giovedì 24 settembre 2009

La DESTRA secondo Giuseppe PREZZOLINI

CONSERVATORISMO VALORI
Il vero conservatore ha rispetto piuttosto per il tempo che per lo spazio, e tiene conto della qualità piuttosto che della quantità. Non disprezza le cognizioni, ma sa che non hanno valore senza i principi. Sa andare all’indietro perchè, per andare avanti, bisogna qualche volta arretrare per prender meglio la spinta.

VALORI TRADIZIONE
Il vero conservatore è persuaso di essere, se non l’uomo di domani, certamente l’uomo del dopodomani, che sarà riconosciuto quando i suoi avversari democratici avranno fatto fallimento. Il vero conservatore si sente rinnovatore delle leggi eterne dimenticate stupidamente, nascoste ipocriticamente, trascurate imponentemente, violate quotidianamente.

PROGRESSISMO
Il conservatore non è contrario alle novità perchè nuove; ma non scambia l’ignoranza degli innovatori per novità.

REALISMO
Il vero conservatore è per natura contro l’astrattismo, per il provato contro il teorizzato, per il permanente contro il transuente.

REALISMO PATRIOTTISMO SACRALITà
Gli elementi naturali della società sono per il vero conservatore la proprietà privata, la famiglia, la patria e la religione.

REALISMO SAGGEZZA
Il vero conservatore esalta il senso della responsabilità contro la leggerezza, l’improvvisazione, la negligenza, la procrastinazione, l’insolente sovvertimento e l’utopia. Il vero conservatore deve agire, ma con coscienza; pensare, ma con rispetto del passato; prevedere, ma senza dimenticare.

UTOPIA REALISMO
Il vero conservatore reputa utopici i programmi universali come abolire la povertà, l’analfabetismo, la fame in tutti i paesi del mondo; e propone programmi parziali, limitati a un dato paese, a un dato periodo di tempo per ottenere frutti sensibili.

PROGRESSISMO
Il vero conservatore considera l’idea di progresso come un errore logico, perchè non si sa se si progredisce se non si sa in quale direzione si va e dove ci si vuole fermare; è come un errore sperimentale, perchè non sempre ciò che viene dopo è migliore di quello che lo ha preceduto.

SOCIALISMO PESSIMISMO ANTROPOLOGICO
Il vero conservatore non ritiene che la povertà e l’insuccesso non siano dovuti sempre alle condizioni sociali o all’ignoranza degli individui; sa che dipendono da condizioni generali della vita, da scarsa capacità o da volontà di lavorare, da povertà d’immaginazione, da inferiorità o da accidenti fisici o fisiologici; ai quali si deve provvedere con la carità privata o pubblica, e, tanto meglio, quanto più diretta locale, e meno burocratica che possa essere; non già con modificazioni delle strutture sociali.

CONSERVATORISMO GOVERNO STATO
Per un vero conservatore il più importante scopo di ogni comunità è quello di mantenere intatte le proprie caratteristiche di usi, di costumi, di lingua e, quando è il caso, di razza e di religione; a questo scopo segue quello di assicurare al maggior numero il benessere necessario allo sviluppo di tutte le qualità potenziali dei singoli.

CONSERVATORISMO
Il vero conservatore sa che la distruzione o alterazione di una istituzione può provocare in altre istituzioni l’indebolimento dell’equilibrio generale di una società.

UOMO GOVERNO ISTRUZIONE MERITO
Separare i migliori elementi dai peggiori è per il vero conservatore il sistema più adatto allo sviluppo sociale, mentre il mescolare dei tardi con i pronti, dei sani con gli ammalati, degli intelligenti con gli stupidi, degli attivi con i passivi è il sistema più adatto a ritardarlo.

REALISMO UGUAGLIANZA COSTITUZIONE
Il vero conservatore è realistico; parte dal principio che gli uomini non sono uguali. Ogni costituzione che parta da principi differenti porta inevitabilmente con se enormi scompensi colmati soltanto da ipocrisie.

EGUAGLIANZA COSTITUZIONE
Gli uomini sono diseguali per salute, per età, per sesso, per apparenza, per educazione, per ingegno, per forza, per coraggio, per bontà, per onestà e per molte altre condizioni dovute alla ereditarietà ed alla fortuna. Ogni legislazione o costituzione che non tenga conto di questo è da considerarsi non soltanto vana ma dannosa.

CONSERVATORISMO PATRIOTTISMO
Il vero conservatore riconosce come legge naturale che ogni società lotta per conservare se stessa e, naturalmente, preferisce il proprio puzzo all’odore degli altri.

AUTORITà VALORI
Il vero conservatore sa che la maggiore fonte di rispetto sociale è l’autorità, che l’esempio vale più dei discorsi; e quindi cercherà di essere un campione, insieme con la propria famiglia, delle virtù che fanno generalmente guadagnare l’autorità: ossia il compimento dei propri doveri, l’onestà personale, la capacità di giudizio non partigiano, il mantenimento della parola data, la specchiatezza dei costumi, la coerenza dell’azione con il pensiero, la modestia nella vita sociale.

