mercoledì 28 aprile 2010

Gianfranco Fini? Mi ha distrutto il Circolo

Il mio Circolo Ambientale era uno dei più grandi e attivi di Milano, circa 150 aderenti al circolo ed altrettanti tesserati (paganti) AN. Il famoso, almeno in Milano, Circolo Gabriele D’Annunzio.

Tra gli iscritti si annoveravano affermati medici, affermati avvocati, tantissimi imprenditori e stimati impiegati e professionisti ed erano quasi tutti provenienti da un ceto medio alto milanese.

Allora avevamo un partito, dei valori, una guida e soprattutto dei militanti. Poi, dal primo viaggio in Terra Santa di Gianfranco Fini, il suo continuo predicare al multiculturalismo, la cittadinanza agli extracomunitari e conseguente voto, all’insegnamento del Corano nelle scuole, alle coppie di fatto, ai temi etici, alla laicità alla RU486 e per ultimo al riconoscimento della coppia dello stesso sesso, non si è capito più niente.

Il mio Circolo cominciò a sfaldarsi. Gli aderenti, delusi e arrabbiati, diventano leghisti.

Noi, paladini della famiglia (cellula fondante di una società), della lotta all’immigrazione clandestina (erano i tempi della Bossi- Fini come orgogliosamente la chiamavamo), campagne elettorali all’insegna della giustizia, della certezza della pena…..tutte cose che i MIEI ex tesserati militanti, ora leghisti, mi rinfacciavano restituendo le tessere .

Adirato a mia volta, cominciai a scrivere alla Federazione Provinciale e Cittadina persino in via della Scrofa a Roma, sostenendo che la base si stava sfaldando, di intervenire in aiuto dei Circoli, di tornare a riprendersi il territorio…di non ripetere l’errore dell’ Elefantino. Tutte lettere morte, le mie.

E venne il giorno del “predellino”. Il messaggio dell’On. Fini alla base fu: “Ognuno per sè, Dio per tutti”. E si sedette sulla sua poltrona facendo “braccino” alla base AN, cominciando a frequentare i professori dei salotti romani e pensando di aver fatto la mossa del cavallo: Scacco al Re (Berlusconi) senza la conta dei voti.

Oggi vuol fare dei gruppi autonomi….Autonomi da chi? Con chi? ( vds trasmissione di ieri 17\04\2010, condotta dal giornalista PARAGONE su Rai 2)

MILANO, 28\04\2010-

IL PRESIDENTE DEL CIRCOLO

GABRIELE D’ANNUNZIO ITALIA 2000

FONDATORE DI DESTRAFUTURO

DE SIMONE CAVALIERE ANTONIO

mercoledì 21 aprile 2010

Chiarezza sull'Immigrazione, intervista di Flavio Nucci


DOMANDA: Conoscendo la tua attenzione verso l'andamento demografico, e specialmente alla "crisi" che lo caratterizza, crisi che colpisce specialmente l'Italia, qual'è l'atteggiamento che la destra dovrebbe assumere?


RISPOSTA: La crisi si manifesta con una ormai costante eccedenza dei decessi sulle nascite. Si è ben lontani dal tasso di "invarianza" che è di 2,1 figli per coppia mentre il tasso effettivo è ora di 1,4.


D: Come gioca in questa situazione la popolazione immigrata?


R: I dati demografici si riferiscono per lo più alla popolazione residente, non a quella di nazionalità Italiana; estrapolando le nascite da coppie italiane, il tasso scende ulteriormente a 1,2 figli per coppia.


D: Non sarebbe allora opportuno incoraggiare l'immigrazione?


R: Gli immigrati regolari sono già quasi 4 milioni, gli irregolari sono valutati in almeno un altro milione. Qualcuno sostiene che i contributi versati dagli immigrati possono colmare i vuoti del bilancio previdenziale nazionale. Questo è errato, perché quasi tutti gli immigrati rientrano nel sistema contributivo, cioè le loro pensioni saranno commisurate solo ai contributi versati e non alla retribuzione degli ultimi anni (Legge Dini '96). Ne consegue che i contributi saranno disponibili solo per chi li ha effettivamente versati


D. tenuto conto di questi dati, come va giudicata la proposta dei "finiani" di abbreviare i termini per ottenere la cittadinanza e anche di attribuire la stessa secondo il luogo di nascita e non secondo la nazionalità dei genitori com'è attualmente?


