto il sistema politico della cosiddetta Prima Repubblica. Cosicchè l'Italia è l'unico Paese in cui la magistratura ha finito per acquisire un peso così abnorme nella vita democratica e di converso il potere politico fondato sulla sovranità popolare rischia di apparire impotente a svolgere le proprie finalità. Questo problema non riguarda una sola persona o un solo partito ma la natura stessa della democrazia e la capacità di chi è investito di una responsabilità politica di adempiere alle proprie responsabilità nei confronti dell'intero Paese. Per questo il Popolo della Libertà si sente impegnato a sostenere con forza in Parlamento una riforma delle istituzioni che consenta una maggiore efficacia dell'azione dell'esecutivo, anche nell'ambito dell'elezione diretta del capo del governo e di un sistema di contrappesi fondati anche su un maggior potere di controllo e di indirizzo del Parlamento. Nel contempo il Popolo della Libertà ritiene urgente una riforma della giustizia che ridisegni i rapporti fra i diversi poteri e ordini dello Stato, nel segno dell'equilibrio e della reciproca autonomia e indipendenza. Nell'ambito di questa riforma complessiva della giustizia si pone anche l'opportunità di una legge che ponga un limite alla durata indefinita dei processi, che rappresenta di fatto in Italia una pena aggiuntiva, giustamente condannata dalla Corte europea dei diritti. Infine si è stabilito di riproporre in veste costituzionale il contenuto del Lodo Alfano”. L'Ufficio di Presidenza ha dato mandato ai coordinatori nazionali di presentare entro la prossima settimana le proposte riguardanti i candidati alle prossime elezioni regionali. Inoltre l'Ufficio di Presidenza ha dato incarico alla Consulta Riforme e problemi dello Stato di avviare “l'esame delle proposte relative alla questione della cittadinanza verificandone anche la sintonia con il programma di governo sottoposto agli elettori. Mentre ha ribadito che ogni ipotesi di voto ai non cittadini italiani è estranea al programma e alla linea politica del Popolo della Libertà”. L'Ufficio di Presidenza ha infine approvato l'avvenuto avvio della campagna tesseramento 2009-2010 e le relative iniziative che il Popolo della Libertà organizzerà nel fine settimana 12-13 dicembre in tutte le principali città italiane. “Tutti i punti del presente documento sono stati votati all'unanimità dai componenti dell'Ufficio di Presidenza”.
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martedì 24 novembre 2009

Circolo del Buon Governo di Milano



Care Amiche e Amici,


il Circolo del Buongoverno di Milano è lieto di invitarVi alla conferenza inaugurale del suo X anno di attività che si terrà lunedì 30 novembre alle ore 18.30 presso la sede di via Marina 1. L’incontro, dal titolo “I percorsi della politica dalla formazione all’amministrazione: le esperienze dei giovani” vedrà come relatori l’On. Lara Comi, deputata al parlamento europeo nel gruppo PPE – DE, Lorenzo Malagola, consigliere comunale di Milano, Nicolò Mardegan, consigliere provinciale di Milano. Avremo modo di ascoltare le esperienze di chi, pur venendo da percorsi diversi, è arrivato alla politica attraverso la formazione, in un periodo in cui questa diviene fondamentale per la costruzione dell’anima comune al PdL.


Simone Crolla
Presidente del Buongoverno di Milano
Giovannipio Gravina
Segretario del Buongoverno di Milano
Via Marina, 1
02 7771141
02 77711431
info@ilcircolo.mi.it
http://www.ilcircolo.mi.it/


Iscriviti al gruppo de “Il Circolo del Buongoverno di Milano” su Facebook
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lunedì 23 novembre 2009

IL BORGHESE del nord (rivista mensile di destra)


E’ finalmente in uscita, il prossimo dicembre, in tutte le edicole e librerie, il mensile “di destra” IL BORGHESE del Nord, nuova edizione della storica rivista fondata da Leo Longanesi.

L’editore è l’imprenditore Luciano Lucarini, il direttore è il giornalista Roberto Timelli. Vuoi sostenere questa importante iniziativa culturale ed editoriale?

Puoi scrivere articoli e recensioni (di politica, storia, cultura, arte, economia, società, costume, cinema, spettacolo e sport) e collaborare attivamente alla diffusione della rivista (abbonamenti, pubblicità, presentazioni ed eventi).

