lunedì 7 giugno 2010

Propaganda Futura: prima parte (Enrico Verga)

Una citazione doverosa:

"Un buon governo puo' essere venduto alla comunità come un qualunque prodotto.
Questo è cosi’ vero che spesso mi chiedo se i dirigenti politici cui spetterà la responsabilità di garantire il prestigio e l’efficacia dei loro partiti, non inizieranno a formare quadri che sarebbero anche dei propagandisti.

I politici sono restii a usare i metodi correntemente utilizzati nel mondo degli affari forse perchè hanno immediato accesso ai mezzi di comunicazione da cui dipende il loro potere.

Un dirigente crea situazioni nuove, non si adegua a un processo di riproduzione meccanica degli stereotipi.

Immaginiamo che faccia campagna per la riduzione delle tariffe doganali.

Scegliera’ certamente la tecnica moderna della radio per esporre le sue idee, ma tutto lascia temere che opterà per il vecchio metodo dell’approccio psicologico, già desueto all’epoca di Andrew Jackson e che l’impresa ha largamente abbandonato.

“Votate per me e per la riduzione delle tariffe doganali, perchè quanto piu’ sono elevate, tanto piu’ caro pagherete cio’ che comprate” lancerà attraverso l’etere.

E’ vero che ha l’immenso vantaggio di potersi rivolgere direttamente a cinquanta milioni di ascoltatori, ma la sua tattica è fuori moda: cercare di argomentare con il pubblico, si affida da solo alla forza dell’inerzia. Se invece avremo un politico che sa fare abile uso della propaganda, egli utilizzerà sempre la radio, ma come strumento di una strategia elaborata.

L’alfiere della riduzione delle tariffe doganali non si limiterà a spiegare che il loro livello elevato aumenta i prezzi dei prodotti, ma creerà situazioni che possono conferire a questa affermazione la forza dell’evidenza.

A tale scopo può decidere di allestire contemporaneamente in venti città un esposizione che illustri in modo chiaro i costi maggiorati a causa delle tariffe doganali in vigore.

Farà in modo che queste esposizioni siano inaugurate solennemente da uomini e donne importanti che, pur non partecipando alla vita politica, hanno delle buone ragioni per sostenere la proposta.

Appoggiandosi su quei gruppi i cui interessi sono particolarmente minacciati dal crescente costo della vita, incoraggera’ dietro le quinte un movimento per la riduzione delle tariffe.

Porterà la questione sulla scena pubblica, ad esempio esortando le personalità piu’ in vista a boicottare gli abiti di lana e svolgere le loro alte funzioni indossando vestiti di cotone, fino a quando i diritti doganali sulla lana saranno ridotti.

Facendosi portavoce delle assistenti sociali spiegherà che il prezzo elevato delle lane danneggia la salute dei piu’ poveri durante l’inverno.

Cosi’, qualunque iniziativa abbia preso, riuscirà ad attirare l’attenzione sul problema prima di rivolgersi direttamente al pubblico.

Quando parlerà alla radio non sarà necessario che ribadisca i suoi argomenti a milioni di persone che sicuramente avranno altri motivi di preoccupazione e potrebbero irritarsi per un’ulteriore sollecitazione. Il suo discorso risponderà invece alle domande che essi si pongono spontaneamente, esprimerà le attese e le emozioni di un pubblico già in parte guadagnato alla sua causa”

Edward Bernays 1928

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