R. Il termine vigente di 10 anni per la concessione della cittadinanza (solo a richiesta e con altre condizioni) appare congruo; tuttavia se ne può discutere. Quello che assolutamente va combattuto è l'insano proposito di passare dallo "jus sanguinis" allo "jus soli". Questo creerebbe una forte spinta per l'immigrazione di coppie che, non appena concepito il figlio, vedrebbero lo stesso automaticamente cittadino italiano, con la possibilità di ricongiungimento per i genitori e per i nonni. Peraltro figli di coppie italiane che si trovassero all'estero per motivi di lavoro assumerebbero la cittadinanza del luogo di residenza e, qualora si trattasse di paese islamico, rischierebbero di trovarsi nello "STATUS" DI APOLIDI.


D. Esiste qualche esempio di situazioni simili?


R. Nel nostro tempo vi è il caso della Francia, che, passata allo "jus soli" in seguito agli accordi di Evian con l'Algeria, si trova ora soggetta a rivolte etniche, dovute alla estraneità dei nord-africani nei confronti della Nazione che li ospita.


Ma il riferimento più calzante e quello del passaggio allo "jus soli" dell'Impero romano ad opera dell'Imperatore Caracalla (212 DC), allo scopo di ripopolare la leva militare, compromessa da una già presente crisi demografica. Gli storici hanno visto in questo passaggio in mani straniere della dirigenza civile e militare una delle principali cause di decadenza dell'Impero romano, perché gli imperatori finirono per essere eletti dai Pretoriani del palazzo o da legioni di stanza nelle province e non dal Senato come avrebbe dovuto ancora essere.


D. Che fare dunque?


R. Tenere duro sull'attuale legislazione, a costo di isolare i più facinorosi, che ipotizzano di creare una nuova maggioranza con la sinistra.


Altrimenti la Lega, attentissima a questa tematica, continuerà a sottrarci consensi; soprattutto dobbiamo impedire una conquista - con mezzi pacifici - della nostra Nazione ad opera delle etnie più disparate, specialmente quelle di religione islamica, che hanno un tasso di natalità più che doppio rispetto a quello degli Italiani.


Intervista di Carlo Brignolo Gorla, protavoce Destrafuturo

martedì 20 aprile 2010

Il ritardo di Gianfranco Fini

NOTA PER RESPONSABILI A.N. A CAVALLO DELLA FUSIONE CON F.I. 2008

I sottoscritti presidenti di Circoli A.N. della Federazione di Milano sono stati sollecitati nelle ultime riunioni della Federazione a richiedere il rinnovo del tesseramento 2008 ai rispettivi iscritti 2007 e se possibile a nuovi iscritti.

Abbiamo già fatto presente, nelle sedi opportune, alla difficoltà di convincere i nostri iscritti a tale rinnovo stante il non chiaro percorso di A.N. per il prossimo futuro.

L’indicazione della necessità di essere il più numerosi possibile ad un ipotetico futuro Congresso del Partito ( quale? ) non risulta sufficiente, anche perché non risponde a frequenti domande che ci vengono rivolte quali:

- A.N. convergerà o si fonderà in un’entità partitica nuova insieme a F.I.

- oppure rappresenterà una componente di questa ipotizzata entità partitica

- quali sono gli elementi/ideali/ipotesi fondanti e caratteristici di questa nuova entità

- quali punti caratteristici dell’attuale statuto e carta dei valori A.N. saranno mantenuti in tale entità partitica

A queste ed altre richieste risulta molto complesso e difficile rispondere anche perché all’oscuro del dibattito e delle ipotesi che sicuramente sono oggetto di analisi da parte della direzione di A.N..