LIBERTà DIRITTI
Il vero conservatore sa che la libertà individuale è una grande fonte di scoperte, di invenzioni, di spinte; ma anche di oppressioni, di mutilazioni, di distruzioni dei più deboli. Nessuna regola esiste che misuri il momento in cui una libertà diventa nociva; ma è certo per il conservatore che la libertà personale non può essere un diritto, bensì è una concessione che lo Stato può negare, ritirare o moderare.

STORIA
Il vero conservatore sa che la storia non si ripete mai esattamente, e che nessuno impara dai suoi insegnamenti più di quello che è capace per natura di apprendere. Però sa che ci sono modelli di accadimenti che per natura possono suggerire attenzioni, precauzioni e soluzioni per evitare danni, decadenze, disastri: sempre che l’insegnamento non sia una formula e i provvedimenti non vengano misurati con la bilancia senza cifre di giudizio.

RICCHEZZA ISTRUZIONE
Il vero conservatore sa che la ricchezza non sostituisce la capacità, nè la povertà costituisce un merito; e che la migliore atmosfera sociale è quella nella quale i più attivi, i più onesti, i più colti, i più capaci, occupano i posti di comando. Il privare i pochi abili del poter sfruttare le opportunità che incontrano o inventano è una tirannia uguale al rendere schiavi i più per beneficio di pochi.

ISTRUZIONE IDENTITà
Il vero conservatore ritiene che in generale sia un bene che un popolo sia istruito, ma che non sempre l’istruzione favorisca la sua felicità e contribuisca a mantenere la sua identità.

PESSIMISMO ANTROPOLOGICO UOMO
Il vero conservatore è piuttosto pessimista per natura; non crede che gli uomini nascano buoni e siano fatti cattivi dalla società, bensì che quel poco di buono che ci si può aspettare dagli uomini è il risultato lento di secoli di lotta e di compressione della società per ottenere da esseri naturalmente aggressivi uno sforzo di collaborazione. Il vero conservatore sa che la devozione alla patria, il senso del dovere, il rispetto umano sono virtù di pochi.

DEMOCRAZIA DISPOTISMO
Il vero conservatore considera con sospetto tanto il dominio dei dittatori quanto quello delle folle.

DEMOCRAZIA
Il vero conservatore è convinto che la democrazia sia la forma di governo più facilmente corrompibile, e che specialmente quella parlamentare offra l’occasione e la tentazione ai deputati di approfittare del denaro pubblico, sia direttamente per loro e per le loro famiglie, sia indirettamente per comperare con favori dannosi al pubblico interesse alcune schiere di elettori, o nella propria città o in una determinata classe.

PROGRESSISMO
Il vero conservatore non reputa che per essere moderni occorra scrivere in modo da non essere intesi,; che per protestare contro le ingiustizie sociali si debbano portare i capelli lunghi e la biancheria sporca; che per provare l’uguaglianza dei sessi si invertano i sessi; che per mostrare l’apertura della mente si adottino i costumi di altri popoli; che per confermare la propria religione si accetti la religione degli altri.

LIBERTà DIRITTI
La libertà individuale è per il vero conservatore una fonte preziosa di vita in uno stato, ma va considerata piuttosto una concessione che un diritto.

DIRITTI
Il vero conservatore sa che per ogni regola generale ci sono delle eccezioni e ne terrà conto nella formulazione delle proibizioni.

CAPITALISMO POLITICA
Il vero conservatore spingerà la società a comprendere che i conflitti dei lavoratori con i capitalisti debbono esser risolti da un giudice senza il ricorso al barbaro e dispendioso sistema dello sciopero.

PESSIMISMO ANTROPOLOGICO SCETTICISMO
Il vero conservatore ritiene che gli uomini non siano buoni per natura, cioè capaci di superare l’egoismo personale e familiare necessario per vivere; e che, lasciati a se stessi, senza la necessità che li spinge a guadagnare, senza la minaccia della punizione che li tiene lontani dalla violazione delle leggi, senza gli incentivi dell’orgoglio e della vanità che li spingono a partecipare attivamente alla vita sociale, essi si darebbero nella maggior parte dei casi all’infingardaggine, poi alla baldoria e, finalmente, alla dissipazione dei beni ereditati.

GUERRA REALISMO UTOPIA
Per un vero conservatore le divergenze tra Stati non possono esser tutte risolte con accordi dipendenti da ragioni e discussioni; e nessun tribunale internazionale esiste che abbia la forza per imporre l’esecuzione dei propri giudizi. Cosicchè, per quanto sarebbe augurabile una soluzione pacifica dei conflitti, bisogna rassegnarsi alla possibilità delle guerre. In tal caso il vero conservatore accetta il parere di coloro che da secoli hanno riconosciuto la preparazione militare e le alleanze protettive come i migliori mezzi per render meno frequenti, perchè più difficili, le minacce e le aggressioni armate.

CONSERVATORISMO
Il vero conservatore accetta la necessita' dei cambiamenti politici, poiche' la storia e' cambiamento continuo; ma vuole che il cambiamento avvenga con prudenza, con successivi e tempestivi gradi.

CONSERVATORISMO REALISMO EGUAGLIANZA COSTITUZIONE
Il vero conservatore è realistico; parte dal principio che gli uomini “non sono uguali”. Ogni costituzione che parta da principi differenti porta inevitabilmente con sé enormi scompensi colmati soltanto da ipocrisie.

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