Informazioni e contatti:

www.destra-dx.it - www.il-borghese.it

robertojonghi@libero.it – 346.7893810

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sabato 21 novembre 2009

Incontro Destrafuturo

Numerosi esponenti di Circolo del PdL si sono incontrati oggi al primo sabato politico di Destrafuturo, confermando i valori espressi nell’atto di fondazione del PdL e concordando di:

- riaffermare i principi a fondamento della Destra espressi nell’atto costitutivo del PdL
- promuovere maggiore partecipazione e coinvolgimento nelle scelte e direttive del PdL sia zionali che locali, a partire da Milano
- richiamare il Governo al rispetto del programma elettorale presentato agli elettori e da loro votato
- contribuire con una partecipazione competente e attiva alle decisioni e azioni delle amministrazioni
- organizzare convegni tematici con la partecipazione dei relativi responsabili

L’atmosfera particolarmente partecipativa di tutti gli intervenuti incoraggiano a proseguire, con cadenze fisse, nell’organizzazione dei “sabati politici”

Carlo Brignolo Gorla
Portavoce – Destrafuturo -

venerdì 20 novembre 2009

giovedì 19 novembre 2009

Milano: incontro-cena del PDL con SILVIO BERLUSCONI


VENERDI 27 NOVEMBRE 2009 – ORE 20.00
A Milano, Spazio 90 di Via Mecenate 90

Cena del Popolo della Libertà con
SILVIO BERLUSCONI

IGNAZIO LA RUSSA
ROBERTO FORMIGONI
GUIDO PODESTA’
LETIZIA MORATTI


Quota di adesione 50,00 €, pagamento anticipato.
Posti limitati, tavoli da dieci, prenotazione obbligatoria entro lunedì 23.

Informazioni e prenotazioni: Roberto Jonghi Lavarini
robertojonghi@gmail.com - fax 02.31801315 - cell 346.7893810

DESTRAFUTURO sabato a Milano


DESTRAFUTURO
nel POPOLO DELLA LIBERTA'



Abbiamo il piacere di invitarVi alla presentazione di DESTRAFUTURO, dal momento che tale iniziativa politica e culturale (di destra) è stata accolta con grande interesse sia dai vecchi iscritti AN che da nuovi sostenitori del PDL.



Sabato 21 Novembre - Ore 14.45
Presso il Circolo Arti e Professioni
In Via Strambio 9 a Milano
(Zona Città Studi - Citofono Siciemme)




Interverranno storici esponenti della destra milanese, fra i quali:

Flavio Nucci, Antonio De Simone e Dario Vermi



Contiamo sulla Vostra presenza numerosa.



Dott. Carlo Brignolo Gorla (Portavoce)
Ing. Michele Puccinelli (Coordinatore)

destrafuturo@gmail.com

mercoledì 18 novembre 2009

Importanti iniziative culturali ed editoriali


Importanti iniziative, culturali ed editoriali, che partono da Milano:


Venerdì 20 Novembre – Ore 16.00
Presso gli uffici della Società Lasergrafica Polver
In Via Kramer 17, a Milano (Zona Porta Venezia)


Riunione del "Comitato Promotore",
aperta a sostenitori, collaboratori e simpatizzanti
(sopratutto giornalisti ed esperti di comunicazione),
con il seguente Ordine del Giorno:


Rivista Mensile “IL BORGHESE” del Nord
www.il-borghese.it

Movimento Identitario NOI POPOLO

Progetto Futurista ALTAVIA Milano
www.altaviamilano.it

Comitato MILANO CAPITALE

Per poter partecipare all’incontro è necessario contattare
la responsabile della Redazione e della Segreteria,
presentandosi e confermando la propria presenza:

Signora Luisa
346.0876524
free.box@libero.it
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giovedì 12 novembre 2009

La Milano del futuro: "Da Linate a Rho in funivia"