Lamentiamo un collegamento serio ed efficace fra eletti ed elettori che sia più incisivo delle consuete riunioni dove i soliti noti ricercano in futili passerelle applausi tanto inutili quanto inconcludenti.

E’ pleonastico sottolineare che nella dialettica eletti/elettori se quest’ultimi mostrano perplessità è perché gli eletti non riescono a spiegarsi, cosa che può comportare le dimissioni dei secondi dal ruolo di elettori.

Certamente poi il risultato elettorale ci deve far riflettere e non illuderci che, una manovra “di politica furba” del vertice possa sostituirne una onesta e partecipativa di Circolo. Già da tempo ci siamo spesi per la valorizzazione dei Circoli che garantiscono quel contatto capillare con militanti e nuovi elettori di cui la Lega sembra essere ormai, nel paese, l'unica interprete. Con i risultati che si merita. Nei mesi passati la nostra attenzione di partito si concentrò sul passaggio dallo stato di “Ectoplasma” a quello della spartizione delle poltrone, senza affrontare i temi classici: Sicurezza, Immigrazione, Droga, Famiglia ecc ecc. E anche qui la Lega fa politica, non gestione di Casta!

E’ opportuno anche riflettere sulla presente composizione della dirigenza del Partito, a livello Nazionale ma soprattutto a livello locale, passato forse troppo velocemente da forza di opposizione a quella di governo e con posizione primarie nello stesso, senza l’opportuna formazione e selezione di competenze, esperienze e professionalità.

Rimane pertanto da ripensare quali certezze, quale coinvolgimento e quali obiettivi presentare sia nei confronti degli iscritti, ma anche verso noi stessi presidenti di Circolo. Essendo inutile e forse controproducente un tirare a campare vivacchiando su risultati, posizioni e premi raggiunti, quando degli stessi non viene fatto buon uso almeno nei riguardi della comunità umana del Partito

NOTA A CURA DEL COMANDANTE

PRESIDENTE DEL CIRCOLO

GABRIELE D’ANNUNZIO ITALIA 2000

DE SIMONE CAVALIERE ANTONIO

2008, scritta alla Federazione AN Milanese.

Cultura e Politica - visti da ‘Destrafuturo’

Domenica 18, nel quadro delle manifestazioni per ricordare MARZIO TREMAGLIA, a

dieci anni dalla scomparsa, si è tenuto a Palazzo Isimbardi – a cura dell’Assessorato alla Cultura della Provincia di Milano una giornata di studi sul tema ’Cultura & Politica’.

Organizzato e condotto con la consueta abilità da Luca Gallesi, amico a collaboratore anche durante gli anni di assessorato in Lombardia di Tremaglia, il convegno si è svolto con un percorso di appassionate, lucide e sovente graffianti relazioni di studiosi di area e non, come testimoniano i nomi di:C.Cavalleri, G.de Turris, Giorgio Galli, L.Garibaldi, G.Parlato, G.Mazzotta, P.Petraroia, C.Risè, Stenio Solinas, M.Veneziani, S.Zecchi.

A fianco e a complemento gli interventi dei ‘politici’, il Presidente On.le Guido Podestà

che ha firmato anche l’invito alla manifestazione e l’On.le Massimo Corsaro – già collega in Regione di Marzio che ne ha tracciato un profilo umano, amicale, professionale e meta- politico, commovente quanto di assoluta precisione.

In apertura e chiusura gli interventi dell’Assessore alla Cultura Ing.Umberto N.Maerna

con una ribadita dichiarazione d’intenti circa itinerari e percorsi del suo mandato che ambiscono collocarsi nella – difficile quanto politicamente scorretta - strada tracciata da Marzio negli anni 1995-2000 del suo stupefacente lavoro in Regione Lombardia.

Pacato, calibrato, ricco di contenuti il saluto del figlio maggiore di Marzio - Andrea – intervenuto a nome della ‘Fondazione Marzio Tremaglia’ che sembra sin d’ora smentire

la norma per la quale, difficilmente, i figli eguagliano certi padri; fisicamente e intellettualmente sin d’ora già in virtuosa competizione con tanto Papà.

