mercoledì 21 aprile 2010

Chiarezza sull'Immigrazione, intervista di Flavio Nucci


DOMANDA: Conoscendo la tua attenzione verso l'andamento demografico, e specialmente alla "crisi" che lo caratterizza, crisi che colpisce specialmente l'Italia, qual'è l'atteggiamento che la destra dovrebbe assumere?


RISPOSTA: La crisi si manifesta con una ormai costante eccedenza dei decessi sulle nascite. Si è ben lontani dal tasso di "invarianza" che è di 2,1 figli per coppia mentre il tasso effettivo è ora di 1,4.


D: Come gioca in questa situazione la popolazione immigrata?


R: I dati demografici si riferiscono per lo più alla popolazione residente, non a quella di nazionalità Italiana; estrapolando le nascite da coppie italiane, il tasso scende ulteriormente a 1,2 figli per coppia.


D: Non sarebbe allora opportuno incoraggiare l'immigrazione?


R: Gli immigrati regolari sono già quasi 4 milioni, gli irregolari sono valutati in almeno un altro milione. Qualcuno sostiene che i contributi versati dagli immigrati possono colmare i vuoti del bilancio previdenziale nazionale. Questo è errato, perché quasi tutti gli immigrati rientrano nel sistema contributivo, cioè le loro pensioni saranno commisurate solo ai contributi versati e non alla retribuzione degli ultimi anni (Legge Dini '96). Ne consegue che i contributi saranno disponibili solo per chi li ha effettivamente versati


D. tenuto conto di questi dati, come va giudicata la proposta dei "finiani" di abbreviare i termini per ottenere la cittadinanza e anche di attribuire la stessa secondo il luogo di nascita e non secondo la nazionalità dei genitori com'è attualmente?


R. Il termine vigente di 10 anni per la concessione della cittadinanza (solo a richiesta e con altre condizioni) appare congruo; tuttavia se ne può discutere. Quello che assolutamente va combattuto è l'insano proposito di passare dallo "jus sanguinis" allo "jus soli". Questo creerebbe una forte spinta per l'immigrazione di coppie che, non appena concepito il figlio, vedrebbero lo stesso automaticamente cittadino italiano, con la possibilità di ricongiungimento per i genitori e per i nonni. Peraltro figli di coppie italiane che si trovassero all'estero per motivi di lavoro assumerebbero la cittadinanza del luogo di residenza e, qualora si trattasse di paese islamico, rischierebbero di trovarsi nello "STATUS" DI APOLIDI.


D. Esiste qualche esempio di situazioni simili?


R. Nel nostro tempo vi è il caso della Francia, che, passata allo "jus soli" in seguito agli accordi di Evian con l'Algeria, si trova ora soggetta a rivolte etniche, dovute alla estraneità dei nord-africani nei confronti della Nazione che li ospita.


Ma il riferimento più calzante e quello del passaggio allo "jus soli" dell'Impero romano ad opera dell'Imperatore Caracalla (212 DC), allo scopo di ripopolare la leva militare, compromessa da una già presente crisi demografica. Gli storici hanno visto in questo passaggio in mani straniere della dirigenza civile e militare una delle principali cause di decadenza dell'Impero romano, perché gli imperatori finirono per essere eletti dai Pretoriani del palazzo o da legioni di stanza nelle province e non dal Senato come avrebbe dovuto ancora essere.


D. Che fare dunque?


R. Tenere duro sull'attuale legislazione, a costo di isolare i più facinorosi, che ipotizzano di creare una nuova maggioranza con la sinistra.


Altrimenti la Lega, attentissima a questa tematica, continuerà a sottrarci consensi; soprattutto dobbiamo impedire una conquista - con mezzi pacifici - della nostra Nazione ad opera delle etnie più disparate, specialmente quelle di religione islamica, che hanno un tasso di natalità più che doppio rispetto a quello degli Italiani.


Intervista di Carlo Brignolo Gorla, protavoce Destrafuturo

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