"Da Rho a Linate in funivia a un euro"
Articolo di Dino Bondavalli
(Libero Quotidiano, me 11.11.2009)

http://www.libero-news.it/articles/view/592458

Lunedì incontro col sindaco di Peschiera


Primo passaggio ufficiale per Altavia Milano, la funivia che nel giro di qualche anno dovrebbe collegare l’aeroporto di Linate alla fiera di Rho. Lunedì prossimo il futuristico progetto per la nuova “metropolitana volante”, che prevede la realizzazione di otto stazioni intermedie in zone strategiche della città, verrà infatti presentato all’amministrazione di Peschiera Borromeo, Comune sul cui territorio dovrebbe sorgere uno dei due capolinea della funivia. Obiettivo della presentazione, quello di «illustrare l’opera al sindaco - spiega Massimo Grecchi, uno dei progettisti - e sondare la disponibilità dell’amministrazione a darci un’area di almeno 4-5 ettari nella quale abbiamo intenzione di realizzare un parcheggio per 2-3 mila auto a servizio di chi arriva dalla zona Nord-Est dell’hinterland». Nei piano degli ideatori la nuova funivia, che con 18 chilometri di percorso sospeso rappresenterebbe la linea più lunga al mondo, sarà infatti non solo un’attrazione turistica in grado di proiettare Milano nel futuro, ma anche un mezzo di trasporto per migliaia di pendolari che ogni giorno raggiungono la città per motivi di lavoro o studio. Viaggiando sospese sopra la città a quasi 90 metri di altezza, 180 cabine da 26 posti a sedere collegherebbero Linate alla fiera di Rho in 55 minuti, facendo tappa nelle nuove stazioni “aeree” di Città studi-Politecnico, giardini di Porta Venezia, Arena-Parco Sempione, (continua)...



mercoledì 4 novembre 2009

E se...esportassimo Cultura?


Perchè no? Lo spunto viene dalla mia recente visita a Tripoli e, soprattutto, da lunghe chiaccherate nelle altrettanto lunghe, e piacevoli, serate "tripoline". Al caffè, come da noi non si fai più da anni, con Aziz Ben Younes (nella foto); caro amico libico.

Soprattutto per dare un taglio positivo ad un paese che sta di fronte a noi ma è solo noto, o propagandato, per i gommoni, le "carrette" del mare e non per un vincolo culturale che, a ben vedere, ancora ci lega. Per dirla con De Turris (vedi ns. blog 13 ottobre 2009) "La cultura non è solo di sinistra. Ma la destra non vuole capirlo"

Il paese è in grande evoluzione, decine e decine di cantieri aperti che lavorano "H24", come si dice. Pensando al futuro "turistico" Servirebbe una ferrovia "leggera", più che l'autostrada; per quest'ultima basterebbe una cosrsia in più....
Una voglia di intraprendere commovente, disordinata, allegra...mette di buon umore se si pensa a chi, in Italia è cronaca di tutti i giorni, s' arrampica sui sui tetti o la cui piccola impresa è ormai decotta mentre là avrebbero sicuramente un futuro. Il popolo Libico: La voglia di essere artefici del proprio destino, del proprio sviluppo pur con mille difficoltà. Un esempio da chi, più a sud del nostro sud, ha voglia di fare.
Si ma..in tutto questo la cultura che c'entra. C'entra eccome. Siti archeologici, e architetture più recenti, testimoniano come noi Italiani là ci siamo stati...si daccordo, un pò "all'italiana" è vero ma ora possiamo rifarci, partendo prorio da questo. Dando un contributo, una mano a restaurare, conservare, valorizzare e sfruttare al meglio il patrimonio culturale non indifferente e che ha bisogno di interventi.

Senza contare che accordi di questo tipo darebbero opportunità, prestigio e risorse alle università Italiane, ai nostri giovani ricercatori e anche qualcuno che laggiù, invece di saltare sul "gommone", potrebbe imparare un mestiere.
Se le Ministre Brambilla e Gelmini e altri di buona volontà ci volessero riflettere, siamo a disposizione.
Carlo Brignolo Gorla
Destrafuturo

lunedì 2 novembre 2009

Comune di Milano: rimpasto in Giunta.