Una giornata carica di passione politica, di analisi non viziate dal conformismo commemorativo sempre in agguato in tali occasioni, ricche non solo di giustificate critiche e dei richiami dovuti per quanto la Destra ha mancato di fare - contraddicendo il lascito e l’esempio di Marzio Tremaglia – in questi anni, ma di suggestioni e sollecitazioni al presente che autorevolmente cancellano le tentazioni al nostalgismo.

Conclusione obbligata: l’unica cosa che Marzio ci chiede – dieci anni dopo, oggi più che mai – è non di ricordarlo con le parole ma di emularlo nei comportamenti.

Dario Vermi

Milano, 19.04.2010

venerdì 16 aprile 2010

FINI SEMPRE FINI

Al momento di uscire nel nostro blog con la nota che comunque riportiamo a margine, ci ha raggiunto la notizia della burrascosa conclusione dell’incontro Berlusconi-Fini da noi del resto prevista, date le premesse, e da molti di noi auspicata.


Destrafuturo pensa che il distacco di Fini dal PdL possa costituire elemento di chiarezza nell’indirizzo del partito e negli obiettivi dello stesso.


Attribuiamo a Fini il mancato successo della componente di Destra, quella proveniente da A.N., se paragonata invece all’indubbio successo del PdL e del centrodestra.


A noi, che non ci sentiamo legati a nessuna poltrona da difendere ma solo alle nostre radici, ai nostri ideali, alla nostra dignità, in una parola al nostro credo, e quindi siamo liberi di dire cosa pensiamo, è sempre stato incomprensibile il percorso e principalmente l’obiettivo di Fini, se non nelle valutazioni elencate nella nota di cui sotto.


Crediamo comunque che le prese di posizioni di Fini siano state causa e motivo di:


  • astensione per quelli che hanno valutato le sue prese di posizione indirizzate a cancellare se non ribaltare il sentire della Destra

  • preferenza verso la Lega che, affinando il suo operare, ha convinto di avere opinioni chiare generalmente a difesa e a tutela del sentire di Destra

  • penalizzare i nostri candidati nella scelta di nominativi nell’ambito del PdL che hanno sembrato dare maggiore assicurazione nel rispettare le promesse elettorali

In conseguenza reputiamo che sia auspicabile una conclusione definitiva, anche se traumatica, alla discrepanza di opinioni e di obiettivi emersa nell’incontro Berlusconi-Fini , e anche in sintonia con il pensiero di Machiavelli ricordiamo che una guerra ( confronto politico ) non dichiarata non è una guerra cancellata, ma solo rimandata a tutto beneficio del nemico ( avversario politico ).


Da ultimo vogliamo concludere affermando che nella situazione attuale, e prevedibile per il prossimo futuro, il nostro supporto e i nostri voti andranno a chi reputiamo non abbia tradito le premesse e le promesse e cioè a Berlusconi.

Michele Puccineli

co-fondatore Destrafuturo




NOTA SUI SISTEMI ELETTORALI ATTUALMENTE IN DISCUSSIONE



E’ noto che sistemi elettorali a doppio turno penalizzano la destra, sia perché più insofferente a frequenti consultazioni, sia perché non vuole perdere troppi svaghi festivi.


E questo è male


Il doppio turno disaffeziona al voto e fa’aumentare l’astensionismo.


E questo è male


Il doppio turno incrementa i costi delle consultazioni elettorali.


E questo è male


Non si capisce pertanto la recente uscita di Fini sull’elezione diretta del Capo dello Stato se non dovuta a…..


- crisi di astinenza nell’apparire nei media con qualche esternazione provocatoria


(probabile)


- dare una mano alla sinistra in modo da aumentare il suo peso parlamentare (possibile)


- cercare di disturbare l’azione di governo, in particolare di Berlusconi (sicuro)


In ogni caso a noi di Destra non piace e sempre più ci sentiamo convinti che la collocazione politica di Fini debba essere all’esterno del PdL.


