mercoledì 4 novembre 2009

E se...esportassimo Cultura?


Perchè no? Lo spunto viene dalla mia recente visita a Tripoli e, soprattutto, da lunghe chiaccherate nelle altrettanto lunghe, e piacevoli, serate "tripoline". Al caffè, come da noi non si fai più da anni, con Aziz Ben Younes (nella foto); caro amico libico.

Soprattutto per dare un taglio positivo ad un paese che sta di fronte a noi ma è solo noto, o propagandato, per i gommoni, le "carrette" del mare e non per un vincolo culturale che, a ben vedere, ancora ci lega. Per dirla con De Turris (vedi ns. blog 13 ottobre 2009) "La cultura non è solo di sinistra. Ma la destra non vuole capirlo"

Il paese è in grande evoluzione, decine e decine di cantieri aperti che lavorano "H24", come si dice. Pensando al futuro "turistico" Servirebbe una ferrovia "leggera", più che l'autostrada; per quest'ultima basterebbe una cosrsia in più....
Una voglia di intraprendere commovente, disordinata, allegra...mette di buon umore se si pensa a chi, in Italia è cronaca di tutti i giorni, s' arrampica sui sui tetti o la cui piccola impresa è ormai decotta mentre là avrebbero sicuramente un futuro. Il popolo Libico: La voglia di essere artefici del proprio destino, del proprio sviluppo pur con mille difficoltà. Un esempio da chi, più a sud del nostro sud, ha voglia di fare.
Si ma..in tutto questo la cultura che c'entra. C'entra eccome. Siti archeologici, e architetture più recenti, testimoniano come noi Italiani là ci siamo stati...si daccordo, un pò "all'italiana" è vero ma ora possiamo rifarci, partendo prorio da questo. Dando un contributo, una mano a restaurare, conservare, valorizzare e sfruttare al meglio il patrimonio culturale non indifferente e che ha bisogno di interventi.

Senza contare che accordi di questo tipo darebbero opportunità, prestigio e risorse alle università Italiane, ai nostri giovani ricercatori e anche qualcuno che laggiù, invece di saltare sul "gommone", potrebbe imparare un mestiere.
Se le Ministre Brambilla e Gelmini e altri di buona volontà ci volessero riflettere, siamo a disposizione.
Carlo Brignolo Gorla
Destrafuturo

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