lunedì 2 novembre 2009

"Super De Corato, trionfa la destra anti-chic"


Da IL GIONALE

di domenica 1 novembre 2009




Politico vecchio stampo e senza fronzoli, vicesindaco da 12 anni, a ogni elezione si parla di un suo ridimensionamento Ma lo «sceriffo» macina consensi e pragmatismo. E quando c’è una missione impossibile si torna da lui: ora è il traffico (...) nomadi importuni, vandali, schiamazzatori, writers o artisti da strada che dir si voglia.«A un anno e mezzo dal voto il traffico poteva essere più un problema che un’opportunità. Ma sono abituato ad avere gli occhi addosso e a tentare missioni impossibili, come era accaduto con il restauro della Scala, che ricordo come uno dei momenti più belli» confessa con un po’ di nostalgia. Il restauro del Piermarini è stata una delle grandi e contestate imprese della giunta Albertini, di cui De Corato era fidato vicesindaco e apprezzato consigliere. I rapporti tra i due erano così affettuosi che un giorno (e proprio alla vigilia di scossoni di giunta) scapparono insieme per un atterraggio da bambinoni sulla portaerei Enterprise in navigazione tra la Sardegna e le Baleari.Poi è arrivata Letizia Moratti e molti hanno pensato che con la raffinata signora, il campione della destra antichic non sarebbe riuscito a mantenere intatto l’incarico di numero due. Pagava la fedeltà a Gabriele Albertini e la scarsa sintonia con Ignazio La Russa, in tempi in cui l’antagonismo all’interno di An era forte e Milano non appariva generosa con l’anima sociale. Invece è riuscito a sorprendere. De Corato e Moratti si erano conosciuti nel 1994, quando lei era presidente della Rai e lui membro della commissione di vigilanza. Uomo serenamente vecchio stampo, non è di quelli che fanno finta di non vedere la differenza tra un maschio e una femmina: «Mi aveva colpito per la sicurezza con cui una donna teneva testa agli attacchi, dopo decenni di strapotere della sinistra». Le promise «lealtà» e la neo sindaco decise che aveva tutto da guadagnare a tenersi a fianco un uomo forse non di limpido eloquio ma che in compenso conosceva alla perfezione ogni sussulto della macchina comunale, saldamente di An senza essere eccessivamente ancorato al partito.Alla fine, rimase vicesindaco, sia pure con le unghie e le deleghe spuntate. Negli anni di Albertini era stato plenipotenziario a Lavori pubblici, Verde, Arredo urbano, Edilizia, aveva gestito cinque miliardi di opere pubbliche in dieci anni, come dire quasi una finanziaria. Sotto il regno di Letizia manteneva solo la delega alla sicurezza, più politica che operativa.Non è il tipo che fa tragedie e dopo un primo periodo di spaesamento, rieccolo protagonista. Gli avevano tolto l’amato dopo giunta, appuntamento settimanale di trasparenza assai apprezzato dai giornalisti, per riaffidarglielo pochi mesi dopo. Pian piano si è arrampicato sulle pareti di un incarico che calzava a pennello su di lui, amante dell’ordine al punto da aver meritato l’appellativo di sceriffo, forse anche per l’aria trafelata che sfodera nei suoi infiniti sopralluoghi tra piccole e grandi emergenze.Cibo avariato al ristorante? Arriva De Corato. Una siringa pericolosa ai giardinetti? Ecco De Corato. Non manca chi lo prende in giro per il presenzialismo che a volte lo conduce nei luoghi prima che le cose accadano, per la marea di comunicati stampa con cui invade le redazioni. Ma lui se ne frega del cool e delle gaffes e macina fiducia e consensi, pilastri su cui si regge la sua solida carriera politica. Nessun problema è troppo piccolo per De Corato. Quando gli hanno affidato l’emergenza strade, le troppe buche e l’eccesso di cause da parte dei cittadini che inciampavano tra le insidie del pavé, aveva preso talmente sul serio l’impegno da meritare il nomignolo di «Asfaltuma». Quando ha dichiarato guerra ai cartelli segnaletici, è diventato il depalificatore. In missione a New York dichiarò solennemente: «I nostri tombini funzionano molto meglio».Lo danno per vicino al capolinea a ogni vigilia elettorale o spiffero di rimpasto. Ma rieccolo lì, inossidabile e con l’aria di chi non dà troppo peso alle chiacchiere. Le mamme dei giardinetti che ha chiuso agli assalti, come è accaduto al parco delle Basiliche, lo adorano. I libertari cacciati non lo possono sopportare. «Appena qualcuno si diverte, De Corato fa tirare su una recinzione» si lamentano i detrattori nei blog. Lui propone di dare dieci anni di carcere a chi causa incidenti da ubriaco, guida battaglie come quella per cancellare via Leningrado. Domani, primo novembre, compie 58 anni. L’anno scorso i centri sociali lo avevano festeggiato con scrittacce sotto casa. La più gentile era «De Corato chi legge». Per lui è come se fossero medaglie. Alza le spalle e la barba rossa: «Ne ho viste tante...».

Nessun commento:

Posta un commento