Il vicesindaco di Milano Riccardo De Corato ha ottenuto dal sindaco Letizia Moratti la delega al Traffico, della quale non si occuperà, dunque, più l’Assessore Edoardo Croci, che rimane responsabile di Mobilità e Ambiente ed è divenuto vicepresidente del Coordinamento Nazionale “Agende 21 locali italiane”.Cambiano anche gli incarichi di altri Assessori: Giovanni Terzi (Attività Produttive, Lavoro e Occupazione) avrà anche la delega per il coordinamento delle attività relative alla realizzazione del nuovo modello di gestione delle scuole civiche oltre all’indirizzo e al controllo della successiva gestione. Terzi si occuperà, inoltre, della promozione e sviluppo delle attività produttive agricole, definizione e gestione dei rapporti contrattuali con le aziende del settore di proprietà comunale.All’Assessore Mariolina Moioli (Famiglia, Scuola, Politiche Sociali) è stata conferita la delega per l’indirizzo e il controllo delle attività della Fondazione Welfare Ambrosiano, mentre l’Assessore Andrea Mascaretti (Aree cittadine e consigli di zona) ha acquisito la delega per il progetto Ambrogio per il monitoraggio delle segnalazioni e delle richieste dei cittadini che verrà presentato a breve.Carlo Masseroli (Sviluppo del Territorio), infine, avrà la delega per la definizione delle politiche relative all’housing sociale.




"Super De Corato, trionfa la destra anti-chic"


Da IL GIONALE

di domenica 1 novembre 2009




Politico vecchio stampo e senza fronzoli, vicesindaco da 12 anni, a ogni elezione si parla di un suo ridimensionamento Ma lo «sceriffo» macina consensi e pragmatismo. E quando c’è una missione impossibile si torna da lui: ora è il traffico (...) nomadi importuni, vandali, schiamazzatori, writers o artisti da strada che dir si voglia.«A un anno e mezzo dal voto il traffico poteva essere più un problema che un’opportunità. Ma sono abituato ad avere gli occhi addosso e a tentare missioni impossibili, come era accaduto con il restauro della Scala, che ricordo come uno dei momenti più belli» confessa con un po’ di nostalgia. Il restauro del Piermarini è stata una delle grandi e contestate imprese della giunta Albertini, di cui De Corato era fidato vicesindaco e apprezzato consigliere. I rapporti tra i due erano così affettuosi che un giorno (e proprio alla vigilia di scossoni di giunta) scapparono insieme per un atterraggio da bambinoni sulla portaerei Enterprise in navigazione tra la Sardegna e le Baleari.Poi è arrivata Letizia Moratti e molti hanno pensato che con la raffinata signora, il campione della destra antichic non sarebbe riuscito a mantenere intatto l’incarico di numero due. Pagava la fedeltà a Gabriele Albertini e la scarsa sintonia con Ignazio La Russa, in tempi in cui l’antagonismo all’interno di An era forte e Milano non appariva generosa con l’anima sociale. Invece è riuscito a sorprendere. De Corato e Moratti si erano conosciuti nel 1994, quando lei era presidente della Rai e lui membro della commissione di vigilanza. Uomo serenamente vecchio stampo, non è di quelli che fanno finta di non vedere la differenza tra un maschio e una femmina: «Mi aveva colpito per la sicurezza con cui una donna teneva testa agli attacchi, dopo decenni di strapotere della sinistra». Le promise «lealtà» e la neo sindaco decise che aveva tutto da guadagnare a tenersi a fianco un uomo forse non di limpido eloquio ma che in compenso conosceva alla perfezione ogni sussulto della macchina comunale, saldamente di An senza essere eccessivamente ancorato al partito.Alla fine, rimase vicesindaco, sia pure con le unghie e le deleghe spuntate. Negli anni di Albertini era stato plenipotenziario a Lavori pubblici, Verde, Arredo urbano, Edilizia, aveva gestito cinque miliardi di opere pubbliche in dieci anni, come dire quasi una finanziaria. Sotto il regno di Letizia manteneva solo la delega alla sicurezza, più politica che operativa.Non è il tipo che fa tragedie e dopo un primo periodo di spaesamento, rieccolo protagonista. Gli avevano tolto l’amato dopo giunta, appuntamento settimanale di trasparenza assai apprezzato dai giornalisti, per riaffidarglielo pochi mesi dopo. Pian piano si è arrampicato sulle pareti di un incarico che calzava a pennello su di lui, amante dell’ordine al punto da aver meritato l’appellativo di sceriffo, forse anche per l’aria trafelata che sfodera nei suoi infiniti sopralluoghi tra piccole e grandi emergenze.Cibo avariato al ristorante? Arriva De Corato. Una siringa pericolosa ai giardinetti? Ecco De Corato. Non manca chi lo prende in giro per il presenzialismo che a volte lo conduce nei luoghi prima che le cose accadano, per la marea di comunicati stampa con cui invade le redazioni. Ma lui se ne frega del cool e delle gaffes e macina fiducia e consensi, pilastri su cui si regge la sua solida carriera politica. Nessun problema è troppo piccolo per De Corato. Quando gli hanno affidato l’emergenza strade, le troppe buche e l’eccesso di cause da parte dei cittadini che inciampavano tra le insidie del pavé, aveva preso talmente sul serio l’impegno da meritare il nomignolo di «Asfaltuma». Quando ha dichiarato guerra ai cartelli segnaletici, è diventato il depalificatore. In missione a New York dichiarò solennemente: «I nostri tombini funzionano molto meglio».Lo danno per vicino al capolinea a ogni vigilia elettorale o spiffero di rimpasto. Ma rieccolo lì, inossidabile e con l’aria di chi non dà troppo peso alle chiacchiere. Le mamme dei giardinetti che ha chiuso agli assalti, come è accaduto al parco delle Basiliche, lo adorano. I libertari cacciati non lo possono sopportare. «Appena qualcuno si diverte, De Corato fa tirare su una recinzione» si lamentano i detrattori nei blog. Lui propone di dare dieci anni di carcere a chi causa incidenti da ubriaco, guida battaglie come quella per cancellare via Leningrado. Domani, primo novembre, compie 58 anni. L’anno scorso i centri sociali lo avevano festeggiato con scrittacce sotto casa. La più gentile era «De Corato chi legge». Per lui è come se fossero medaglie. Alza le spalle e la barba rossa: «Ne ho viste tante...».