E questo è bene



lunedì 5 aprile 2010

DESTRAFUTURO IL 21 MARZO A ROMA




Da Milano siamo partiti in pullman, lungo il tragitto abbiamo trovato altri pullman di tutte le città d’Italia. Il corteo pacifico ha sfilato per le vie di Roma con un “serpente” di 5 km fino a San Giovanni; con allegria, senza procvocare nessuno. Poi una folla immensa s’è ritrovata nella piazza dove, verso le 17.30, Berlusconi ha tenuto banco per circa 75 minuti; presentando i candidati. Ore 18.35 si concludeva il tutto e tutti rientravano verso i pullman per far ritorno a casa.
Ermes Sperati, Capodelegazione Destrafuturo alla
manifestazione Piazza S. Giovanni. Roma.

venerdì 2 aprile 2010

Intervista con il Cav. A. De Simone, co-fondatore Destrafuturo


Domanda: Dopo la presentazione ufficiale di Destrafuturo, con la cena del 6 Marzo, quali riscontri dai politici?


Risposta: Già la presenza di Massimo Corsaro (vice coordinatore regionale PDL) e Carlo Fidanza (Parlamentare Europeo) indica che il progetto Destrafuturo era conosciuto ed è incoraggiato dalle più alte personalità del PDL. I riscontri politici successivi sono stati entusiasmanti soprattutto a livello di persone comuni, elettori. Sono quest'ultimi i nostri referenti. Vogliamo riavvicinare il popolo, di destra, alla politica attiva.
  • Qual'è stata la linea di Destrafuturo per le Regionali?
Abbiamo preferito tenere un profilo basso, non esponendoci apertamente a favore di alcuna candidatura.Non siamo noi a dover inseguire. Vogliamo vedere, tra i politici del PDL, chi ci seguirà. Ovviamente l'amico Romano La Russa (già assessore all'industria nella precedente legislatura regionale) ha voluto "debuttare" in campagna elettorale alla nostra cena di primavera. Ne siamo stati felici perchè Romano La Russa è l'unico "ex AN" eletto con più di 9.000 preferenze. Certamente abbiamo contribuito.

  • Un commento dopo elezioni?
Coma ha detto Carlo Fidanza sul Corriere della Sera recentemente, all'interno del PDL manca chi porta avanti i valori della Destra. Noi lo avevamo già capito a Settembre 2009. Io e gli altri "senior" di Destrafuturo, mi riferisco a Michele Puccinelli, Dario Vermi e Flavio Nucci, dovremo lavorare per far crescere Destrafuturo all'interno del PDL. Ai nostri giovani e agli amici che vorranno aggregarsi chiederemo di andar a riprendere l'elettorato di destra, disperso nella Lega.
  • Quali sono ora i programmi e i prossimi appuntamenti di Destrafuturo?
Dopo Pasqua si riunirà il direttivo. Le idee sono molte, il morale alto e la voglia di fare non manca: E' quella dei "vecchi tempi". Presto pubblicheremo sul blog, e divulgheremo, le iniziative e gli appuntamenti.
  • Tra un anno si voterà per il Comune di Milano; Moratti o un volto nuovo?
Il Sindaco Moratti ci pare ormai abbia fatto. Più di così non può dare. Le rendiamo merito ma per il futuro vediamo un personaggio più energico, brillante, capace di far tornare Milano simbolo del rinnovamento culturale, politico ed economico. Dovessi indicare uno slogan: "La Lombardia e Milano, di nuovo locomotiva d'Italia".


Intervista del portavoce, Carlo Brignolo Gorla al Cav. A De Simone, co-fondatore Destrafuturo.

giovedì 1 aprile 2010

“DESTRAFUTURO” e il primo dopo-elezioni milanese e lombardo del “Popolo della Libertà”

Cari Amici,


circa dieci mesi fa ci siamo ritrovati e riuniti consapevoli e - oggi possiamo, anzi, dobbiamo dirlo –


facili profeti di un disagio riferibile al fatto che, con tutta evidenza, all’interno del neonato Popolo della Libertà si andava scolorando – sino a dissolversi – la tradizione, i valori, il retaggio della Destra politica italiana così come era andata evolvendosi dal crescere e costituirsi dell’Italia come Nazione finalmente unita.



