venerdì 5 febbraio 2010



FIAT: Passano gli anni...ma la storia si ripete


USA. Autunno 1929, mattina del 24 Ottobre: "Il giovedì nero". Inizia la grande depressione. Vi ricorda qualcosa?

E l'Italia? E la FIAT? Beh, diciamo che dopo il Giappone, l'Italia è quella che se la passa meglio, o meno peggio. Nell'anno più difficile, il 1932, nel nostro paese i lavoratori occupati son scesi del 22% rispetto al 1929; negli USA del 36% e in Germania del 30%. Poi, nel 1935, saremo tornati ai livelli pre-crisi. Grazie alle opere pubbliche e ai preparativi per l'avventura coloniale in Etiopia.

Questo dovrebbe poratre anche ad una rilettura degli eventi economico-sociali di quel periodo (che, di fatto, non fu "un male assoluto"....ndr) Nel 1931 nasce l'IMI; a Gennaio del 1933 l'IRI. Altra "intuizione" dell'epoca (Ministro Bottai) il Corporativismo, che vede tra i suoi mentori anche tal Amintore Fanfani, allora professorino alla Cattolica di Milano. Siamo nel '34.

Per la FIAT, a partire dal 1930 son cavoli amari. Sia le immatricolazioni che le esportazioni crollano. Giovanni I va in pellegrinaggio a Palazzo Venezia a perorare agevolazioni fiscali per le auto di piccola cilindrata, essendo la FIAT alla vigilia del lancio della Balilla, l'auto che "va verso il popolo". La Balilla avrà successo ma non sarà l'auoto del popolo, lo sarà invece la Topolino, presentata il 15 Giugno del 1936. All'epoca, in USA, il prezzo delle auto lo si faceva "a peso" ( l'equivalente di 6 lire/kg) e quindi, mutatis mutandis, la Topolino dovrebbe venir venduta a circa 3.200, 3.300 lire (pesa 535 kg) mentre lo sarà a 8.900 (16.6 Lire/kg).

Sempre a proposito di "male assoluto" (ndr): Se non fosse per l'autarchia e le barriere doganali, la Topolino sarebbe "fuori mercato".

Utili e fatturato tornano a crescere ma le relazioni di bilancio sono estremamente avare di cifre. Forse per non dover spiegare a quanto ammontino le commesse militari o quelle degli enti pubblici a uso civile: I bimotori G18, gli autotreni diesel, gli autocarri 666 e 626, le carrozze ferroviarie e filoviarie, i motori marini. Anche la produzione di auto nazionale, dove la FIAT è egemone, cresce: 41.000 macchine nel 1935; 36.196 nel 1936; 61.366 nel 1937; 59.000 nel 1938; 55.553 nel 1939. Ma come si possono sommare Balilla e Topolino con le lussuose 6 cilindri 2900 male accolte dal mercato? Non ci fossero le (altre) forniture.....Fatto sta che Giovanni I e Valletta chiamano l'Arch. Bonadè-Bottino e su un'area di 1.000.000 di mq nasce MIRAFIORI. 22.000 operai si alternano nei turni. E' la prima grande e moderna fabbrica Italiana. Per chi vi lavora, se fin dagli anni'20 la FIAT era "la Feroce", con Mirafiori lo sarà più che mai....


Carlo Brignolo Gorla

(liberamente tratto da: Gli Agnelli, il tramonto di una dinastia. Giancarlo Galli per Mondadori)




Nessun commento:

Posta un commento