mercoledì 28 ottobre 2009

NO ALLA CROCIATA CONTRO L’AUTO

Non vogliamo Milano ferma, senza entusiasmi, con panchine per pensionati, città morta.

Non vogliamo che venga snaturato lo spirito movimentalista di Milano, città che corre.

Non vogliamo che vengano cancellate le caratteristiche di fondo e fondanti di Milano, città di commercio e terra di passaggio sempre attraversata da persone e merci.

Non vogliamo che venga dimenticata la sua privilegiata posizione geografica terra di mezzo di vasta pianura in cui la vita è sempre stata affascinante per il suo vorticoso ritmo.
A Milano è nato il futurismo con il suo inno alla velocità.

No, l’attuale giunta comunale e in particolare l’assessore Croci non può togliercelo.

Con la sua ideologia del lento, prudente, rivolto al vecchio, sostanzialmente privo di innovazione.
Con la sostanziale chiusura del Centro alle auto ( private )
Con la sua chiusura, totale o parziale delle grandi arterie di scorrimento ( Corso Magenta, Corso Italia, Via Lamarmora, Via Lazzaretto, ecc. )
Con l’invenzione di Isole Ambientali, riserve improduttive per persone oziose.
Con il restringimento indiscriminato di carreggiate e creazione di enormi rotonde allo scopo, dichiarato, di dissuadere il traffico automobilistico, infatti sono stati battezzati dissuasori.
Con la creazione di Isole Pedonali sosta di sfaccendati e terra di bande.
Con il dilagare delle soste a pagamento, altro tipo di dissuasori che oltretutto colpiscono le persone meno abbienti.

Si sono abbandonate ipotesi di metropoli, cancellati o rimandati "sine die" le grandi opere viabilistiche: tunnel, svincoli, assi attrezzati, sovra e sottopassaggi, sevizi di elicotteri, di funivie
Tutte le misure di dissuasine del traffico automobilistico sono definite ( falsamente ) ecologiche, mentre in effetti fanno aumentare la quota parte di inquinamento da motori ad alimentazione da idrocarburi, sia per il maggiore tempo di percorrenza, sia per l’insaccamento delle auto nelle poche strade lasciate libere alla viabilità, sia infine per il frequente cambio di marcia che porta a un maggiore consumo a parità di percorso.
 
Si è messo ordine nella caotica mobilità milanese ? Forse, ma un saggista americano di metà anni 50 del secolo scorso scriveva di temere le scrivanie pulite, ordinate, perché li non c’è vita, non c’è lavoro, non c’è futuro.

Il tutto a maggiore gloria della cosiddetta Agenzia Milanese Mobilità e Ambiente, noto covo ideologicamente orientato a sinistra.