La fondazione del nuovo soggetto politico scontava, fatalmente, l’accelerazione imposta dal ‘discorso del predellino’ in una piazza milanese per tutti noi così carica di significati.



Lasciava, tuttavia, anche pericolosamente irrisolti e senza risposte problemi ed interrogativi che avrebbe dovuto essere i reali argomenti ed ineludibili soggetti di un troppe volte rimandato Congresso di Alleanza Nazionale, volto necessariamente a definire e declinare le identità di una Destra degli Anni 2000.


Pensare che i nodi irrisolti in A.N. e da A.N. potessero trovare risoluzione nel contenitore più ampio del nuovo partito nel quale – da tempo – si erano ritrovate componenti e protagonisti che si riconoscevano nella tradizione vuoi democratico cristiana, vuoi socialista, vuoi liberale e libertaria era certamente non realistico prima che impossibile.


L’assicurazione – che abbiamo fatta nostra e cui non intendiamo, oggi più che mai, rinunciare – dataci da Ignazio La Russa secondo la quale “Porteremo nel nuovo Partito politico che andiamo a fondare tutti i nostri valori, nessuno escluso” resta quindi il viatico per tutti gli uomini che nel P.d.L. vogliono continuare a lavorare e costruire da Destra il futuro degli Italiani.


I risultati che segnano il rinnovo del Consiglio Regionale della Lombardia scontano certamente, facendoceli pagare a caro prezzo, situazioni penose e vergognose che hanno visto “brillare” per inadeguatezza umana, comportamentale, morale e politica nostri ex rappresentanti in Regione, in Comune, in Parlamento e, per derivazione familista, in Provincia e forse oltre.


Pensare – come di certo hanno fatto molti nostri elettori – che la risposta possa essere, a seconda dell’irritazione e delle sensibilità – l’astensione piuttosto che il voto alla Lega o la preferenza a candidati di area ‘diversa’ all’interno del P.d.L. è probabilmente un errore politico ma resta un comportamento umanamente più che comprensibile.


Pensare altresì – come sembra fare nel suo commento il nostro Comandante De Simone – che tutto possa risolversi chiedendo le dimissioni o l’allontanamento del Presidente Fini, è certamente riduttivo e pericolosamente, in termini politici, elusivo.


Il risultato – in termini matematici di preferenze e di eletti – sconfortante, per usare un termine volutamente non adeguato.


Non adeguato – soprattutto – rispetto ai valori che abbiamo saputo esprimere per decenni – nelle rappresentanze parlamentari e negli Enti Locali ma - anche - a tutti i livelli di rappresentanza e militanza politica nel Partito.


La risposta a questo – vogliamo credere – difficile circostanza e momentaneo appannamento – può essere una sola, considerato che una lunga esperienza negli Enti locali oltre a notissimi eventi di carattere organizzativo recentissimi ci confermano nell’opinione che disponiamo ancora - purchè lo si voglia - di uomini e di intelligenza politica per ristabilire quanto prima rapporti di forza utili a tutti, al di là delle ’quote’ ufficiali o ufficiose.


Concordo in toto con De Simone quando invece scrive: La Destra del futuro va ricostruita con pazienza, tenacia, attività sul territorio,vicinanza e comunità con la società civile. C’è tanto lavoro. Ma lavorare stanca

e a certa destra, presuntuosa e salottiera, lavorare per la gente non piace.”


Forse – caro De Simone – l’ultima frase – che è molto bella ed incisiva – è di troppo.


Anche e soprattutto perché – oltre a Milano che resta a mio avviso il centro di ogni progetto politico – occorre considerare tutto il quadro elettorale del Centro Destra e questo, a mio avviso, è certamente positivo pur con le molte, doverose sottolineature necessarie che meritano altra sede.


Ma di questo vorrei parlare e discutere con voi e – con Voi e molti altri mi auguro – lavorare. A me piace ancora.



Dario Vermi