giovedì 1 aprile 2010

“DESTRAFUTURO” e il primo dopo-elezioni milanese e lombardo del “Popolo della Libertà”

Cari Amici,


circa dieci mesi fa ci siamo ritrovati e riuniti consapevoli e - oggi possiamo, anzi, dobbiamo dirlo –


facili profeti di un disagio riferibile al fatto che, con tutta evidenza, all’interno del neonato Popolo della Libertà si andava scolorando – sino a dissolversi – la tradizione, i valori, il retaggio della Destra politica italiana così come era andata evolvendosi dal crescere e costituirsi dell’Italia come Nazione finalmente unita.



La fondazione del nuovo soggetto politico scontava, fatalmente, l’accelerazione imposta dal ‘discorso del predellino’ in una piazza milanese per tutti noi così carica di significati.



Lasciava, tuttavia, anche pericolosamente irrisolti e senza risposte problemi ed interrogativi che avrebbe dovuto essere i reali argomenti ed ineludibili soggetti di un troppe volte rimandato Congresso di Alleanza Nazionale, volto necessariamente a definire e declinare le identità di una Destra degli Anni 2000.


Pensare che i nodi irrisolti in A.N. e da A.N. potessero trovare risoluzione nel contenitore più ampio del nuovo partito nel quale – da tempo – si erano ritrovate componenti e protagonisti che si riconoscevano nella tradizione vuoi democratico cristiana, vuoi socialista, vuoi liberale e libertaria era certamente non realistico prima che impossibile.


L’assicurazione – che abbiamo fatta nostra e cui non intendiamo, oggi più che mai, rinunciare – dataci da Ignazio La Russa secondo la quale “Porteremo nel nuovo Partito politico che andiamo a fondare tutti i nostri valori, nessuno escluso” resta quindi il viatico per tutti gli uomini che nel P.d.L. vogliono continuare a lavorare e costruire da Destra il futuro degli Italiani.


I risultati che segnano il rinnovo del Consiglio Regionale della Lombardia scontano certamente, facendoceli pagare a caro prezzo, situazioni penose e vergognose che hanno visto “brillare” per inadeguatezza umana, comportamentale, morale e politica nostri ex rappresentanti in Regione, in Comune, in Parlamento e, per derivazione familista, in Provincia e forse oltre.


Pensare – come di certo hanno fatto molti nostri elettori – che la risposta possa essere, a seconda dell’irritazione e delle sensibilità – l’astensione piuttosto che il voto alla Lega o la preferenza a candidati di area ‘diversa’ all’interno del P.d.L. è probabilmente un errore politico ma resta un comportamento umanamente più che comprensibile.


Pensare altresì – come sembra fare nel suo commento il nostro Comandante De Simone – che tutto possa risolversi chiedendo le dimissioni o l’allontanamento del Presidente Fini, è certamente riduttivo e pericolosamente, in termini politici, elusivo.


Il risultato – in termini matematici di preferenze e di eletti – sconfortante, per usare un termine volutamente non adeguato.


Non adeguato – soprattutto – rispetto ai valori che abbiamo saputo esprimere per decenni – nelle rappresentanze parlamentari e negli Enti Locali ma - anche - a tutti i livelli di rappresentanza e militanza politica nel Partito.


La risposta a questo – vogliamo credere – difficile circostanza e momentaneo appannamento – può essere una sola, considerato che una lunga esperienza negli Enti locali oltre a notissimi eventi di carattere organizzativo recentissimi ci confermano nell’opinione che disponiamo ancora - purchè lo si voglia - di uomini e di intelligenza politica per ristabilire quanto prima rapporti di forza utili a tutti, al di là delle ’quote’ ufficiali o ufficiose.


Concordo in toto con De Simone quando invece scrive: La Destra del futuro va ricostruita con pazienza, tenacia, attività sul territorio,vicinanza e comunità con la società civile. C’è tanto lavoro. Ma lavorare stanca

e a certa destra, presuntuosa e salottiera, lavorare per la gente non piace.”


Forse – caro De Simone – l’ultima frase – che è molto bella ed incisiva – è di troppo.


Anche e soprattutto perché – oltre a Milano che resta a mio avviso il centro di ogni progetto politico – occorre considerare tutto il quadro elettorale del Centro Destra e questo, a mio avviso, è certamente positivo pur con le molte, doverose sottolineature necessarie che meritano altra sede.


Ma di questo vorrei parlare e discutere con voi e – con Voi e molti altri mi auguro – lavorare. A me piace ancora.



Dario Vermi

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