E possibile, per scongiurare la crisi annunciata per vendita e quindi produzione di auto, che il Governo tenta di bloccare con i cosiddetti bonus, realizzare un cambio di tendenza nella politica del traffico nel senso di una maggiore razionalizzazione e scorrevolezza dello stesso ? La nostra provenienza politica ( siamo nel centenario del Manifesto Futurista ) ci domanda se saremo capaci di dire e fare qualcosa di destra.

Qual’è il simbolo che presenteremo all’EXPO ? Quale innovazione? Quale urbanistica ? Il risultato ( non ottenuto ) di avere difeso le fasce deboli? Con quale costo ? Con quale beneficio ?
Oppure acconsentiamo al gran sogno di Croci, di passare alla storia per avere disinventato l’automobile ?

Amministratori dei nostri Enti Locali vi giudicheremo dalle vostre azioni ed omissioni.
E DICIAMO A CROCI, NO, NON PASSERA ALLA STORIA.

PUM

lunedì 26 ottobre 2009

Aperte le iscrizioni al Popolo della Libertà


Gli iscritti, a seguito dell’accoglimento della loro richiesta, partecipano liberamente a tutte la attività de Il Popolo della Libertà e si distinguono in “ASSOCIATI”, i quali esercitano il diritto di elettorato attivo e passivo e possono essere designati o nominati a cariche interne al Popolo della Libertà (art. 4 dello Statuto) e “ADERENTI” che esercitano solo il diritto di elettorato attivo (art. 2 dello Statuto).

Tutti coloro che hanno un incarico elettivo negli enti locali o un incarico politico interno a Il Popolo della Libertà a qualsiasi livello, devono iscriversi come associati. Non è quindi possibile per le suddette categorie iscriversi come semplici aderenti.

Coloro che si iscrivono come ADERENTI, non possono usufruire della "Formula Famiglia" con la riduzione del 50% per i familiari. Tale modalità è prevista solo per gli associati purché all'interno della famiglia non ci sia un eletto a qualsiasi livello.

In deroga a quanto previsto dagli artt. 2 e 4 dello Statuto, hanno automaticamente diritto ad associarsi per l’anno 2009/2010 a Il Popolo della Libertà gli iscritti a Forza Italia degli anni 2007 e 2008, e di Alleanza Nazionale dell’anno 2008, che ne facciano esplicita richiesta e versino la relativa quota associativa” (VIII norma transitoria dello Statuto)

Coloro i quali hanno effettuato l’iscrizione a Il Popolo della Libertà come “aderenti” possono in qualunque momento effettuare il passaggio ad iscritto “associato”, versando l’integrazione della quota associativa nelle stesse modalità di pagamento previste per l’iscrizione.Adesione on-line con pagamento diretto attraverso carta di credito. Direttamente dal sito de Il Popolo della Libertà, sarà possibile effettuare l'iscrizione e il pagamento on-line utilizzando la carta di credito.
Informazioni ed Adesioni al PDL di Milano:

PDL: il ruolo dei tre coordinatori nazionali.


COORDINAMENTO PDL: I compiti dei tre coordinatori nazionali
22 ottobre 2009 ore 14:52

I tre Coordinatori nazionali del Popolo della Libertà, Sandro Bondi, Ignazio La Russa e Denis Verdini, con l’avvio della campagna di tesseramento che apre una nuova fase della vita del PDL dopo che sono stati positivamente insediati i coordinamenti regionali e provinciali, per rendere più snella ed efficiente la macchina del partito hanno deciso di ripartire i compiti del Coordinamento nazionale previsti dallo statuto. Il senatore Bondi seguirà la formazione ed il coordinamento delle consulte, l’onorevole La Russa si occuperà della comunicazione, propaganda ed enti locali, mentre l’onorevole Verdini si dedicherà all’organizzazione e al settore elettorale. Naturalmente, si tratta di una tripartizione operativa, restando inalterato il ruolo di decisione collegiale su tutte le materie in capo ai tre coordinatori.

ALBERTINI attacca la MORATTI: LUPI sarebbe un buon Sindaco di Milano...


Articolo de IL GIORNALE del 23 ottobre 2009


Nessuno ne vuol parlare, ma nel centrodestra sembrano essere cominciate le «primarie». Non si candida a sindaco (almeno a parole) Gabriele Albertini. Non vuole «azzannare la Moratti», ma assicura di non sentirsela proprio «di fare il boia e l’impiccato». Alle spalle, al ristorante Giannino, le foto di un Silvio Berlusconi in versione presidente del Milan che alza le coppe. Sul tavolo, un dossier con cui ribattere punto per punto, con la sua solita meticolosità meneghina, alle accuse di Letizia Moratti che per i cantieri dei posteggi sotterranei di Daresena, Sant’Ambrogio, piazza XXV Aprile e piazza Meda, mercoledì in consiglio comunale aveva detto di aver finalmente «chiuso proprio in questi giorni alcune ferite aperte in città». Non l’azzannerà («non sino mica uno stupido»), ma è uno sgarro che Albertini non ha nessuna intenzione di perdonarle. «Io - spiega - sono stato il responsabile del piano parcheggi. Ma non di ritardi, ripensamenti, revisioni, cantieri aperti e non chiusi».La replica della Moratti è secca e tagliente. «Amo questa città e non voglio entrare in nessun tipo di polemica: il mio lavoro per la città è positivo e costruttivo - ha spiegato durante la visita all’Arengario dove nascerà il museo del Novecento - E questa giunta sta dimostrando di lavorare in modo concreto e intenso». Un botta e risposta che apre una lunghissima campagna elettorale, come testimonia la corsa nel pomeriggio a Palazzo Marino del colonnelli del Pdl Maurizio Lupi e Ignazio La Russa. «Ho già un lavoro al parlamento europeo - assicura Albertini - Sono il presidente della commissione Esteri. La più importante. Studio fascicoli delicatissimi, incontro capi di Stato. Voglio chiarire solo per amore della verità». Ma se gli si chiede chi veda bene a Palazzo Marino, si guarda bene dal fare il nome della Moratti. Nonostante allora fosse stato proprio lui a indicarla per primo insieme a Paolo Del Debbio (altro nome in corsa che presto potrebbe scendere in campo). «Maurizio Lupi - sorride oggi Albertini - sarebbe un bravo sindaco. È nato a Baggio, è intelligente, è stato un ottimo assessore. E, come molti di quella squadra, ha poi fatto carriera. Poi è giovane. E ha un buon rapporto con la cittadinanza». Tutte caratteristiche che, a leggere bene, possono essere perfidamente lette come una bocciatura della lady di ferro. «Non voglio - arretra Albertini - essere quello che dà la scossa alla barca su cui naviga insieme agli altri». Scrupoli che non sono in molti a farsi. Le troppe assenze nei banchi del centrodestra alla seduta del consiglio comunale dove lady Letizia doveva fare il suo discorso alla città? «Lascia perplessi che in un momento così importante il numero legale sia stato garantito dall’opposizione di centrosinistra».Il piano parcheggi, dunque. Da difendere anche perché «l’ho organizzato io da dittatore». Albertini, infatti, era commissario straordinario del governo a Traffico, trasporti e mobilità. Un modo per accelerare tempi e procedure burocratiche in deroga a leggi dello Stato e amministrative per decidere su oltre 3 miliardi di investimenti in opere pubbliche. Un appoggio gli arriva anche dal centrosinistra. «Non ho mai condiviso la politica sui parcheggi di Gabriele Albertini - spiega il capogruppo del Pd in Comune Pierfrancesco Majorino -, ma a lui va riconosciuta una cosa: è stato un sindaco coerente e cocciuto che le sue battaglie le ha portate avanti a viso aperto. Oggi con Letizia Moratti siamo di fronte ad una situazione ben diversa. Il primo cittadino è ambiguo, pensa al suo salotto e non sceglie in modo trasparente». Albertini, invece, oggi racconta di aver incontrato la Moratti durante la campagna elettorale insieme a Paolo Glisenti, allora il suo più fidato consigliere. «Lei mi prende le mani e mi dice: “devi bloccare il piano parcheggi”. E così da gentiluomo, pur non essendo d’accordo, ho bloccato tutto». Pentito? «Col senno di poi sì. Se fossi andato avanti, oggi Sant’Ambrogio e Darsena sarebbero già stati completati». La colpa della Moratti? «Non colpa, che è un giudizio morale, ma responsabilità. Aver ascoltato i pochi del dissenso organizzato, i comitati di quartiere contrari e non i sessantamila residenti che volevano un box». Ora Sant’Ambrogio partirà con anni di ritardo e l’altro non si farà. «E il recupero della Darsena non sarà pagato dai privati, ma dovrà essere finanziato con le esangui finanze del Comune».